Margherita racconta il giorno in cui la mafia sterminò la sua famiglia

Venerdì 16 dicembre 2016 alle ore 9.30 ed alle ore 17.30 si terrà presso la mostra-installazione “La Mafia siamo noi” di Gerardo Paoletti nella Sala degli Archi in Fortezza Nuova a Livorno (vi resterà fino al primo gennaio 2017), un’iniziativa collaterale dal titolo “La mafia addosso” aperta alle scuole (la mattina) ed alla cittadinanza (il pomeriggio) che vedrà la partecipazione di Margherita Asta che racconta il giorno in cui Cosa Nostra sterminò la sua famiglia.

La mattina del 2 aprile 1985 a Trapani, nella frazione di Pizzolungo, una bomba esplose al passaggio di due automobili: in una c’erano una giovane mamma, Barbara Rizzo e due dei suoi figli, Salvatore e Giuseppe; nell’altra il giudice Carlo Palermo e la sua scorta, l’obiettivo dell’attentato perpretato da Cosa Nostra. La prima auto fece da scudo alla seconda, consentendo al sostituto procuratore di Trapani e all’autista di sopravvivere, seppur feriti. Barbara Rizzo e i suoi due gemelli di 6 anni furono dilaniati. Per un puro caso si salvò Margherita, la primogenita, semplicemente perché quella mattina fu una vicina e non la madre ad accompagnarla a scuola. Margherita Asta ricorda ogni istante di quella giornata e far sì che non si dimentichi significa per lei promuovere incessantemente, insieme a Libera, la cultura della legalità e della lotta alla mafia. Insieme a Margherita Asta interverranno il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, Don Andrea Bigalli (referente in Toscana di Libera) e Gerardo Paoletti (autore dell’installazione multimediale “La mafia siamo noi”). È un progetto promosso da Regione Toscana, Comune di Livorno in collaborazione con Libera.