“I giocatori di carte” in pezzi per la bomba mafiosa del 1993, lanciata una campagna di crowdfunding per il restauro

“Che la cultura sia una delle armi più efficaci contro la cultura del terrore, rappresenta un punto fermo delle riflessioni che come Pd e come governo stiamo facendo da anni. Investire in cultura significa sottrarre terreno alla barbarie dei seminatori di morte: per questo iniziative come la raccolta di fondi per il restauro del meraviglioso dipinto di Bartolomeo Manfredi (pittore vissuto a cavallo fra ‘500 e ‘600) rappresenta per noi un fatto di grandissimo significato”. Queste le parole della vicepresidente del Senato Rosa Maria Di Giorgi a commento della presentazione della campagna di crowdfunding per riportare alla luce l’opera “I giocatori di carte” gravemente danneggiata dalla bomba mafiosa esplosa in via Georgofili a Firenze, che colpì anche gli Uffizi il 27 maggio 1993. Di Giorgi ha quindi ringraziato le Gallerie degli Uffizi, il Corriere Fiorentino e la Banca Federico Del Vecchio – Gruppo Ubi Banca che si sono fatte promotrici dell’inziaitiva.

“L’Italia ha un patrimonio artistico straordinario, estremamente cospicuo, e capillarmente diffuso sul territorio nazionale: ciò può portarci facilmente a dimenticare l’importanza della tutela e della salvaguardia di ogni singola opera, e quanto questo possa essere dispendioso – sottolinea Di Giorgi – Per questo la nostra scelta è stata quella di incentivare, attraverso l’art bonus, il mecenatismo privato, favorendo le elargizioni liberali dei privati, finalizzate alla valorizzazione ed al restauro delle opere culturali, con sgravi fiscali del 65% sul totale della somma investita”.

“Ci piace anche che la raccolta della cifra necessaria avvenga attraverso il meccanismo del crowdfunding che simbolicamente ‘allarga’ la platea delle persone a cui viene chiesto di contribuire, nello spirito della nostra Costituzione che pone in capo alla Repubblica, dunque anche ai cittadini ed alle cittadine, la promozione della cultura e la tutela del patrimonio (art.9). Nessuno – ha concluso la senatrice Di Giorgi -può chiamarsi fuori da questa missione”.