IL 2019 E LE CELEBRAZIONI LEONARDIANE / 1. A Palazzo Strozzi (più una sezione al Bargello) la mostra “Verrocchio. Il maestro di Leonardo”. C’è anche una terracotta ora attribuita al genio di Vinci. Il prestito della regina Elisabetta

Presentazione ufficiale a Firenze, nella mattinata del 7 marzo 2019, dell’evento di punta delle celebrazioni leonardiane 2019. Si tratta della grande mostra “Verrocchio. Il maestro di Leonardo”, che sarà aperta al pubblico dal 9 marzo 2019 fino al 14 luglio a Palazzo Strozzi con una sezione speciale al Museo Nazionale del Bargello. A cura di Francresco Caglioti e Andrea De Marchi, promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Musei del Bargello, con la collaborazione della National Gallery of Art di Washington D.C.

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In mostra ci sono capolavori straordinari di Andrea del Verrocchio a confronto serrato con opere capitali di precursori, artisti a lui contemporanei e discepoli come Desiderio da Settignano, Domenico del Ghirlandaio, Sandro Botticelli, Pietro Perugino, Bartolomeo della Gatta, Lorenzo di Credi e Leonardo Da Vinci. La mostra comprende 120 opere tra dipinti, sculture e disegni, con prestiti provenienti da oltre settanta tra musei e collezioni private del mondo. La mostra costituisce la prima retrospettiva mai dedicata a Verrocchio, mostrando nel contempo l’esordio di Leonardo con sette sue opere, alcune delle quali esposte in Italia per la prima volta.

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La presentazione della mostra giovedì 7 marzo 2019 a Palazzo Strozzi

Quella che sta per essere aperta al pubblico (da sabato 9 marzo) è una mostra straordinaria che offre uno sguardo sulla produzione artistica a Firenze tra il 1460 e il 1490 circa, l’epoca di Lorenzo il Magnifico.

Artista emblematico del Rinascimento e prototipo del genio universale, Verrocchio sperimentò nella sua bottega tecniche e materiali diversi, dal disegno alla scultura in marmo, dalla pittura alla fusione in bronzo. Egli formò un’intera generazione di maestri, con quali ha sviluppato e condiviso generosamente il proprio sapere. Nella storia dell’arte solo Giotto, Donatello e Raffaello hanno dato origine ad una “scuola” paragonabile a quella di Verrocchio. Tramite il suo insegnamento, si forarono artisti che hanno diffuso in tutta Italia e fuori, il gusto e il linguaggio figurativo fiorentino, come testimoniano opere quali il David preso il prestito dal Museo Nazionale del Bargello, uno dei simboli assoluti dell’arte del Rinascimento e della città di Firenze, e il Putto con delfino (in basso a destra), in prestito dal Museo di Palazzo Vecchio, opera capitale e modello di naturalezza. Alla scultura si affiancano dipinti supremi come la madonna col Bambino della Gemäldegalerie di Berlino o la Madonna col Bambino e angeli e l’Arcangelo Raffaele e Tobiolo della National Gallery di Londra: capolavori presentati insieme per la prima volta, che attestano lo straordinario talento di Verrocchio nel campo della pittura, in cui diviene punto di riferimento per i suoi celebri allievi.

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Formidabile, inoltre, la selezione di disegni e dipinti su lino provenienti da alcuni dei più importanti musei del mondo, che permetteranno un confronto vivo e diretto tra i lavori del maestro e quelli dei suoi allievi, come nel caso della celebre Dama dal mazzolino del Bargello posta accanto allo studio di Braccia e mani femminili di Leonardo da Vinci, generosamente concesso in prestito da Sua Maestà la Regina Elisabetta II. Parte fondamentale della mostra sono infatti opere del giovane Leonardo, che negli anni Settanta lavorò nella bottega di Verrocchio, contribuendo al passaggio verso la Maniera Moderna, uno dei temi più avvincenti dell’arte di tutti i tempi. L’esposizione si propone di illustrare l’inesauribile vena creativa del maestro in un intreccio profondo e continuo tra pittura e scultura, presentando la sua opera nel dialogo costante con allievi fuori dal comune, per i quali la sua bottega fu luogo di intensa sperimentazione e condivisione.

  • Argomento importante del percorso espositivo a Palazzo Strozzi è l’attribuzione al giovane Leonardo da Vinci della Madonna col Bambino, scultura in terracotta che per la prima volta esce dalle collezioni del Victoria and Albert Museum di Londra di cui fa parte dal 1858 e dove è solitamente esposta come opera di Antonio Rossellino. A Palazzo Strozzi questa terracotta – verosimilmente l’unica scultura esistente attribuibile a Leonardo – è presentata in diretto dialogo con una selezione di straordinari drappeggi dipinti su lino dallo stesso Leonardo, con i quali presenta riscontri puntuali. Analogamente può essere confrontata con altre celebri opere del maestro, come l’Annunciazione degli Uffizi, la Vergine delle rocce e la Sant’Anna del Louvre.

“Questa strabiliante Madonna non ha riscontri diretti e persuasivi con nessun’altra scultura del Rinascimento fiorentino, mentre ne ha moltissimi con i disegni e i dipinti di Leonardo, soprattutto giovanili, ma anche maturi” dichiara il professor Francesco Caglioti, curatore della mostra. “Restando a lungo nella bottega di Verrocchio, Leonardo dovette impararvi a modellare benissimo l’argilla, come ricorda Vasari: «nella sua giovanezza di terra alcune teste di femine che ridono […], e parimente teste di putti che parevano usciti di mano d’un maestro»”.