I restauri alla Galleria dell’Accademia, ultima conferenza dedicata ad una Croce dipinta alla fine del XIII secolo

Torna alla Galleria dell’Accademia di Firenze l’appuntamento con «Recenti restauri», il ciclo di conferenze volute dal direttore, Cecilie Hollberg e realizzate grazie al contributo dell’Associazione Amici della Galleria dell’Accademia, pensate per raccontare al pubblico i recenti interventi di restauro sulle opere di collezione del museo. La sestae ultima conferenza del ciclo sarà dedicata alla presentazione della Croce dipinta di pittore cimabuesco di fine Duecento. La conferenza, introdotta dal direttore Hollberg, prevede gli interventi di Angelo Tartuferi, capo Dipartimento scientifico della Galleria dell’Accademia di Firenze e di Sandra Pucci, restauratrice.

Crocefisso-

L’intervento conservativo sull’opera, eseguito in occasione della mostra Tessuto e ricchezza a Firenze nel Trecento. Lana, seta e pittura, organizzata dal museo a cavallo fra 2017 e 2018, ha consentito di porne ulteriormente in luce la rilevanza qualitativa, riscontrabile in primo luogo nell’impianto disegnativo, allo stesso tempo sicuro e condotto con straordinaria raffinatezza.

La croce si trovava un tempo presso il monastero delle monache vallombrosane di San Giorgio alla Costa a Firenze. I critici hanno sottolineato da sempre la puntuale derivazione dell’opera dalla croce dipinta di Cimabue per la chiesa di Santa Croce a Firenze, andata pressochè distrutta nel corso dell’alluvione del 1966, riscontrabile soprattutto nel profilo della figura e nel panneggio del perizoma. Nello stesso tempo è stata generalmente sottolineata l’adesione a un gusto naturalistico di fonte più moderna, in relazione alla particolare variante del linguaggio gotico espressa da Duccio di Buoninsegna. Non a caso l’opera è stata riferita direttamente al suo periodo giovanile di attività da più di uno studioso, a testimonianza inequivocabile del livello qualitativo ad essa riconosciuto.

Il dipinto è stato inserito fino ad anni recenti nel gruppo di opere ritenute in via ipotetica riferibile a Gaddo Gaddi, la cui omogeneità stilistica è oggi messa in discussione dagli specialisti. Tra le opere che nel tempo sono state ritenute della stessa mano del Crocifisso dell’Accademia sembrano davvero appartenere al medesimo autore l’altra grande Croce dipinta della chiesa di Santo Stefano a Paterno (Bagno a Ripoli, Firenze) e la piccola Madonna col Bambino e due santi del Museum of Art a Birmingham (Ala.), negli USA.

L’opera è stata anche messa problematicamente in relazione più volte con la serie di scene a mosaico con Storie di San Giovanni Battista nella volta del Battistero di San Giovanni a Firenze, riferite al cosiddetto “Penultimo maestro del Battistero”. Il tabellone della croce è impreziosito da un motivo decorativo derivato probabilmente da un tessuto di origine islamica.

L’ingresso alla conferenza è libero, fino a esaurimento dei posti disponibili.