Spazio, vita e identità al Festival della Mente

Cos’è lo spazio? E come esso si collega al trascorrere della vita e all’identità? Quando è nato lo spazio e quando il tempo? Quali sono i confini dell’anima e quelli del mondo? Lo spazio e tutto quello che si collega ad esso, protagonisti dell’edizione numero tredici del Festival della Mente, edizione 2026, come sempre a Sarzana nel primo weekend di settembre.

Spettacoli, incontri, creatività e soprattutto la presenza di filosofi e letterati, scienziati, storici e artisti. Trentanove gli interventi nei tre giorni dell’evento la cui direzione scientifica è affidata a Gustavo Pietropolli Charmet e quella artistica a Benedetta Marietti. Il Festival – apertura con il sindaco Alessio Cavarra e con il presidente della Fondazione Carispezia, Matteo Melley – ha come protagonista iniziale Salvatore Veca con il tema “Un’idea di spazio pubblico” mentre Jonathan Safran Foer e Ranieri Polese si confrontano su “Quel luogo chiamato casa”. Nadia e Fausto Mesolella discutono su “L’ultimo giorno d’estate” e Guido Tonelli esplora “La nascita dello spazio (e del tempo)”.

Fra i relatori anche Riccardo Staglianò con “Il posto non c’è più”, Claudio Bertocci e Chiara Valerio con “Altre mappe, altri mondi. Rappresentazioni dello spazio”, GIovanni Bignami con “Dalle stelle alla vita: una, cento, mille Terre”, Chiara Saraceno con “Famiglie confinate e famiglie senza confini”, Giuseppe Cederna con “Dall’altra parte del mare”, Piergiorgio Odifreddi con “Diamo spazio alla stipidità”, Marco Belpoliti con “La poetica dello spazio. Parole e disegni sul luogo in cui viviamo”, Gabriella Caramore “I confini dell’anima e quelli del mondo”, Bruno Arpaia e Alessandro Zaccuri con “La memoria dello spazio. Le macerie del clima è la pattumiera di casa”.

(e.a.)