Quando le campane a festa annunciarono la Liberazione. Pietrasanta ha ricordato con una commossa cerimonia in piazza Statuto. Il discorso del sindaco Giovannetti
Erano state le campane a festa del Duomo di San Martina ad annunciare la liberazione di Pietrasanta come ricorda in uno scritto Danilo Orlandi. I tedeschi invasori erano stati sconfitti dal fronte formato dagli alleati e dai partigiani. La guerra non era ancora finita ma Pietrasanta era stata liberata. Sono passati 75 anni.
Una ricorrenza che la città di Pietrasanta, medaglia d’argento al valore civile, celebra ogni anno con grande emozione e commozione con l’obiettivo di ricordare un momento della storia cittadina e nazionale di enorme importanza storica e trasferire alle nuove generazioni il significato tragico degli effetti della guerra sulla vita e sul futuro. Lo ha ricordato bene il sindaco, Alberto Stefano Giovannetti, al suo fianco il sindaco di Stazzema, Maurizio Verona ed il presidente del Consiglio di Pietrasanta, Paola Brizzolari, in occasione di una partecipatissima cerimonia in Piazza Statuto di fronte al Monumento ai Caduti. Insieme ai due sindaci le associazioni combattentistiche e d’arma, i rappresentanti delle forze dell’ordine e del mondo civile, il parroco del Duomo di San Martino, Stefano d’Atri ed il Capo di Gabinetto, Adamo Bernardi che ha coordinato la cerimonia.
“Se oggi noi viviamo in pace ed in libertà – ha ricordato il primo cittadino Giovannetti – è perché tante persone hanno sacrificato la loro vita. Per essere liberi noi oggi qualcuno ha dovuto soffrire, combattere e morire. La Libertà si apprezza nel momento in cui ci viene privata. Ecco perché dobbiamo avere grande rispetto per la storia: dobbiamo imparare dai nostri errori ed evitare che diventino una triste e ciclica ricorrenza. L’Europa, durante la seconda guerra mondiale, era un campo di battaglia. Oggi è la casa di tutti noi. Oggi l’Europa, intesa come istituzione, garantisce a tutti noi pace e stabilità. Io mi immagino un’Europa ancora più allargata e ancora più forte. L’uomo è capace di grandi cose, ma anche di grandi errori. Ecco la ragione per cui non dobbiamo mai, assolutamente mai, dimenticare la storia. 75 anni fa Pietrasanta è tornata una città libera. Oggi noi siamo cittadini liberi”.
Ad accompagnare la cerimonia l’esposizione dei mezzi militari della seconda guerra mondiale a cura dell’associazione della Linea Gotica e la partecipazione di una cinquantina di figuranti in uniforme. Tre le corone deposte oltre a Piazza Statuto: al Cippo in località Osterietta e al Monumento del Soldato Alleato sul viale Apua. Interessante l’orazione di Giuseppe Vezzoni (in sostituzione di Lorenzo Alessandrini) che ha ricordato, in una lunga lettura, le tappe salienti che hanno portato alla Liberazione ma anche ricordato alcuni dei suoi protagonisti più discreti: “è giusto – ha detto – che risalti oggi nella nostra riflessione, e venga omaggiato, il valore di una Resistenza di cui si è sempre parlato poco: quella delle donne versiliesi. Fu quella una Resistenza particolarissima, riservata e discreta, coraggiosa e tenace, fatta di stenti, di privazioni alimentari, di solitaria fatica, di mariti deportati, di vedovanze incredibilmente repentine, di figli orfani da crescere, di materassi da mettere in capo e trasportare a piedi, penosamente, da una parte all’altra delle montagne. In questo doloroso calvario – ha proseguito – tanti e tanti furono gli episodi e i gesti di solidarietà umana, di generosa abnegazione personale nell’aiutarsi vicendevolmente, che caratterizzarono la comunità dei pietrasantini nei mesi di maggior sofferenza che precedettero lo sfondamento del fronte e la liberazione. L’estate di Valdicastello coi suoi infiniti esempi di amore e solidarietà, ne costituisce un esempio quasi sublime”.