L’Accademia di Belle Arti di Carrara compie 250 anni e cataloga gli oltre 25mila volumi (fra cui numerose rarità) del Fondo Antico. Con fotogallery

Nell’ambito delle celebrazioni dei suoi 250 anni l’Accademia di Belle Arti di Carrara si arricchisce di un nuovo percorso museale che coinvolgerà gli spazi della biblioteca e le sale attigue, con la presenza di nuove teche appositamente costruite per esporre, attraverso mostre temporanee aperte al pubblico, volumi, disegni, incisioni sciolte e tante curiosità che compongono il patrimonio librario dell’istituzione carrarese. 

Un risultato che parte da lontano e dalla volontà del direttore Luciano Massari e del presidente Antonio Passa di aprire sempre più l’istituto con i suoi tesori alla cittadinanza per consolidare un rapporto, quello tra Carrara e la sua Accademia, che dura da 250 anni.

Con questa operazione si viene ad aggiungere una tappa di un percorso tematico estremamente importante per valorizzare il “museo diffuso” ospitato all’interno della mura del Palazzo Cybo-Malaspina: il punto di partenza per la realizzazione di questo nuovo itinerario, che avrà per oggetto opere di notevole rilievo, è stata la catalogazione e l’inventario dei volumi del Fondo Antico e Moderno che costituiscono i beni librari dell’Accademia.

  • Oltre 25000 volumi, opuscoli, materiali di varia natura, antichi e moderni, è questa la consistenza del patrimonio librario dell’Accademia di Belle Arti di Carrara in corso di catalogazione informatizzata, a cura della Associazione SURUS di Massa e con la supervisione del personale della biblioteca,  che avrà come risultato un’ agevole consultazione del catalogo online, sia sulla piattaforma del sistema bibliotecario della Provincia di Massa-Carrara che sul catalogo nazionale a cura dell’ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico).

La catalogazione sarà anche un’occasione per valorizzare le intere collezioni attraverso un nuovo inventario di tutti gli esemplari, in modo da conoscerne finalmente la consistenza reale.

L’ attività di ricognizione e riordino sui fondi antico e moderno che si è resa necessaria è stata l’occasione per la riscoperta di autentici tesori, alcuni dei quali vere e proprie rarità a livello internazionale, come un curioso testo satirico sull’America e i neonati Stati Uniti visti dai francesi.

Non mancano testi letterari, una Cinquecentina con un’epistola ciceroniana, traduzioni introvabili delle favole di Fedro e vere e proprie curiosità, come un testo ottocentesco dedicato all’anatomia del cavallo progenitore diretto dei libri pop-up.

  • Il lungo e laborioso lavoro di riordino sta permettendo di scoprire altre notevoli edizioni ed esemplari degni di rilievo sia di ambito storico letterario che artistico da aggiungersi alle importanti opere già note, studiate ed esposte in eccellenti mostre, quali l’Encyclopedie di Diderot e d’Alembert nelle edizioni lucchese e livornese (Lucca, 1758-1776 e Livorno 1770-1792), gli Statuta Carrariae (1574) e i Bandi per il Marchesato di Carrara (1643), le Antichità di Ercolano (Napoli, 1757-1792), la Storia figurata del Regno delle due Sicilie (Roma, 1835) e un vastissimo numero di opere grafiche già studiate in maniera puntuale dai professori Marco Ciampolini, Gerardo De Simone e da Giovanna Bombarda.

Tra i grandi volumi con illustrazioni a incisione è degna di nota l’edizione del 1811 dell’Eneide tradotta da Clemente Bondi con le acqueforti di Bartolomeo Pinelli, qui alle prese con temi classici che denotano una conoscenza e un’influenza dei pittori nordici a Roma che si confrontavano con l’antico. E sempre Pinelli, quello più noto a un vasto pubblico per le sue scene di genere, è l’autore delle 50 tavole a corredo del rarissimo Il maggio romanesco ovvero il palio conquistato: poema epico-giocoso nel linguaggio del volgo di Roma, opera di Giovanni Camillo Perresio del 1835 che contiene anche un incisione fatta dall’artista diciotto ore prima di morire. E poi rilegature singolari, annotazioni curiose ritrovate dentro ai libri, forme di “personalizzazione” dei volumi: è un vero tesoro quello che si trova racchiuso tra le mura del palazzo del Principe, un autentico paradiso per i bibliofili che potrà così essere maggiormente conosciuto.

L’opera di catalogazione, infatti, procede di pari passo con la valorizzazione delle collezioni. In quest’ottica è stata coinvolta anche la sala attigua al Fondo Antico detta “Stanza degli Uomini Illustri” per la presenza di un manufatto marmoreo del 1873, l’Altare degli Uomini Illustri, una sorta di altare laico che accoglie i busti dei carraresi illustri. Questo ambiente, con il recupero delle scaffalature originali, si presenta ora raddoppiato grazie a un collegamento fisico e visivo tra le due sale.

Il riordino, inoltre, mira anche a ricostruire, riunendo fisicamente gli esemplari che ne fanno parte, alcuni dei lasciti che hanno costituito il nucleo fondante della Biblioteca come il Fondo Oreste Raggi, dal nome dell’ avvocato carrarese che nel 1869 donò oltre 3000 volumi e beni tra opuscoli, «disegni, incisioni ed altri oggetti di belle arti»: in questo caso si risponde, a distanza di 150 anni alle volontà del donatore che richiese che la propria donazione restasse distinta rispetto al resto del patrimonio.

“Questo nuovo percorso all’interno delle raccolte – dichiara il direttore Luciano Massari non rappresenta solo un ampliamento degli spazi bibliotecari a servizio degli utenti, ma è un ulteriore passo nella sistemazione museale delle collezioni che si presentano ricchissime per qualità, quantità e varietà dei materiali: abbiamo un patrimonio storico-artistico unico, che comprende sculture di ogni epoca, dalla statuaria antica fino ai giorni nostri, un interessante nucleo di dipinti, strumenti didattici e materiali cartografici e scientifici. L’Accademia è un museo in cui si vive e si lavora quotidianamente, spesso circondati da arredi originali. Un vero privilegio per gli studenti che vengono a formarsi qui e che hanno modo di calarsi nel passato per capire quali direzioni assumere per il futuro”.

Soddisfatto anche il presidente, professor Antonio Passa, che ha una lunga esperienza di prestigiosi incarichi ministeriali.

“L’Accademia condivide pienamente quanto fatto fino adesso-  aggiunge il  professor Antonio Passa -la valorizzazione del patrimonio artistico è fondamentale per comunicare a livello nazionale e internazionale quanto l’Accademia di Carrara dalla sua fondazione ha capitalizzato fino ad ora. Lodevole è l’interessamento del Direttore professor Luciano Massari che da anni si batte perché il nostro patrimonio sia valorizzato e reso disponibile sia per gli interni che per la comunità  di Carrara. Mi congratulo anche con tutti i professori e quanti altri hanno lavorato in questi anni alla ricomposizione di un mosaico così prezioso”.

Infine, in collaborazione con i docenti, saranno realizzate mostre temporanee e saranno, contestualmente, organizzate visite guidate.