MILANO FASHION WEEK / 5. Il grande ritorno di Massimiliano Giornetti alla guida stilistica di Shanghai Tang, brand acquisito dall’imprenditore toscano Bastagli (con fotogallery)

Quante novità sulle passerelle milanesi, quelle della Fashion Week in corso fino a lunedì 26 febbraio. Massimiliano Giornetti, designer originario di Carrara, già applaudito stilista per sei anni del marchio fiorentino Ferragamo, dopo il successo della prima capsule realizzata per il brand di Hong Kong Shanghai Tang in qualità di project supervisor, ha preso saldamente fra le sue mani la guida stilistica delle diverse branches della griffe, oggi di proprietà congiunta dell’imprenditore toscano Alessandro Bastagli, che ne è anche executive chairman, e del fondo di private equity di Hong Kong Cassia Investments.

La prima collezione Shanghai Tang firmata da Massimiliano Giornetti è quella per l’autunno-inverno 2018/2019  presentata in occasione di Milano Moda Donna mercoledì 21 febbraio 2018, a Palazzo Serbelloni in corso Venezia.

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Massimiliano Giornetti

IL RITORNO DI MASSIMILIANO GIORNETTI. “Ho accettato questa sfida perché la Cina è certamente un futuro che è già qui e Shanghai Tang rappresenta il primo vero marchio cinese del lusso capace di comunicare su un piano globale. Mi piace – ha detto Giornetti – l’idea di immergermi nelle radici culturali di un grande Paese e di una civiltà millenaria, traducendone stilemi e semantiche in un modo radicalmente contemporaneo. Ho sempre collezionato arte cinese, dai tessili e tappeti fino alle porcellane e bronzi di varie dinastie. Sono parte integrante della mia curiosità e del mio immaginario. Le nuove generazioni cinesi stanno riscoprendo con orgoglio la loro storia accostandola a una bruciante modernità. Sono loro i nostri ideali consumatori. La contaminazione di Dna diversi e complementari, quello occidentale e quello asiatico, diventa la base di tutto un inatteso territorio espressivo dalle mille ispirazioni e possibilità”.

“Per me quest’avventura appena intrapresa  – prosegue Giornetti – è un’occasione di studio e di crescita professionale che apre altri scenari e dimensioni e che affronto forte dei miei sei anni alla direzione creativa di Ferragamo. Da quando ho lasciato la Maison fiorentina nel 2016, ho in cantiere un mio ampio progetto personale che si sta arricchendo ulteriormente grazie a quest’esperienza tra due mondi”.

“Ho scelto Massimiliano Giornetti sull’onda della stima professionale che provo per lui, ma forse ancora di più per le molte affinità che ci legano – ha detto Alessandro Bastagli – Massimiliano non è solo quel formidabile uomo di moda che tutti conoscono, ma una personalità dai variegati interessi culturali e un appassionato collezionista, proprio come me, che da anni raccolgo libri antichi che ricerco in tutto il mondo. La sua conoscenza delle radici, del patrimonio storico e dell’immaginario cinese di ieri e di oggi è sorprendente. A mio parere ha saputo attualizzare al meglio tante ispirazioni e suggestioni artistiche, traducendone il significato in una forte chiave di modernità e dinamismo creativo”.

UN VIAGGIO AL FEMMINILE DALL’ITALIA ALLA CINA. La danza dei fili. Un viaggio onirico dall’Italia alla Cina. Un filo di seta teso fra Oriente e Occidente, vero ponte gettato tra l’Europa e le lontane terre dell’Impero del Dragone. Sulle tracce della memoria di due culture millenarie. Métissage tessili e files di motivi sovrapposti che magicamente intrecciano due mondi e due visioni opposte ma complementari. La Cina fucina di estetiche e di culture, millenario scenario di scambi e laboratorio di segni. Un’epica in cui avventurosi viaggiatori occidentali incontrano l’antica nobiltà cinese e il suo mondo magico e rituale, traboccante di suggestioni e repertori decorativi.

