“Le nozze di Figaro” al Goldoni di Livorno sabato 23 e domenica 24 novembre. Il regista Massimo Gasparon: “Un’attualissima e straordinaria commedia umana”

Tutto pronto al Teatro Goldoni di Livorno dove nell’ambito della stagione lirica 2019/2020 sta per andare in scena l’opera “Le nozze di Figaro”, commedia per musica in quattro atti di Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte. L’allestimento è del Teatro Sociale di Rovigo, coproduzione Teatro Goldoni di Livorno, Teatro Verdi di Pisa e Teatro del Giglio di Lucca. Il debutto è sabato 23 novembre 2019 alle ore 20.30, con  replica domenica 24 alle ore 16. Sul podio per dirigere l’Orchestra della Toscana c’è il maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli. Coro Lirico Toscano, maestro del coro Chiara Mariani.

A seguire le note del regista Massimo Gasparon.

Le nozze di Figaro: un matrimonio all’italiana.

di Massimo Gasparon

Quasi 250 anni dopo la prima della versione teatrale del testo originale, quest’opera lirica geniale si impone ancora come un’attualissima e straordinaria commedia umana attraverso il racconto delle vite di tre coppie protagoniste che cambiano radicalmente nell’arco di un solo giorno.

La folle giornata o Il matrimonio di Figaro è infatti la seconda parte di una trilogia teatrale composta dal drammaturgo francese Pierre Augustin Caron de Beaumarchais nel 1778. Le altre due opere teatrali che la compongono sono Il barbiere di Siviglia e La madre colpevole. 

La vicenda della prima delle tre opere italiane, scritta dal compositore salisburghese a 29 anni su libretto di Lorenzo da Ponte, ci trascina in un susseguirsi di colpi di scena che complicano e stravolgono i destini dei protagonisti in un turbinio imprevedibile e geniale che ben poco ha di spagnolo: il vero spirito della vicenda è prettamente italiano come il librettista, con un gusto compiaciuto per l’intrigo ed il complotto, dove la ricerca della libertà individuale travolge ogni struttura sociale e gerarchica precostituita. 

Le nozze di Figaro riprende tre anni dopo la fine de Il barbiere di Siviglia quando Figaro è promesso sposo di Susanna; entrambi i personaggi fanno parte dello staff del Conte nella sua dimora. Nei tre anni trascorsi da quando Figaro ha contribuito a forgiare il matrimonio del Conte e di Rosina, il Conte si è già annoiato del suo matrimonio, ma si è accorto della bellezza di Susanna, cameriera della moglie, alla quale cerca di imporre lo ius primae noctis. Figaro si rivela un Prometeo borghese che con spavaldo coraggio fronteggia le avances del Conte rivolte alla sua promessa sposa e ribadisce per tutta l’opera il diritto inviolabile di ogni uomo all’autodeterminazione. Fu Mozart stesso a portare una copia della commedia di Beaumarchais a Da Ponte e concordò con lui di rimuovere tutti gli elementi di satira politica vera e propria dalla storia. Evidentemente per problemi di censura, ma anche perché fortemente interessato all’aspetto più intimo di questa rivoluzione sociale.

L’intreccio serrato e folle, in cui donne e uomini si contrappongono nel corso di una giornata di passione travolgente, con eventi drammatici e comici, consacra gli umili più signorili ed intelligenti dei loro padroni. Il senso di nuova libertà rapidamente si insinua nell’animo di ogni personaggio: la stessa Contessa ritrova così nuova forza d’animo che le permette di reagire all’infedeltà del marito. Susanna l’assiste e la protegge, rivelandosi lei vera padrona e rendendo palese come i nobili risultino ormai infantili, viziati ed incapaci di avere responsabilità o prendere autonomamente decisioni razionali. Figaro e Susanna sono straordinariamente rapidi e decisi nei loro piani, senza alcun scrupolo o timore riguardo le possibili conseguenze dando linfa ad una straordinaria commedia degli equivoci, dove lo scambio di persona diventa la chiave di lettura di ogni relazione umana: fondamentalmente infedele per natura, l’uomo trova un compromesso attraverso il ricatto e l’inganno, in una visione comica ma spesso molto amara.

L’intera vicenda può anche essere letta come una metafora delle 4 stagioni dell’amore nel corso della vita umana: Cherubino e Barbarina rappresentano l’alba, l’amore acerbo, Susanna e Figaro il mattino, l’amore che sboccia nel pieno della passione, il Conte e la Contessa il pomeriggio inoltrato del tramonto, dove l’amore già stanco e perde passione, Marcellina e don Bartolo la notte, l’amore maturo.

La grande modernità di quest’opera consiste in una visione cinica ma profondamente onesta del genere umano: ognuno di noi è sempre pronto a tradire, mentendo e ricattando il prossimo, in nome del proprio interesse temporaneo, ben conscio che in fondo la brevità della vita non ci concede di abbandonarci a facili malinconie.

Il cast de Le nozze di Figaro al Teatro Goldoni_foto Bizzi
Il cast dell’opera “Le nozze di Figaro” nel Foyer del Teatro Goldoni di Livorno (ph. Pizzi). Sopra il titolo: una scena (particolare), ph. Loris Slaviero

IL CAST

Il conte di Almaviva, grande di Spagna / Salvatore Grigoli, Wellington Moura

La contessa di Almaviva, sua moglie / Marta Mari, Marily Santoro

Susanna, cameriera della contessa / Giulia De Blasis, Silvia Lee

Figaro, cameriere del conte / Nicola Zaccardi, Matteo D’Apolito

Cherubino, paggio del conte / Irene Molinari, Diana Turtoi

Marcellina, governante / Alessandra Rossi

Bartolo, medico di Siviglia / Davide Procaccini

Basilio, maestro di musica / Francesco Napoleoni

Don Curzio, giudice / Mauro Secci

Antonio, giardiniere del conte e zio di Susanna / Gabriele D’Orazio

Barbarina, sua figlia / Maria Salvini

Prima donna / Annarita Dallamarca

Seconda donna / Maria Luce Menichetti