Leggermentea Livorno. Il 13 luglio alle 21.30 al Parco Centro Città c’è Saverio Tommasi con “In fondo basta una parola”. alle 19 a Villa Fabbricotti Franco Arminio presenta “Lettera a chi non c’era”

TOMMASI AL PARCO CENTRO CITTÀ

Martedì 13 luglio 2021 alle ore 21:30 il Parco Centro Città ospiterà l’appuntamento della rassegna “Leggermente: incontri letterari”, quest’anno giunta alla terza edizione.

Ospite della serata sarà Saverio Tommasi, autore, video reporter e giornalista di Fanpage.it, che presenterà il suo ultimo libro “In fondo basta una parola”, edito da Feltrinelli.

L’evento si terrà nella zona adiacente al Parchino Bistrot con il saluto dell’assessore Andrea Raspanti, che si occupa di diritti, politiche sociali, terzo settore e emergenza abitativa.

Saverio Tommasi racconta al pubblico il suo nuovo libro “In fondo basta una parola” (edito da Feltrinelli) concentrandosi sull’importanza delle parole, parole da “portarsi dietro nelle tasche dei pantaloni, nel taschino della camicia, della giacca, infilate nella punta delle scarpe, dentro i calzini e finanche nelle mutande” per poter attuare una vera e propria rivoluzione, perché una parola può ferire, ma può anche salvare, quindi usare le parole oggi, impiegare tempo per farle risuonare, significa non avere perso la speranza.

L’evento è gratuito.

Per partecipare è possibile prenotarsi su https://leggermente.eventbrite.it/

Note sul libro

Saverio Tommasi, In fondo basta una parola (Feltrinelli, 2021)

Cinquanta parole per interrogarsi: dalle più disarmanti, come “grazie” o “vergogna”, alle più coraggiose, come “trasgressione”, “scabroso”, fino ad arrivare ai fondamentali – “lavoro”, “cuore”, “vita e morte”. Cinquanta parole che portano con sé piccole storie di disaffezione quotidiana all’indifferenza, perché la rivoluzione gentile può partire soltanto da parole dannose al conflitto. Perché una parola può ferire, ma può anche salvare. “Usare le parole oggi, impiegare tempo per farle risuonare, significa non avere perso la speranza; portarsi dietro delle parole nelle tasche dei pantaloni, nel taschino della camicia, della giacca, infilate nella punta delle scarpe, dentro i calzini e finanche nelle mutande, significa avere l’ardire di cercare una soluzione nonostante tutto e senza il preconcetto del luogo più adatto. Procuratevi una lampara per cercare le vostre parole preferite in mezzo alle altre. Procuratevi uno scalpello e un bedano per i tagli più profondi. Un vocabolario per calmare la vostra fame. Non siate timidi e tiratele fuori le parole, non siate tirchi e datele come conforto, condividetele come dialogo.” Delle parole è sempre stato innamorato, Saverio Tommasi, e del racconto, delle storie ha fatto la sua professione, al punto che oggi è uno dei giornalisti più seguiti in Italia, fra gli adulti così come fra i ragazzi – le sue videoinchieste, di carattere sociale, superano abitualmente i 2 milioni di visualizzazioni, e 500.000 persone lo seguono su Facebook. “Ho sempre vissuto tenendo delle storie per mano, ho sempre saputo – ancora prima di saperlo – che noi siamo le storie degli altri.”

Saverio Tommasi / Saverio Tommasi è nato e vive a Firenze. Diplomato all’Accademia di Arte Drammatica dell’Antoniano di Bologna, ha lavorato in teatro per quasi dieci anni. È reporter di Fanpage.it, seguitissima testata giornalistica online, autore di reportage e inchieste in Italia e all’estero. Nei suoi video affronta temi di grande attualità e sensibilità. Nel 2019 ha fondato Sheep Italia, un’associazione che arriva a chi ha bisogno partendo da chi ha bisogno, dove si insegna a intrecciare la lana, si instaurano relazioni, si condividono i propri percorsi di vita e poi, si prova a riprenderla in mano, mentre le coperte realizzate vengono destinate ai senzatetto, come ultimo atto di un progetto che si nutre di tutte le storie che la lana tesse; non resta solo un’opera di carità, ma una comunità ampia. Autore di “Siate ribelli, praticate la gentilezza” (Sperling & Kupfer, 2018) e “Sogniamo più forte della paura” (Sperling & Kupfer, 2019), nel 2021 pubblica con Feltrinelli “In fondo basta una parola”. La sua pagina Facebook è seguita da mezzo milione di persone.

