Livorno, per Bobo Rondelli e Nada arriva il riconoscimento della “Canaviglia”. Cerimonia a Palazzo Civico martedì 4 giugno

Martedì 4 giugno, alle ore 12.30, nella sala cerimonie del Palazzo Civico di Livorno il sindaco Filippo Nogarin conferirà la Canaviglia a Bobo Rondelli  e Nada Malanima. L’assegnazione del riconoscimento è un omaggio che l’Amministrazione vuole rendere a due personaggi del mondo della musica, e non solo, che hanno contribuito a dare lustro alla città. (Sopra il titolo: una delle immagini più famose della Canaviglia, ovvero il disegno utilizzato per le storiche pubblicazioni  – sottotitolo: Livorno nella narrativa, nella storia, nell’arte – dell’editore U. Bastogi).

Queste infatti le motivazioni che sono state riportate nella pergamena che verrà loro consegnata insieme al riconoscimento.

A Bobo Rondelli: “cantautore, poeta, attore e performer la cui carriera artistica si è sempre inspirata alla sua città natale; con la sua opera dipinge un affascinante spaccato di Livorno, un mondo vivace e plebeo, di cui il geniale e sconsiderato cantautore è la voce più autentica, esilarante e commovente”.

A Nada Malanima (in arte Nada): “cantante, cantautrice, attrice e scrittrice ha segnato un’epoca con le sue canzoni ed è considerata una delle interpreti più originali e coraggiose della musica italiana contemporanea inspirata durante la sua carriera dal grande poeta e cantante livornese Piero Ciampi”.

Nada Malanima, nota semplicemente come Nada (Gabbro, 17 novembre 1953), maggiormente conosciuta come cantante e cantautrice, è anche attrice e scrittrice italiana. Figlia d’arte (il padre era clarinettista), Nada Malanima è nata a Gabbro, una frazione di Rosignano Marittimoo. Fu la madre a scegliere l’insolito nome quando una zingara, di nome per l’appunto Nada, le predisse leggendole la mano che avrebbe avuto una figlia, e che questa avrebbe viaggiato e avuto successo e fu lei a farla approcciare al mondo della musica. Nada comincia ad esibirsi durante feste di paese finché viene scoperta da Franco Migliacci noto paroliere e talent scout.

nada

Dopo un primo 45 giri, a soli quindici anni debutta con “Ma che freddo fa” al Festival di Sanremo 1969 che la spinge al primo posto in hit-parade per cinque settimane regalandole un’enorme e improvvisa popolarità in Italia, Spagna, Giappone e altri paesi; viene soprannominata Il pulcino del Gabbro per la sua giovanissima età. Nel 1971 vince il Festival. L’incontro con il cantautore e poeta Piero Ciampi, avrebbe segnato una svolta nella sua carriera verso una maggiore maturità artistica. Si avvicina inoltre alla nuova canzone d’autore italiana collaborando con alcuni grandi nomi giunti solo qualche anno dopo alla vera notorietà (come ad esempio Antonello Venditti, Riccardo Cocciante e Claudio Baglioni). Nel 1983, la cantante ottiene la vittoria nell’ambito di alcune popolari rassegne, tra cui Vota la voce, come miglior cantante donna dell’anno. Nel 2008 il romanzo autobiografico Il mio cuore umano, che nel 2009 diventa anche uno spettacolo teatrale incentrato sul suo percorso artistico e personale (Musicaromanzo). Dal romanzo viene tratto anche un film TV, per la regia di Costanza Quatriglio, intitolato Il mio cuore umano, andato in onda il 20 agosto 2009 sulla RAI. All’inizio di marzo 2017 Nada vince l’importante Premio Amnesty Italia. L’artista, che ha segnato un’epoca con le sue canzoni, non ha mai abbandonato il mondo dello spettacolo. La cantautrice toscana continua a fare concerti e ospitate in giro per l’Italia. Oltre alla musica ha deciso di dedicarsi ad altre arti, come la scrittura. Negli ultimi anni ha scritto ben quattro romanzi, di cui l’ultimo (Leonida) è uscito nel 2016. È considerata una delle interpreti più originali e coraggiose della musica italiana contemporanea. Non solo sette note e scrittura: l’interprete è pure un attrice e nel corso del tempo ha preso parte a diversi film e fiction. Proprio il cinema l’ha fatta conoscere alle generazioni più giovani. Un suo brano, Senza un perché, è stato inserito nel film The Young Pope, firmato da Paolo Sorrentino. Tanto è bastato per rilanciare Nada nelle classifiche musicali di tutto il mondo, con grande orgoglio della diretta interessata.

