Guardia Costiera e Usl (Livorno, Prato e Arezzo) controllano ristoranti e pescherie gestite da extracomunitari. Due chiusure per gravi carenze igienico-sanitarie, ma anche pesce (sequestrato) con conservato correttamente
Gli ispettori pesca della Guardia Costiera di Livorno e i funzionari dei Dipartimenti – Unità Sicurezza alimentare – della prevenzione delle Aziende U.S.L. di Livorno, Prato e Arezzo hanno eseguito congiuntamente, nei giorni scorsi, una serie di attività ispettive presso ristoranti e pescherie delle suddette provincie gestite da cittadini di nazionalità extracomunitaria.
L’attività è stata svolta nell’ottica della consolidata sinergia tra i due organismi deputati al controllo, nell’ambito delle rispettive competenze istituzionali che vedono il personale della Guardia Costiera impegnato nel tutelare le risorse ittiche e le informazioni rese al consumatore e il personale delle AUSL negli aspetti di tutela della salute pubblica.
Nel corso degli accertamenti sono state riscontrate diverse tipologie di illecito. Tra le più gravi la mancata esibizione della documentazione di tracciabilità e la violazione dei requisiti generali igienico-sanitari. Durante le verifiche, che hanno riguardato il controllo dei documenti di accompagnamento dei prodotti ittici, risultati carenti o in qualche caso completamente assenti, gli ispettori della Guardia Costiera, visionati ed insospettiti da alcuni esemplari esposti nei banchi di vendita al dettaglio, hanno deciso di passare al setaccio le celle-frigorifero, dove hanno rinvenuto prodotti privi di tracciabilità e di dubbia provenienza.
Ulteriori verifiche effettuate presso un ristorante del centro di Livorno e una pescheria di Prato hanno condotto alla chiusura temporanea dei due esercizi commerciali per le gravi carenze igienico sanitarie riscontrate.
Le verifiche sono state svolte anche presso i magazzini di un punto di vendita all’ingrosso della provincia di Firenze dove i militari hanno sequestrato 700 kg di prodotti ittici non correttamente conservati. La merce, risultata non idonea al consumo umano, è stata sottoposta a sequestro amministrativo e ai responsabili degli illeciti sono state inflitte sanzioni amministrative per un totale di 9.500 euro.