La lavorazione e il commercio del corallo livornese all’epoca di Modigliani (e non solo). Una mostra (dal 21 gennaio al 16 febbraio) al Museo della Città

Rosso, ma anche in altre sfumature. Prezioso prodotto del mare e ornamento. “Il corallo all’epoca di Modigliani”, ovvero la lavorazione e il commercio del corallo livornese nel Novecento, è il percorso espositivo che il Museo della Città di Livorno, dove è in corso la mostra “Modigliani e l’avventura di Montparnasse”, aprirà il 21 gennaio (resterà aperto fino al 16 febbraio 2020. L’ingresso è libero; orario dalle 15 alle 19 dal martedì alla domenica, chiuso lunedì. Info e visite: Museo della Città – piazza del Luogo Pio / museodellacitta@comune.livorno.it).

La mostra è promossa dalla Fondazione Livorno, dal Comune e dal Rotary Club Livorno con il patrocinio della Regione Toscana e Oma, e organizzata da Fondazione Livorno – Arte e Cultura. Un percorso che permette di ricostruire la storia della pesca, della lavorazione e del commercio del corallo nella città labronica. Una lunga storia di cultura e identità che ha contribuito a far conoscere la città nel mondo. La presentazione ha visto la partecipazione del presidente della Fondazione Livorno Riccardo Vitti, del presidente della Fondazione Arte e Cultura Luciano Barsotti, dell’assessore alla cultura Simone Lenzi. L’esposizione è curata da Ottavio Lazzara  con la collaborazione di Mariateresa Talarico (hanno partecipato entrambi ala presentazione) e con il contributo di Marco Mancini dell’Associazione Livorno com’era, dell’Associazione la Livornina, della Diocesi di Livorno e della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno.

Modigliani, Donna con collana rossa
“Doinna con la collana rossa” di Amedeo Modigliani (sopra il titolo un particolare)

Il percorso – come spiegato in una scheda della mostra – propone monili di particolare pregio, antiche immagini della pesca del corallo, della lavorazione delle corallaie nell’opificio di Villa Maria di proprietà della famiglia Lazzara e tanti altri documenti che aiutano a riscoprire questa tradizione e questo antico mestiere livornese. Una sezione è dedicata all’arte e alla presenza di oggetti di corallo nell’arte figurativa, in particolare nei dipinti di Modigliani. Il grande artista ha spesso decorato i suoi ritratti e i suoi corpi nudi con gioielli di corallo. Nella copertina della mostra, Madeleine Verdou (o Verdon), la “Donna con la collana rossa” (sulla copertina del catalogo), mostra la sua collana e il suo bracciale di corallo. Anche l’algerina Almaisa distesa sul divano e altri nudi femminili, seduti o sdraiati, dipinti da Modì nella sua breve ma intensa esperienza artistica, indossavano gioielli di corallo.

Dal sito dedicato al corallo livornese: “(…) altro opificio di coralli a Livorno fu quello dei Lazzara, storica famiglia di corallai livornesi dal 1760. In particolare Giovanni Lazzara dopo aver lavorato alcuni anni a Livorno con i Santoponte, ai quali era legato da vincoli di parentela, aprì nel 1880 un proprio opificio al secondo piano di una grande villa stile neo classico: Villa Maria, circondata da un ricco parco e da terreni agricoli. In un secondo tempo aprì altri due opifici uno a Montenero e uno ad Avane, in provincia di Pisa. Nel 1905 dava lavoro a 900 operai, per lo più donne. Agli inizi dell’attività lavorava corallo grezzo pescato lungo le coste toscane, sarde e magrebine; stabilì relazioni commerciali con la Nigeria e successivamente con il Giappone (…) Nel secondo dopoguerra la ditta Lazzara fu l’unica sopravvissuta alle vicende belliche, sotto la guida di Pierluigi, figlio di Oreste Goffredo”.

 

 

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