Il Novecento russo secondo Daniele Gatti, l’Orchestra e il Coro di Santa Cecilia. Apertura con il balletto Petruška, poi la cantata Aleksandr Nevskij. Il 19 marzo su Rai5
C’è il Novecento russo fra Stravinskij e Prokof’ev al centro del concerto dell’Orchestra e del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretti da Daniele Gatti che Rai Cultura trasmette in prima tv giovedì 19 marzo 2020 alle 21.15 su Rai5. Già direttore musicale dell’Accademia di Santa Cecilia dal 1992 al 1997, Gatti è attuale Direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma e dell’Orchestra Mozart nonché Consulente artistico della Mahler Chamber Orchestra. Dopo i concerti schumanniani delle precedenti stagioni, il grande direttore milanese è tornato sul podio ceciliano lo scorso febbraio con un programma interamente russo, confermando la sua riconosciuta versatilità di interprete.
Apre il balletto Petruška di Igor Stravinskij, capolavoro giovanile scritto per i Ballets Russes di Diaghilev e rappresentato a Parigi nel 1911. Proposto nell’ultima versione del 1947, è ispirato alla vicenda colorita e grottesca di un burattino dotato di sentimenti umani e impersonato dal pianoforte, che finisce col soccombere di fronte alle terribili fanfare dell’orchestra. Chiude la cantata per mezzosoprano, coro e orchestra Aleksandr Nevskij op. 78 di Sergej Prokof’ev, che nell’Adagio Il canto della morte vede impegnato il mezzosoprano russo Ekaterina Semenchuk in veste di solista. Eseguita per la prima volta nel 1939 a Mosca, fu concepita in origine come colonna sonora per l’omonimo film di Sergej Ejzenštejn, dedicato alle gesta del principe Nevskij che nel 1242 ottenne una spettacolare vittoria contro i cavalieri teutonici sul lago ghiacciato dei Ciudi. I sette episodi della cantata riproducono le sequenze filmiche principali con una forza travolgente, opponendo il furore selvaggio dei Teutonici all’eroismo e al riscatto del popolo russo oppresso. Regia televisiva di Carlo Gallucci.