Poesia e musica anni ’60, sognando per una sera con Don Backy e Rodolfo Banchelli

Un pizzico di nostalgia, ma anche la voglia di conoscere direttamente dai protagonisti la cultura musicale italiana degli anni Sessanta e dei decenni successivi. Ed ecco allora “Sognando insieme a Don Backy (Viaggio nella canzone e nella cultura degli anni Sessanta)”, spettacolo che sabato 26 novembre 2016 va in scena al Teatro Aurora di Scandicci (via S. Bartolo in Tuto, 1. Inizio  ore 21.15; ingresso 15 euro, ridotto soci Coop 13; info e prenotazioni 366 2844676). A salire sul palco Rodolfo Banchelli per presentare “Sognando insieme a Don Backy”. Ed ecco la magia: i due artisti toscani (nella foto grande Don Backy oggi) cominciano a raccontare, a raccontarsi e a cantare (Don Backy interpreterà i suoi più grandi successi) la nostra storia da allora – cioè dagli anni ’60 –  ai nostri giorni.backydonsmeraldo1967

Don Backy, nato a Santa Croce sull’Arno il 21 agosto 1939, è una figura rappresentativa dei ’60, un decennio diventato mitico. Una figura ritenuta talmente importante che Drusilla Foer l’ha inserita nell’antologia di autori attraverso le cui canzoni racconta la sua vita in «Eleganzissima», il recital che sta portando in tour nei teatri in queste ultime settimane del 2016. don baci in tv anni settantaIniziò giovanissimo Don Backy (nella foto a lato il cantante, giovanissimo, durante uno spettacolo  della tv ancora in bianco e nero e, in alto a lato, con Adriano Celentano nel 1967 allo “Smeraldo”) coltivando, benché costretto a fare anche un altro lavoro, la passione per la musica, la pittura e la recitazione. Nel 1962, sentito un suo 45 giri autoprodotto, Detto Mariano lo propose al già famoso Adriano Celentano per il suo Clan. Sono i componenti del Clan a cambiare il nome di Aldo Caponi in Don Backy. Nel 1968 due sue canzoni parteciparono a Sanremo, “Canzone” cantata da Celentano e Milva, e “Casa Bianca” cantata dalla Vanoni e da Marisa Sannia; arrivarono terza e seconda. Poco dopo Don Backy ruppe col Clan per una questione di diritti e proseguì da solo. Dopo un buon successo come cantautore e come autore (anche per Mina), dagli anni Settanta ha recitato in vari film e  disegnato storie a fumetti. Nel nuovo millennio ha continuato la produzione musicale e nel 2014 ha ricevuto a Genova presso il FIM, la Fiera Internazionale della Musica, il FIM Award Premio Italia alla Carriera assegnato dalla Commissione Artistica per la Promozione dell’Arte e della Musica.

Rodolfo Banchelli, invece, già a 15 anni era campione italiano di boogie woogie e rock’n’roll; a 17 anni vinse i campionati d’Europa, a 18 e 19 anni quelli del mondo con la squadra nazionale italiana; a 22 era già professore internazionale per formare ballerini. rodolfo banchetti ballerino oggiHa anche realizzato, come ballerino, un video per Lucio Dalla e le coreografie per il primo video di Ivana Spagna. Banchetti (nella foto a destra) è inoltre protagonista del film semi-autobiografico Rock & Roll. In teatro ha partecipato all’ “Opera dello sghinazzo“ con Dario Fo. Come cantante ha vinto il festival di Castrocaro Terme e partecipato a due festival di Sanremo sia come solista che come autore, con un brano scritto per Petra Magoni. Negli ultimi anni ha condotto tre trasmissioni televisive su circuito regionale; è stato ospite al “Maurizio Costanzo Show”” e a “Buona Domenica” con lo storico gruppo dei Dennis & The Jets, coi quali ha cantato in tutta Italia e realizzato il cd “Tutta colpa del rock and roll”. Banchelli ha anche curato (ma ha fatto molto altro ancora) la direzione artistica di locali come il Manila e lo 055, dove hanno suonato e sono cresciuti artisticamente gli Spandau Ballet, i Litfiba, Carlo Conti, Giorgio Panariello, Leonardo Pieraccioni, il dj Stefano Noferini.