Una palette modulata che parte da chiare sfumature pastello per poi intensificarsi e divenire squillante e allegorica. Il rosa chiaro si trasforma in fucsia, il pesca diventa tangerine, l’azzurro si addensa in un turchese di smalto. Il paglierino scivola sontuoso fino a toccare il giallo imperiale su fondo nero. Venezia e il favoloso Cathay si manifestano insieme nei broccati che deflagrano in vibrante astrazione. Danzano i patterns, resi giganti e dinamici nelle trame e nei tratti, insieme ai telai, in ritmica progressione, al sincrono di mani rapide e precise che tessono ricami di fili d’oro. Un drappello di dignitari della dinastia Tang indossa sopravvesti ornate di borchie chiodate, leit motiv di collezione. Cavalieri e cavalli idealizzati, esploratori e mercanti sulla Via della Seta. E’ un viaggio immaginario che prende vita da forme pure, essenziali, pulite, per arricchirsi di broderies che mimano broccati e damaschi, incontrando lineari stilemi mandarini.

L’imprinting riaffiora nei piccoli gilet, simili a quei corsetti svasati a trapezio che gli alti ufficiali del Celeste Impero portavano allacciati sulle armature, come nei mantelli di corte semplificati nella grafica e nel tessuto. Abiti stampati impaginati da severi plissées, scanditi da ranghi di minuscoli studs. Gonne a pieghe si aprono svelando misteriosi effetti trompe-l’oeil in trasparenza. L’animalier dei dipinti Ming si esplicita in dettagli di bordi, di orlature e manopole, citando la mitica pelliccia del Leopardo delle nevi e quei ghepardi domestici che accompagnavano gli aristocratici nelle battute di caccia a cavallo.

Tessuto su tessuto, intarsi di geometrie, vuoti su pieni. La tipica veste mandarina ispira cappotti neri, a bulbo, dai colli stondati appena accennati, con inserti maculati sulle tasche. Il gioco ironico e gioioso tipico della maison, si esplica nelle fodere stampate a contrasto. E ancora, cappotti animalier in antitesi con vividi interni ametista. Giacche dal collo in piedi e manica intera, su pantaloni con ricamo a filo effetto brocade, diventano la nuova uniforme del lusso.

Sulle stampe dei foulard il racconto di questo itinerario di sogno. Carrées come tele su cui appaiono destrieri, costumi tradizionali, impetuosi dragoni, snuff bottles e una nebulosa di maculato, imperniati su nuances di lacca e tinte talvolta pop e fluo, in una texture brillante di verde giada e céladon, di blu, di gialli e di viola.

I gioielli reinventano tipologie di monili e amuleti ancestrali in un linguaggio contemporaneo e rarefatto. Ricercano stilizzazione, equilibri e armonie geometriche, ridefiniscono semantiche esotiche con un’inattesa e concettuale volontà di astrazione.

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L’imprenditore Bastagli (a destra) con Massimiliano Giornetti alla presentazione della collezione autunno-inverno 2018/2019 di Shanghai Tang

LA COLLEZIONE UOMO. E per l’uomo? Ecco il rosso lacca che scandisce la collezione maschile. Si intensifica colorando le righe e i quadri della camiceria. Si imprime sulle fodere che impreziosiscono le nuove mandarin jackets. Il blazer più inatteso si veste di velluto liscio a campiture di colori profondi, insieme armonici e contrastanti. Pull oversize mohair sono percorsi da righe dinamiche dalle tinte di polveri sferzate da un giallo China vivido e vibrante. Morbidezza di approccio che non contrasta con una ricerca sartoriale rivisitata. Seta da sera, camicie-pijama a micro stampe, sofisticatamente décontractées. Pijama che ispira la fluidità dei suits uniti e pin stripes, con piping in raso bianco. Cappotti in puro cashmere dai bordi intarsiati di velluto, rivelano interni staccabili matelassé che rimandano alle antiche armature. Il parka combina uno spirito army con le spire dorate del dragone celeste. Il bomber dal collo guru sceglie una divertita ironia nelle applicazioni multicolor. Le divise tradizionali delle armate imperiali accolgono interni in shearling creando nuove icone sporty.

L’ACQUISIZIONE DI SHANGHAI TANG. Alessandro Bastagli – assieme al fondo di Private Equity Cassia Investments e ad un fondo di investimenti britannico – ha acquisito il controllo del brand fondato a Hong Kong nel 1994 da Sir David Tang, divenuto noto come il primo brand di moda di lusso contemporaneo cinese. Richemont aveva assunto una quota di controllo di Shanghai Tang nel 1998 e acquisito il 100% del capitale nel 2008. Oggi Bastagli – già proprietario di Lineapiù Italia Spa, di Finalba SpA e di A.Moda SpA – mette la propria quarantennale esperienza nella gestione e sviluppo di brand del comparto moda al servizio del più noto ed emblematico marchio di moda cinese. Attualmente il marchio ha 32 boutique nel mondo.