Maggio Musicale: va in scena “Nabucco” il 4, 7, 10 e 13 ottobre. Con Placido Domingo nel ruolo del titolo e Maria José Siri. A seguire l’intervista di Fulvio Venturi al soprano che interpreta il suo tredicesimo ruolo verdiano

Da domenica 4 ottobre al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino a Firenze (piazzale Gus) va in scena Nabucco nell’allestimento del Teatro Lirico di Cagliari. Nel ruolo del titolo c’è Placido Domingo, Abigaille è Maria José Siri, Ismaele / Fabio Sartori, Zaccaria / Alexander Vinogradov, Fenena / Caterina Piva. Il Gran Sacerdote / Alessio Cacciamani, Abdallo / Alfonso Zambuto, Anna / Carmen Buendia. Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, maestro del Coro Lorenzo Fratini. Regia di Leo Miuscato, sul podio della direzione di orchestra il maestro Paolo Carignani.

Le rappresentazioni saranno il 4 ottobre alle 10, il 7 sempre alle 20, il 10 alle 15.30, il 13 ancora alle 20.

Sinossi (dal sito del Maggio Musicale): Quando Giuseppe Verdi incontra Bartolomeo Merelli, impresario del Teatro alla Scala, non vuole saperne di comporre una nuova opera: è distrutto dal dolore della morte dei figli e della moglie e si è convinto di essere un pessimo musicista per il fiasco della sua seconda opera, Un giorno di regno. Merelli riesce a infilare nella tasca del pastrano di Verdi il libretto per una nuova opera, il Nabuccodonosor, la cui commissione è stata rifiutata da Carl Otto Nicolai. Giunto a casa, Verdi, arrabbiato, getta via il libretto con l’intenzione di distruggerlo, ma questo si apre sui versi del “Va’ pensiero”: è l’ispirazione che cercava.

 

L’INTERVISTA / Maria José Siri

A seguire un’intervista del critico musicale e autore Fulvio Venturi al soprano Maria José Siri (sopra il titolo e nella foto a seguire. Credito fotografico: Amati e Bacciardi).

Venturi: Abigaille è da sempre considerato uno dei ruoli più impegnativi scritti per la voce di soprano: lei come si avvicina, vocalmente e interpretativamente, a una parte per molti versi così mitica e anche temuta?

Siri: Indubbiamente mi ci avvicino da belcantista: per me debuttare questo ruolo è la logica evoluzione dopo Norma. L’aver già affrontato tanti altri ruoli verdiani sicuramente mi offre più esperienza per questa parte, che è molto temuta ma anche molto amata, perché nella musica scritta per lei c’è tutto quanto un soprano potrebbe cantare: acuti, gravi, pianissimi, fortissimi, frasi da soprano spinto, coloratura da drammatico e un finale legatissimo da soprano lirico: quindi se per altri ruoli ci vorrebbero due soprani qua ce ne vorrebbero tre! Ovviamente questo lo dico in modo scherzoso ma in realtà se la difficolta è molto alta , altrettanto lo è la soddisfazione . 

Venturi: La stragrande maggioranza dei personaggi che abitualmente porta in scena sono eroine “positive”, spesso vittime innocenti; che effetto le fa dare vita a un personaggio femminile che ha certamente chiaroscuri, ma che, almeno fino all’ultima scena, è spesso caratterizzata come la “cattiva” della situazione? 

Siri: È molto divertente fare la “cattiva “; questi salti mortali di due ottave sono qualcosa che nel corpo si sente come una grande sfida tecnica e fisica, e poi il carattere del personaggio è guerriero ma internamente soffre molti contrasti e ciò rende Abigaille un ruolo bellissimo da interpretare. 

Venturi: Con Abigaille arriva in totale a ben tredici ruoli verdiani in repertorio: può parlarci di quelli che preferisce, quelli che le hanno dato maggiori soddisfazioni? Ce ne sono altri che le piacerebbe aggiungere al proprio repertorio?

Maria José Siri

Siri: Da Aida che è stato il mio primo ruolo verdiano insieme a Traviata che ormai non canto più fino, a questo debutto di Abigaille sono passata per i più bei ruoli del grande compositore bussetano. Ricordo particolarmente Desdemona, I due Foscari, Simon Boccanegra, e ancor più ho adorato cantare Don Carlo e Don Carlos, edizione italiana e francese, tutte e due in 5 atti, e poi Il trovatore e Un ballo in maschera che ho affrontato spesso, e ultimamente Attila e Forza del destino: ognuna di queste opere mi ha insegnato a cantare meglio . Io mi sento soprattutto un soprano verdiano perché il mio approccio è sempre belcantistico, le mie scelte saranno sempre quelle di rispettare il compositore, e Verdi è il miglior maestro di canto italiano .

Venturi: Siamo in Toscana, e i nostri operisti più celebri sono Mascagni e Puccini: di quest’ultimo ha cantato quasi tutto, mentre il primo al momento non è presente nel suo repertorio. Se non erro avrebbe dovuto inaugurare questa stagione 2020 dell’Arena di Verona debuttando nel ruolo di Santuzza in Cavalleria rusticana. Come sarebbe stata la sua Santuzza? Ha in programma di riprenderla in altri teatri? E ci sono altre opere mascagnane che le piacerebbe cantare? 

Siri: Di Puccini ho cantato quasi quasi tutto; ho in programma due ruoli che farò con grande piacere in futuro, uno di questi sarà La fanciulla del West. Mascagni è un compositore che amo: l’anno prossimo debutterò nella parte di Santuzza, e dovrete venire all’Arena di Verona per vedere come io sento questo personaggio affascinantissimo. Sì, vorrei fare altre opere di Mascagni; ho avuto offerte per Nerone e Iris, e sarebbe bello fare queste opere in futuro . 

Venturi: I prossimi impegni?

Siri: Alcuni allestimenti di Adriana Lecouvrer, altre produzioni di Manon Lescaut, poi sempre Aida, e, come già accennato, il mio debutto nel ruolo di Santuzza e in quello di Minnie.