GIORNO DELLA MEMORIA. Riflessioni sull’antisemitismo di ieri e di oggi: il 27 gennaio alle 16.30 al Museo della Città a Livorno. Un tema su cui riflettere anche alla luce della grave aggressione ad un ragazzino ebreo da parte di due ragazze. L’intervento di Marida Bessi presidente della Provincia e di Cristina Scaletti presidente FTS

In occasione del Giorno della Memoria, appuntamento giovedì 27 gennaio 2022 alle ore 16,30 al Museo della Città a Livorno.
Si parlerà di “Ebrei in bilico. Riflessioni sull’antisemitismo di ieri e di oggi”.
Intervengono: Catia Sonetti, direttrice Istoreco, Vittorio Mosseri, presidente della Comunità Ebraica di Livorno, e Dario Calimani, Università Ca’ Foscari Venezia.
Per chi non potesse essere presente, può seguire la diretta Facebook sulla pagina Istoreco.
Un gravissimo episodio di antisemitismo a Campiglia Marittima
Due ragazzine di 15 anni hanno aggredito, insultato e preso a sputi e calci un quasi loro coetaneo di 12 anni. Per prima cosa – scrive l’Istoreco di Livorno – ci preme sottolineare tutta la nostra solidarietà nei confronti del ragazzo e ci auguriamo che la popolazione studentesca e non solo del suo comune faccia altrettanto. Guai a lasciarlo solo!
Sull’episodio in se stesso non crediamo che lo si possa derubricare ad una stupida manifestazione goliardica. Crediamo che quanto è successo sia grave e che vada stigmatizzato senza infingimenti. Che vada costruita un’attività di rieducazione nei confronti delle sue autrici perché è evidente che con loro il sistema scuola ed anche quello famiglia non sono stati sufficienti a trasmettere comportamenti di civile responsabilità. Va anche ricordato che episodi di questo tipo non sono così rari da poterci permettere nessuna distrazione. Non possiamo permetterci di classificarli come semplici “ragazzate”. Pensiamo invece che quanto successo vada inserito nel clima di violenza e di incentivazione alla medesima che i nostri ragazzi, se non sono correttamente guidati, respirano nei social, nelle fake news, in quella che gira per la rete ma anche nello spirito delle gang band sempre più diffuse ed aggressive.
Da parte nostra saremo sempre disponibili ad andare nelle scuole a raccontare cosa ha significato e quindi cosa può significare l’odio verso una persona di un’altra religione così come di un altro colore. Il Giorno della Memoria è una giornata europea di quella Europa che ci piace, che non rinnega gli errori del passato ma che vuole farne tesoro affinché non si ripetano.

L’intervento della presidente della Provincia di Livorno, Marida Bessi

La presidente della Provincia, Marida Bessi, esprime sconcerto e preoccupazione per il grave episodio di antisemitismo, accaduto in Val di Cornia, di cui è stato vittima un bambino.

Le parole sono pietre, e mai come oggi la frase di Carlo Levi trova un’infelice conferma nelle offese antisemite rivolte da due ragazzine ed un bambino, che è stato anche aggredito fisicamente.

Cos’è che non ha funzionato nel meccanismo delicato della trasmissione della memoria, di quella che fu l’immane tragedia dello sterminio degli ebrei ad opera del nazismo.

Perchè due ragazze, poco più che bambine anche loro, prendono di mira un loro quasi coetaneo con frasi che mai penseremmo di sentire nella nostra comunità?

E’ successo qui, in un paese della nostra provincia, in un tempo presente che ci rimanda ad un passato odioso.

Forse neanche loro sapevano bene di cosa stavano parlando, ma quel riferimento allo sbattere l’ebreo in un forno, quell’umiliare il bambino con sputi, calci e offese, fa male, perchè significa che non si è fatto abbastanza per far conoscere l’orrenda realtà di migliaia di bambini mandati a morire nei campi di sterminio.

La Provincia, in diverse occasioni legate alla commemorazione del Giorno della Memoria, ha proposto la mostra dei disegni dei bambini di Terezin, perché si conoscesse la storia delle migliaia di ebrei, tra cui tantissimi fanciulli, ammassati là prima di essere avviati ai lager per essere eliminati.

Quest’anno, il 27 gennaio, l’Amministrazione Provinciale inaugurerà una mostra documentaria dedicata all’artista Charlotte Salomon, giovane ebrea berlinese, deportata ad Auschwitz, dove morì a soli 26 anni, anche lei poco più che ragazzina.

Ci ha lasciato una sola grande opera, realizzata durante il dilagare del nazismo in Germania, in cui parla della sua vita e della sua famiglia.

Una goccia nel mare della memoria, ma spero che, pur con le limitazioni imposte dalla pandemia, gli studenti possano venire a visitarla, per conoscere quello che è stato di milioni di uomini e donne, tanti ragazzi e e ragazze come loro, e chiedersi come è potuto accadere che niente abbia fermato l’odio e la furia della Soluzione Finale voluta da Hitler e avallata senza pietà dai gerarchi nazisti e fascisti.

Spero che le due ragazze comprendano l’enormità del loro gesto e che siano accompagnate in percorso di conoscenza e consapevolezza, che è prima di tutto un percorso che dobbiamo fare tutti, per far sì che la memoria di quello che è stata la Shoa non venga mai meno.

Esprimo tutta la mia solidarietà e vicinanza al presidente della Comunità Ebraica livornese, nella speranza che fatti del genere non accadano più”.

L’intervento di cristina Scaletti, presidente di FTS (Fondazione Toscana Spettacolo)

“Cosa ha spinto due ragazzine a scagliarsi contro un loro coetaneo, aggredendolo fisicamente e verbalmente con motivazioni razziali? Una domande che apre a sua volta mille interrogativi e chiama in causa ciascuno di noi. E così alla vigilia della Giornata delle memoria, in una terra come la Toscana che sul fronte dei diritti civili è storicamente e socialmente sempre stata in prima linea ci ritroviamo a fare i conti proprio con quei giovani che sono stati i protagonisti di viaggi di formazione e sensibilizzazione verso i campi di sterminio. I Treni della memoria che negli anni si sono susseguiti, organizzati dalla Regione hanno coinvolto migliaia e migliaia di ragazzi e ragazze, così come ha fatto il Meeting sui diritti umani di ogni 10 dicembre”: lo scrive Cristina Scaletti, presidente di Fondazione Toscana Spettacolo in una breve nota di riflessione, dopo la brutale aggressione nella zona di Campiglia Marittima ad un ragazzino di religione ebraica da parte di due studentesse. Scaletti poi prosegue:  “E allora perché ancora in un contesto che vuol parlare ai giovani, coinvolgerli ed attualizzare quella memoria che dovrebbe servire da anticorpo, si verificano aggressioni antisemite che hanno come vittime e carnefici le nuove generazioni? Sicuramente tra quanto messo in campo e gli interrogativi che l’ultimo fatto di cronaca riapre c’è un vulnus di comprensione e deve portare ognuno di noi nel ruolo sociale, civile, istituzionale che ricopre ad uno scatto di propositività. Oltre la condanna occorre recuperare un canale di dialogo diretto coi giovani che li ponga come soggetti attivi. Che ne attivi coscienza e responsabilità e non li mantenga solo spettatori e passanti in una società che li attraversa. In questo l’arte, il teatro, i luoghi di cultura devono riappropriarsi di questo ruolo.” Così la presidente della Fondazione Toscana Spettacolo onlus Cristina Scaletti, in merito a quanto accaduto a Campiglia Marittima (Livorno).