“Gli altri e Ilio Barontini. Comunisti livornesi in Unione sovietica”: presentazione del libro di Mario Tredici

Venerdì 13 ottobre 2017, ore 17, alla Libreria Erasmo, via degli Avvalorati, 62 a Livorno, appuntamento con il libro “Gli altri e Ilio Barontini – Comunisti livornesi in Unione Sovietica” (Edizioni ETS) di Mario Tredici. Oltre all’autore saranno presenti Marco Manfredi, Istoreco Livorno, che del libro ha curato la prefazione, Alfonso Maurizio Iacono, professore ordinario di Storia della filosofia presso l’Università di Pisa, e Mario Baglini, scrittore e ricercatore di storia e filosofia.
Il libro – Ciò che unisce le figure politiche e umane ricostruite in questa ricerca è un filo rosso esile, cioè l’essere stati in Unione Sovietica. Ma, a ben vedere (eccetto Vasco Jacoponi, Athos Lisa e Aramis Guelfi) si tratta di alcuni dei massimi dirigenti del Pci di allora, in particolare Ettore Borghi, Armando Gigli, Angelo Giacomelli, Silvano Scotto. Del resto il Pci mandava in Urss elementi già sperimentati e più promettenti. Uomini ormai del tutto dimenticati. Quanto a Barontini, che certamente è la personalità di maggior rilievo politico, la ricerca ha scavato su alcuni problemi ancora aperti e irrisolti: come e perché fu inviato in Unione Sovietica, con note negative, e come si configurò il suo ruolo nella Russia di Stalin. Concentrando quindi l’attenzione sul breve, ma molto importante, periodo francese e poi appunto sull’esperienza nell’emigrazione in Urss. Emerge in sostanza un profilo di Barontini come stalinista a tutto tondo. Fu permeato da quella temperie politica come quasi tutti i dirigenti del Pci di quei tempi, tanto più se si trovarono a vivere ed operare nell’Urss.

Il mito, di cui è stato da sempre circonfuso, si è nutrito di una perniciosa rinuncia a un serio approccio critico. Come invece merita, dato che è stato uomo del suo tempo, non ha partecipato a deliziosi balli di gala ma ha attraversato le fasi più dure e drammatiche della storia del XX secolo. Poteva essere solo cavaliere dell’ideale ?

Mario Tredici, giornalista professionista, è stato capocronista delle redazioni di Pontedera e di Livorno per il quotidiano “Il Tirreno” e vice capo redattore responsabile delle pagine nazionali. Membro del consiglio nazionale della Fnsi, del consiglio regionale toscano e del consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Si è laureato con lode in Lettere con indirizzo storico all’Università di Pisa, con una tesi su “Il Cantiere navale Oto: dal 1944 al 1949” relatore il prof. Franco Andreucci. Per il Tirreno, ha curato l’edizione di Livorno quarant’anni fa. Nei racconti in vernacolo di Pappa (Urano Sarti) e promosso la storia fotografica in quattro volumi di Livorno, cronaca e immagini di una città. 1900-2000, opera di Ugo Canessa. Assessore alle culture del Comune di Livorno dal 2009 al 2014, ha promosso, tra l’altro, la pubblicazione del volume di Mario Lenzi “O miei Compagni” Una testimonianza e quella del volume di Aldo Santini Giuseppe Emanuele Modigliani.