La rassegna Leggermente: incontri letterari è organizzata dalla Biblioteca Labronica del Comune di Livorno, Itinera Progetti e Ricerche, Fondazione Livorno, Fondazione Livorno Arte e Cultura, LaFeltrinelli di Livorno, il Chioschino di Filippo Brandolini, il Parchino Bistrot di Federico Quercioli, con la preziosa collaborazione di Musiche Metropolitane, Deep Festival, teatro Mo-wan, Livù, Uovo alla Pop e Meteora.

Tutti gli incontri si tengono nel rispetto delle normative anti-Covid.

La partecipazione agli incontri è su prenotazione sulla piattaforma Eventbrite.

https://leggermente.eventbrite.it/

Per informazioni: dal lunedì al venerdì ore 10.00-19.00 tel. 0586/894563

sabato e domenica ore 10.00-19.00 tel. 0586/824552

mail: leggermente@itinera.info

Facebook: LeggerMente Livorno | Twitter: @LeggerMente Livorno | Instagram:leggermente_livorno

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ARMINIO A VILLA FABBRICOTTI

Martedì 13 Luglio alle ore 19  il parco di Villa Fabbricotti ospiterà l’appuntamento della rassegna “Leggermente: incontri letterari”. Franco Arminio presenta il suo libro “Lettera a chi non c’era”, edito da Bompiani. La raccolta parte dai suoi luoghi e allarga lo sguardo per rievocare ad una ad una i terremoti e le disgrazie italiani, scavando tra le macerie con l’indignazione delle sue prose civili e la dolente tenerezza dei suoi versi.
L’autore sarà introdotto dal poeta Paolo Cosci.
L’evento è gratuito. Per partecipare all’incontro è consigliato prenotarsi su https://leggermente.eventbrite.it/
Note sul libro
Franco Arminio, Lettera a chi non c’era, Bompiani, 2021.
Il terremoto del 1980 in Irpinia, che travolse una terra già segnata dall’emigrazione, e la ricostruzione, che produsse tanti guasti ma non ha portato via la grazia antica di quei luoghi. Gli altri terremoti italiani, da quelli di Messina e Avezzano ai più recenti dell’Emilia, de L’Aquila e delle Marche. E in mezzo, tante disgrazie collettive, imprevedibili o dovute all’incuria umana. Questo libro è al tempo stesso un inedito catalogo delle nostre fragilità, di tutte levolte incu i laTerra c i ha
ricordato che siamo piccoli quanto formiche sul suo grande dorso, e un appello rivolto a chi viaggia distratto attraverso le persone e le cose, perché “quelloche è accaduto non è frutto del caso o di una congiura, […] non riguarda solo chi è morto o i suoi familiari, riguarda noi e i nostri figli, riguarda soprattutto chi non c’era.” Arminio chiede con ardore alla letteratura di farsi testimonianza, ci ricorda che l’ascolto e l’attenzione alle parole sonoilprimopassoperricostruire la speranza.
Franco Arminio
Franco Arminio è nato e vive a Bisaccia (Avellino). Collabora con il Corriere della sera, Il manifesto, e Il Fatto Quotidiano; definitosi “paesologo”, è documentarista e promotore dibattagliecivili.Viaggia e scrive, in cerca di meraviglia e in difesa dei piccoli paesi; è ispiratore e punto di riferimento di molte azioni contro lo spopolamento dell’Italia interna. Nel 2009, con Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia, è stato candidato al Premio Napoli. Roberto Saviano ha definito Franco Arminio «uno dei poeti più importanti di questo paese, il migliore che abbia mai raccontato il terremoto [dell’Aquila] e ciò che ha generato», citando un suo passo:«Venticinque anni dopo il terremoto dei morti sarà rimasto poco. Dei vivi ancora meno».