Guida Osterie d’Italia di Slow Food (2023): sono 147 le insegna sparse per la Toscana con undici novità

La Toscana si conferma ancora una volta terra di tradizioni enogastronomiche e attenzione ai principi della sostenibilità. Lo dimostrano i numeri della Guida Osterie d’Italia 2023 presentata presso il Consiglio regionale della Toscana. Evento promosso dal consigliere regionale Marco Landi a cui è seguita una degustazione di piatti presentati da 5 delle nuove chiocciole di quest’anno:
Nonno Cianco di Cutigliano (Pt), Agriosteria La Casa del Buono di Terranuova Bracciolini (Ar); La Ciottolona di Montieri (Gr), La Bottegaia di Pistoia e la fiorentina Osteria dell’Enoteca.

  • Ben 147 le osterie toscane in guida di cui 11 novità, 6 nuove chiocciole (altro primato nazionale insieme alla Sicilia) che si vanno ad aggiungere alle 21 già presenti e 46 bottiglie: questi i numeri della regione nella nuova edizione di Osterie d’Italia, lo storico sussidiario del mangiarbene all’italiana di Slow Food Editore.
    Nel dettaglio le 27 osterie “chiocciolate” sono così ripartite: 5 ad Arezzo, 4 a Firenze, Grosseto e Siena, 3 a Massa-Carrara e Pistoia, 2 a Lucca e 1 a Pisa e Livorno. Giunto alla trentatreesima edizione questo compendio ineludibile racconta la ristorazione italiana più autentica e di qualità. In Toscana sono 22 i collaboratori della fitta e capillare rete nazionale che si occupa di recensire e contribuire alla mappatura del territorio per questo specifico segmento di ristorazione che si riconferma ancora in ottimo stato di salute.
     
    Quella delle Osterie è la cucina della tradizione, nei sapori, nell’atmosfera, e anche nel prezzo. E proprio «Le “osterie slow” sono quelle che in questo periodo hanno saputo reagire meglio alle difficoltà riscontrate in termini di personale e aumento dei costi puntando sull’alta professionalità e sui rapporti umani» sottolinea Francesco Ranzanicoordinatore regionale della Guida.
    Questa è infatti la cucina che racconta la storia dell’accoglienza di un territorio, della sua cultura gastronomica e dei suoi ingredienti più genuini e sostenibili.
    «Un racconto della toscanità» chiosa Gian Marco Mazzanti anch’egli coordinatore regionale,
     «che riprende e ritrova forza nella cura dei dettagli e nell’attenzione ad una nuova valorizzazione dei prodotti tipici con particolare attenzione alla biodiversità alla sostenibilità del territorio».
  • Tra le novità di quant’anno ci sono «soprattutto giovani cuochi e cuoche, imprenditori e imprenditrici che, tra i tanti modelli offerti dalla ristorazione contemporanea, hanno scelto di calzare proprio quello dell’osteria», commenta Francesca Mastrovito, uno dei curatori nazionali in collegamento durante la presentazione.
     
    Da non dimenticare a completamento di uno spaccato regionale così dettagliato, l’inserto tutto toscano dedicato ai Trippai, peculiarità della regione.
     
    Premio speciale Selezione Bere Bene, assegnato in Toscana a Roberto Taverna in Montisi – Montalcino (SI), su solo 3 in Italia.
     
    A chiusura della presentazione in Consiglio Regionale 5 delle nuove chiocciole hanno offerto in degustazione alcuni dei loro piatti forti come la Zuppa del Pastore e il Castagnaccino per Nonno Cianco, i Fagioli zolfini all’olio nuovo e ciccioli di Tarese (due presìdi Slow Food) proposti dall’Agriosteria La Casa del Buono, ma anche la Pancia di Grigio glassata su spuma di cavolfiore e zenzero de La Ciottolonaaccanto alla Zuppa dell’osteria di ceci e castagne direttamente da La Bottegaia e la Terrina di fegatini con riduzione di Vinsanto della fiorentina Osteria dell’Enoteca.