Maschile-femminile, alla Tenuta dello Scompiglio installazioni e spettacoli sull’identità di genere

Sabato 28 e domenica 29 gennaio 2017 l’Associazione Culturale Dello Scompiglio propone appuntamenti artistici e culturali dedicati alla “in-definizione” del genere nella omonima Tenuta di Vorno alle porte di Lucca.  Sabato, alle ore 10.30, inaugurazione di “Camera #4 – Il Naufragio”, installazione di Cecilia Bertoni e Claire Guerrier con Carl G. Beukman, ispirata ai temi della solitudine e dell’imposizione del “genere” attraverso l’educazione; dalla stessa ora, “iD”, del gruppo Dynamis, performance sui meccanismi della definizione dell’identità individuale (replica il 29);  alle ore 21, “Princesa e Caffariello”, concerto dell’Associazione Nuovo Coro Lirico Sinfonico Romano, in cui Antonio Faieta e Raffaele Schiavo danno voce rispettivamente a una transgender dei giorni nostri e un sopranista castrato del XVIII secolo, ai loro tradimenti e le loro rivelazioni. Musica e direzione di Stefano Cucci.
Domenica 29 alle ore 14 due finissage: della installazione Lacuna, realizzata dal duo artistico partenopeo Afterall, un lavoro ispirato alla Ruota degli esposti di Napoli, sulla costruzione dell’identità di genere attraverso l’attribuzione del nome proprio di persona; della mostra Beautiful Men di Marcello Bonfanti, racconto visivo di un viaggio in quattro paesi di tre continenti in cui si scopre che l’affermazione di una identità di genere non coincidente con quella biologica è una dinamica universale.

“Camera #4 – Il Naufragio”, l’installazione di Cecilia Bertoni e Claire Guerrier con Carl G. Beukman (allestimento e tecnica Paolo Morelli e Cipriano Menchini; con Alice Mollica, Daniele Ghilardi e Alfredo Dell’Immagine — foto sopra il titolo e in basso a destra) indaga sull’imposizione, attraverso l’educazione, della dicotomia tradizionale tra maschile e femminile, sulle ferite aperte che essa crea e sulla manipolazione alla quale ognuno di noi è sottoposto, provando a sovvertire l’esperienza dell’impossibilità dell’uomo di superare ogni “situazione-limite”. Una grande installazione ambientale, in cui uno strato spesso di sabbia ricopre il pavimento della stanza, si infiltra nelle stratigrafie e nelle fessure che si celano nel limite che divide le categorie di maschile e femminile. Strumenti chirurgici e oggetti di misurazione “dilapidati” e in disuso. Alcuni quaderni disposti su vetusti carrelli medici. Un grande lenzuolo ricamato e bruciato in cui i colori rosa e azzurro si dispongono in schiere ordinate, per poi dissolversi gradualmente in un paesaggio sconfinato. Una serie di video in cui una mano divarica e sutura, in modo reiterato e alternato, le ferite di una tela. Gli elementi contenuti fra le pareti carbonizzate della sala, in netto contrasto con il soffitto azzurro che li sovrasta, creano un’atmosfera estraniante e sospesa in un tempo che non è quello che ci appartiene. Un naufragio in cui le prospettive si modificano attraverso oggetti sonori diramati nello spazio.  L’installazione, accessibile a un visitatore alla volta, continua un percorso iniziato nel 2011, con una seconda tappa realizzata nel 2012 e una terza nel 2014, in cui due donne si sono interrogate sulle loro identità, sulle loro paure e sulla loro solitudine. Fino al 25 giugno.

“Princesa e Caffariello”: una ballata per voce pop, contraltista, ottetto vocale, fisarmonica ed ensemble strumentale, con la musica e la direzione di Stefano Cucci, testi e regia di Antonio Faieta.
Lo spunto è dato dalla canzone di Fabrizio De Andrè e Ivano Fossati ‘Princesa’, a sua volta tratta dall’omonima biografia di Fernanda Farias e Maurizio Jannelli. La voce della transgender (Antonio Faieta), si intreccia con quella di Gaetano Majorano, detto il Caffariello (Raffaele Schiavo), attraverso citazioni tratte dal repertorio virtuosistico del ‘700. Nella costruzione della ballata, la melodia originaria è la cellula germinale da cui scaturiscono momenti più intensi e lirici alternati a elementi di indeterminazione o di casualità. La voce di Princesa ‘tradisce’ il raggiungimento del suo obiettivo, la trasformazione del proprio corpo, mentre quella di Caffariello ‘rivela’ tutta la sua intrinseca caratteristica di voce femminile in un corpo maschile.

Sabato 28 e domenica 29 gennaio, SPE:  dalle ore 10.30, Dynamis presenta la performance “iD” ; produzione Associazione Culturale Dello Scompiglio e Teatro Vascello Centro di Produzione Teatrale La Fabbrica Dell’Attore. La performance, per uno spettatore per volta, è ispirata al documento che definisce la nostra identità – Identity Document e indaga la percezione dello sguardo, la condizione imbarazzante che causa il pregiudizio verso lo straniero, inteso semanticamente come ciò che non si conosce e si interroga sulla definizione di identità individuale. L’obiettivo è aprire un dialogo, un confronto paritario, uno scambio tra due realtà, una scoperta spogliata dei pregiudizi quotidiani (vincitore del Bando).
Sabato (ore 10.30-12.30 e 15.00-17.00) e domenica (ore 10.30-12.30), “Interrogare e scardinare il naturale: l’eresia degli studi di genere”, terzo e ultimo ciclo di conferenze sulla relazione fra “il genere” e “il politico” e sui processi volti alla costituzione del “normale”, del “mostruoso” e dell’”eretico”. Con interventi di Luca Greco, docente di Sociolinguistica all’Université Sorbonne Nouvelle – Paris III; Sara Garbagnoli, Université Sorbonne Nouvelle – Paris III; Emanuela Abbatecola, Università degli Studi di Genova; Gianfranco Rebucini, EHESS – École des Hautes Etudes en Sciences Sociales, Paris; modera la tavola rotonda conclusiva Sandra Burchi, Università di Pisa.

La manifestazione, che prosegue fino a giugno 2017, gode del patrocinio del Comune di Capannori.