LA TRAVIATA. Un flash back spettrale per la Violetta del “Carlo Felice”. Successo personale della giovanissima Maria Mudryak

di FULVIO VENTURI –

Ambientata dal regista Giorgio Gallione e dallo scenografo Guido Fiorato “in un luogo stilizzato, antirealistico, sterile, dove dominano vetro e ghiaccio”, questa Traviata genovese che ha inaugurato la stagione 2016/17 del Carlo Felice, si muove come in un flash black allucinato e spettrale. Violetta muore già dal preludio al primo atto e anche i momenti festosi sono imprigionati in un perenne senso di morte che per il tramite della musica di Verdi si trasforma in modo sublime elaborando il dolore. Ne esce una tragedia surrealista ove affiorano eco della cultura novecentesca legata alle pulsioni insondabili, dei simboli e delle figure incombenti. Luci gelide e persino qualche riferimento pittorico magrittiano.

Abbiamo assistito alla recita del 28 dicembre 2016, la cui direzione musicale era affidata ad Alvise Casellati e le tre parti principali, Violetta Valéry, Alfredo Germont e Giorgio Germont, sono state sostenute da Maria Mudryak, Matteo Lippi e Vladimir Stoyanov.

Diciamo subito che la giovanissima Maria Mudryak (nella foto a destra) è stata la sorpresa della serata, presentando una Violetta appassionata, scoperta, persino ingenua, che ha saputo superare tutti i momenti di difficoltà che Verdi ha riservato al personaggio protagonista di questo capolavoro. L’interpretazione di Maria Mudryak necessita di appropriate sedimentazioni che, considerata l’età, non dovrebbero tardare, ma che al momento non ci sentiamo di richiedere, sottolineandone invece la buona prova vocale e la generosità. Accanto a lei il tenore genovese Matteo Lippi, pure molto giovane ed entrato in corsa nella produzione in sostituzione di più esperti colleghi. Voce perfettibile nei centri, dove le risonanze nasali risultano troppo evidenti al momento attuale, ma robusta e squillante nel registro acuto, bello e presente. Se in alcuni passi dell’opera come il primo atto, ad esempio, avremmo desiderato maggiore eleganza da Matteo Lippi, la sua prestazione nella cosiddetta “scena della borsa” è stata una delle migliori che ricordiamo aver ascoltato in teatro. Molto bene Vladimir Stoyanov nella parte sempre insidiosa di Giorgio Germont con un “Di Provenza” memorabile.

Il resto del cast era sapientemente costruito sulla esperienza di una raffinata interprete come Daniela Mazzucato (che Gasparina nel Campiello di Wolf Ferrari, fra l’altro), sulla efficacia di Manrico Signorini nei panni del Dottor Grenvil, deus ex machina nella regia di Gallione, e sullo slancio giovanile di Marina Ogji (Flora), Didier Pieri (Gastone), Paolo Orecchia (un Barone dall’aspetto dannunziano negli anni del Vittoriale), Stefano Marchisio (Marchese) e quindi Giuliano Petouchoff, Filippo Balestra e Roberto Conti. Alvise Casellati, subentrato a Massimo Zanetti, ha diretto con attenzione, e Franco Sebastiani ha istruito il coro. Tanto l’orchestra che il coro del Carlo Felice si sono dimostrati in ottima forma. Applausi per tutti (nella foto grande sopra il titolo) e successo personale per Maria Mudryak.

 

6 comments

  • Grazie a voi, sono invalido e sempre più di rado posso assistere di persona a spettacoli teatrali, nelle recensioni mi piacerebbe trovare quella sensazione di sedere in platea, quella completezza di informazioni che a volte qualche recensore riesce a rendere. Buon anno anche a tutti voi. Continuerò ovviamente a leggervi e non dubito, con piacere.

    • Grazie a lei per il suo intervento. E di nuovo auguri di buon anno. Continui a seguirci e a scriverci. Con cordialità. La redazione di toscanaeventinews.it

  • Trovo queste recensioni più simili a comunicati stampa che a resoconti critici, poco spazio alle descrizioni e alle interpretazioni registiche, all’essenza globale dello spettacolo e ai comprimari, spesso colonna portante di una messa in scena ben riuscita. Ma tant’è.

    • Grazie per le osservazioni, che gireremo al nostro Fulvio Venturi. Continui a seguirci, magari sulle prossime recensioni il suo giudizio potrebbe essere completamente diverso. Buon anno. La redazione di toscanaeventinews.it

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