PASSI DI DANZA E UN CERTO SWING

di Elisabetta Arrighi

Rodolfo Banchelli arriva sul palco a passo di danza. “Racconto la mia storia ricordando che negli anni Sessanta ero un ragazzino che ascoltava le canzoni dalla voce della mamma, poi dalla televisione e dal juke-box… Ed eccomi in scena, interpreto alcune canzoni, fra cui alcune scritte da me, e come testimone di quegli anni musicalmente fervidi, si materializza Don Backy. Parliamo, facciamo alcune cose insieme. Poi lui canta i suoi successi. Raccontiamo una storia, perché attraverso la musica e le canzoni si racconta la storia dell’Italia”. Rodolfo, fiorentino di Sesto, alla vigilia del debutto è entusiasta dell’avventura che sta per cominciare: “Quello di sabato 26 novembre 2016 è il debutto”. Al quale, quasi sicuramente, seguiranno repliche in alcuni teatri, guardando anche alla stagione estiva che verrà.

“Non solo ballo – spiega Banchelli – insegno anche a ballare”. Lui campione italiano di boogie woogie e rock and roll, campione d’Europa e del mondo a squadre. Con la musica e la danza nelle vene. “Certo, quei balli hanno portato a suo tempo una grande ventata di novità” dice. Eccole le note sincopate, che attingono alla musica “black”, che si caricano di swing. Ritmi di danza che oggi ritornano, che vengono insegnati al pari del sempre desiderato tango e della sempreverde salsa. Lo swing echeggia di nuovo, mentre Rodolfo racconta come da sempre sia dentro di lui: “Quanto ne ho assorbito ascoltando Glenn Miller e l’ultimo mio disco l’ho registrato proprio con un’orchestra swing”.

Il ballo, la musica, le canzoni. Ma anche, per Rodolfo Banchelli, la gestione di alcuni locali toscani diventati famosi, come il Manila di Campi Bisanzio e lo 055 di Firenze: “Locali storici – rammenta – dove hanno suonato tanti grandi artisti. Oggi è però tutto cambiato. Noi andavamo nei locali per ballare, incontrare gli amici e le ragazze (la mente corre verso i Sessanta, poi i Settanta…). Oggi esistono o i locali di tendenza o quelli dove si balla il liscio. La via di mezzo, la discoteca di altri tempi, è scomparsa”.  Banchelli pensa ancora al ballo, ma molto di più alla musica.

Per il debutto di “Sognando insieme a Don Backy” ha preparato diversi oggetti. “Sì, semplici oggetti – dice – Porto in scena con me cose d’epoca, che hanno accompagnato la mia vita, la vecchia televisione in bianco e nero, il registratore a nastro, il mangiadischi…” Oggetti che oggi guardiamo con affetto e un pizzico di nostalgia. Mentre sembra di catturare nell’aria alcune melodie lontane…

“C’è una casa bianca che/che mai più io scorderò/mi rimane dentro al cuore con la mia gioventù…”  Era il 1968, sul palcoscenico del Festival di Sanremo, dove arrivò seconda, una giovanissima Marisa Sannia – interpretando questo brano scritto da Don Backy (con Mariano Detto, l’altra interprete sanremese fu Ornella Vanoni) – conquistò subito il successo.

“Nel più bel sogno ci sei solamente tu/sei come un’ombra che non tornerà mai più/tristi sono le rondini nel cielo/mentre vanno verso il mare/è la fine di un amore…” – E’ un altro brano di Don Backy, intitolato semplicemente  “Canzone” -una vera poesia in musica.

L’eco rimanda poi un altro motivo:  “… io son sicuro che, per ogni goccia/per ogni goccia che cadrà/un nuovo fiore nascerà/e su quel fiore una farfalla volerà/io son sicuro che/in questa grande immensità/qualcuno pensa un poco a me/e non mi scorderà…” – Sono parole di Don Backy, un autore, un poeta, un cantante, un interprete. Che stiamo per riascoltare dal vivo nell’appuntamento di Scandicci. Maestro, che la musica vada a cominciare…