Piani di luce disegnano la scena: un saggio (a più voci) sulla cinematografia di Vittorio Storaro

In oltre cinquant’anni di lavoro dietro o accanto alla macchina da presa, Vittorio Storaro (vincitore di tre premi Oscar per la fotografia e recente vincitore, luglio 2017, del Premio Maestri del Cinema a Fiesole) ha saputo sviluppare un metodo e una teoria che lo hanno portato a potersi definire a tutti gli effetti coautore del film. Grazie a lui la cinematografia, cioè l’arte di scrivere con la luce e con il movimento, è passata definitivamente dall’ambito tecnico a quello espressivo, e non c’è critico o spettatore che non se ne sia accorto di fronte a opere come Il conformista, Apocalypse Now o Reds. Così, parlare di luce naturale o artificiale, di suggestioni dei maestri della pittura o di valenza simbolica degli opposti (Giorno-Notte, Luce-Ombra, Maschile-Femminile) in relazione all’opera di Storaro diventa un modo per rileggere i film anche dal suo particolare punto di vista: il racconto per immagini e il racconto delle immagini. I saggi e le letture di questo volume – “Piani di luce. La cinematografia di Vittorio Storaro” a cura di Giovanni Rossi e Marco Vanelli, edizioni ETS, pp. 128, euro 13.00 – intendono mettere a fuoco alcuni aspetti decisivi della sua poetica e i risultati più rilevanti della sua produzione filmica, analizzando in particolare le componenti tecniche e teoriche alla base della sua «scrittura di luce», i profondi legami con le arti figurative, gli incontri determinanti e fecondi con Bernardo Bertolucci e Francis Ford Coppola, il rapporto controverso e creativo con Hollywood o l’originale lavoro d’illuminazione per le riprese di opere liriche nei luoghi reali, tutte testimonianze della sua statura artistica.

Con scritti di: Edoardo Becattini, Massimo Becattini, Claudio Carabba, Francesco Ceraolo, Valentina D’Amico, Donato De Carlo, Paola Dei, Marco Luceri, Daniel Montigiani, Luigi Nepi, Claudia Porrello, Gabriele Rizza, Giovanni M. Rossi, Eleonora Saracino, Chiara Tognolotti, Marco Vanelli, Vittorio Zenardi.

Giovanni M. Rossi (1947) è giornalista pubblicista, critico cinematografico, saggista fiorentino, membro del Sncci. Ha ricoperto il ruolo di critico cinematografico e d’arte per quotidiani e riviste specializzate, oltre a dirigere e programmare cineclub, sale d’essai, festival internazionali. Ha pubblicato numerosi volumi sulla storia e critica del cinema, fino al recente Idee di cinema. L’arte del film nel racconto di teorici e cineasti (Aracne, 2013).
Marco Vanelli (1963) è direttore della rivista Cabiria – Studi di Cinema e vicepresidente del Cinit – Cineforum Italiano. Insegna Lettere in una scuola media della Lucchesia e Linguaggio dei mass-media presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Pisa. Ha pubblicato Chi è Dio? Il catechismo cinematografico di Mario Soldati, Diego Fabbri e Cesare Zavattini (Le Mani, 2013 – con dvd) e, assieme a M. Bellano e G. Ricci, Animazione in 100 film (Le Mani, 2013).