Livorno, al Museo Civico Fattori esposte nella Sala Rossa cinque opere di Gabriele Gabrielli, pittore livornese suicidatosi nel 1919 a 24 anni. Tormentato e inquieto scelse una pittura macabra ed esoterica

Nella Sala Rossa del Museo Fattori  di Livorno, ospitato a Villa Mimbelli (via S. Jacopo in Acquaviva) trovano temporanea esposizione le cinque opere del pittore livornese Gabriele Gabrielli (1895 – 1919) presenti nelle collezioni civiche.
Egli fu artista di grande interesse ma dalla vita tormentata e inquieta, che non mancò di tradurre nelle sue pitture macabre, ossessionate ed eccentriche, l’artista belga Charles Doudelet definì “pittura medianica”, poiché capace di evocare incubi e presagi nefasti.

Sarà così possibile un incontro con l’arte allucinata di Gabrielli di cui sono esposte le seguenti opere:

  • Sul letto di morte, 1915 – 1917
  • La cavalcata della Morte, 1915 – 1917
  • Ospedale Notturno Agonia, 1914 – 1919
  • I fiori del Male, 1918 – 1919
  • Paesaggio Notturno, 1918 – 1919

“Gabriele Gabrielli dipingeva da quattro anni soltanto. E fu la sua una rivelazione improvvisa. Non proveniva da nessuna scuola ed entrava nell’arte senza nessuna preparazione tecnica. Lo confessava egli stesso. N’era anzi orgoglioso”.

Annotava così, il 18 dicembre del 1919, un anonimo giornalista del Telegrafo annunciando la scomparsa, a soli ventiquattro anni, di Gabriele Gabrielli (Livorno, 1895 – 1919) uno dei più singolari, eccentrici, bizzarri e tormentati pittori italiani d’inizio Novecento: la sua carriera durò pochi anni. Gabrielli, pittore dall’anima inquieta, aveva infatti deciso di porre fine alla sua vita con un colpo di pistola. Accanito lettore di Edgar Allan Poe e di Charles Baudelaire (da cui desume l’ispirazione per la sua opera qui esposta Fiori del Male), la sua pittura macabra e dai temi esoterici fu fortemente influenzata da Vittore Grubicy De Dragon e da Charles Doudelet, pittori sensibili alle influenze nordiche e simboliste che transitavano spesso in città.
L’esperienza artistica del pittore livornese non mancò di attirare l’attenzione dei contemporanei, ma la precoce scomparsa e una produzione piuttosto contenuta limitarono la sua fortuna critica, e solo in tempi recenti pochi sparuti contributi hanno cercato di valorizzare la sua ricerca anticonvenzionale ma di sicuro interesse.

L’allestimento è visitabile nell’orario di apertura del Museo Fattori con il regolare biglietto di ingresso.

Orari: Dal martedì alla domenica: 10:00 – 13:00 e 16:00 – 19:00

Bibliografia:

  • Francesca Cagianelli, Giuseppe Argentieri, Gabriele Gabrielli – un allievo spirituale di Vittore Grubicy al Caffè Bardi, Fondazione Cassa di Risparmio di Livorno, 2008
  • Federico Giannini, Ilaria Baratta,  Gabriele Gabrielli, un “efficace creatore di sensazioni di orrore” nella Livorno d’inizio ‘900, Finestre sull’Arte, scritto il 31/10/2021.

ℹ INFO
Tel.0586–808001/824607
Mail infomuseofattori@comune.livorno.it