Roberto Rondelli, Bobo, cantautore, poeta, attore e performer, nasce il 18 marzo 1963 a Livorno, città che ispira da sempre la sua carriera artistica. Fin dagli inizi si cimenta nelle cover band dando vita al trio Les Bijoux, per poi formare gli Ottavo Padiglione, band che riscuote un discreto successo anche al di fuori della Toscana soprattutto grazie ai testi di Rondelli, introspettivi ed ironici, specchio di una cultura, quella toscana, che racchiude un modo di essere, cinico e spassionato. Il risultato è il singolo intitolato Ho Picchiato La Testa, prodotto da Pirelli, che impazza nelle radio e vende ben 30.000 copie. La vita artistica degli Ottavo Padiglione prosegue con una serie di dischi pubblicati da major fino al 1999-2000, quando la band si scioglie e Bobo inizia la sua carriera solista. Nel 2001, infatti, viene pubblicato Figli del nulla, un disco che esprime tutta la personalità di Bobo, seguito un anno dopo da Disperati intellettuali ubriaconi, prodotto e arrangiato da Stefano Bollani. Per la critica specializzata si tratta di un autentico successo. Molti giornali, fra i quali Il Corriere della Sera e La Repubblica, ne parlano con toni lodevoli ed è così che Bobo Rondelli vince, nel 2001, il Premio Ciampi per il miglior arrangiamento. Negli anni successivi esce un best of degli Ottavo Padiglione e si dà alle colonne sonore di film quali Sud Side Stori di Roberta Torre di cui è il protagonista, e Andata e Ritorno di Alessandro Paci. Seguirà un periodo di silenzio terminato nel 2009, anno della pubblicazione di Per Amor Del Cielo prodotto da Filippo Gatti, album che contiene nove brani caratterizzati dall’intimismo di una persona che ha fatto della riflessione uno stile di vita. Risale a maggio 2009 anche il road-movie L’uomo che aveva picchiato la testa che il regista Paolo Virzì dedica a Bobo, che ne è attore protagonista, recentemente pubblicato in DVD da POPOLI DOC, la collana del Festival dei Popoli. Dopo una lunga stagione concertistica tra teatri e piazze, nell’ottobre 2011 esce L’ora dell’ormai, che contiene dodici brani e una poesia del poeta meneghino Franco Loi. Nel marzo 2013 Bobo registra A Famous Local Singer, album di respiro internazionale nato dall’incontro con la brass band l’Orchestrino, prodotto da Patrick Dillett (già a lavoro con David Byrne, They Might Be Giants, Soul Coughing, Lounge Lizards, Bebel Gilberto, Notorious B.I.G., Mariah Carey, Queen Latifah, Brian Eno, Angelique Kidjo), uscito in Italia a inizio giugno dello stesso anno per Ponderosa Music&Art. Il 2014 vede la consacrazione mediatica di Bobo con partecipazioni prestigiose a show televisivi e radiofonici, compresa un’intensa e incessabile attività live.

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Nel 2015 esce il disco “Come i Carnevali” per Picicca dischi e seguirà un lungo e continuo tour in italia e all’estero. Il labronico Bobo Rondelli cavalca l’onda del suo momento magico, che lo ha da poco portato ad esibirsi nella Grande Mela e in un’applauditissima performance sul palco del Premio Tenco, annuncia l’uscita di un album tributo a Piero Ciampi. Coronamento di una serie di spettacoli che Bobo sta portando a giro da un po’ di tempo dal nome “Ciampi ve lo faccio vedere io”, il giorno 19 dicembre questo nuovo lavoro uscirà come allegato al quotidiano il Tirreno e vedrà ufficialmente la luce a inizio 2016. Il disco è stato registrato live il 19 novembre scorso presso il Nuovo Teatro delle Commedie di Livorno all’interno del Premio Ciampi Città di Livorno 2015.

STORIA DELLA CANAVIGLIA – A fianco della “Livornina”, massima onorificenza della città, in occasione del 400° anniversario della fondazione (19 marzo 1606-19 marzo 2006), il Comune di Livorno ha istituito un nuovo riconoscimento: la Canaviglia. Ispirata all’antico edificio posto sul bastione lato mare della Fortezza Vecchia, l’onorificenza viene consegnata a persone, enti o associazioni locali che abbiano dato impulso e vitalità alla città con opere concrete in campo sociale, culturale, scientifico e sportivo. La Canaviglia consiste in una targa d’argento che riproduce l’immagine del bastione fortilizio o più precisamente l’antico palazzotto che Cosimo I de’ Medici fece costruire nel 1544 proprio sopra il bastione , all’ingresso del porto. Lo stesso luogo – come riporta il Piombanti nella Guida storica ed artistica della città – fu anche teatro di sperimentazioni, una sorta di “laboratorio” per confermare le conclusioni di Galileo Galilei sul moto dei proiettili. La Canaviglia rappresenta quindi per la città un luogo importante, d’interesse storico-scientifico, ma non solo: la Canaviglia è luogo emblematico per Livorno, con il suo protendersi verso il mare, a dominare l’ingresso del porto.