FESTIVAL PUCCINI / 6. Acclamata Martina Serafin tornata con Turandot in riva al lago. Allestimento spettacolare per Tosca: He Hui, La Colla e Almaguer ricevono il consenso del pubblico
di LISA DOMENICI
“Turandot” l’ultima opera di Puccini, e “Tosca” il primo titolo pucciniano che ha inaugurato il Novecento, hanno segnato il primo weekend del 64° cartellone del Festival Puccini al Gran teatro all’aperto di Torre del Lago.
Due titoli significativi per la manifestazione torrelaghese, che nella sua cronologia appaiono per ricorrenze importanti, la prima nel 1954, a trenta anni della morte del compositore e la seconda nel centenario della nascita, 1958, che, però, incluse anche “Turandot”.
All’epoca, non si parlava di festival, ma di stagione lirica pucciniana e il favore del pubblico torrelaghese, andava a “Tosca” perché più popolare, finché “Turandot” non si prese la rivincita negli anni Settanta, con una incredibile virata nel 1982, verso l’affermazione di una indiscussa supremazia che ne fece il titolo simbolo della manifestazione.
L’attuale edizione di “Turandot” è la ripresa dell’allestimento dell’anno scorso con la regia di Alfonso Signorini, che propone un impianto piuttosto tradizionale, con qualche ritocco. Scenografia grandiosa come richiede l’opera e il vasto palcoscenico e interpreti che accendono gli entusiasmi degli spettatori.
Acclamata Martina Serafin, tornata in riva al lago nel ruolo della Principessa Turandot e gradito ritorno anche del basso Alessandro Guerzoni (Timur). Amadi Lagha è il Calaf delle arene, che non ha negato il bis del “Nessun dorma”, Lana Kos è una discreta e coraggiosa Liù. E non si può non dire di Claudio Ottino, l’ ottimo Mandarino e Sacrestano di Tosca. Alla guida della preparata e duttile orchestra del Festival Puccini, Alberto Veronesi, ormai veterano del podio torrelaghese, punta sicuro all’effetto.
“Tosca”, nuovo allestimento con la regia di Giancarlo Del Monaco, con scene di Carlo Centolavigna e costumi di Floridia Benedettini e Diego Fiorini. Anche Del Monaco ha proposto una messinscena tradizionale su cui ha innestato interventi un po’ discutibili soprattutto per quanto riguarda il finale del secondo atto e del terzo. Allestimento spettacolare applaudito dal pubblico.
Nel ruolo del titolo il soprano cinese He Hui, che ci piacerebbe con più abbandono sentimentale, affiancata dal Cavaradossi di Stefano La Colla e dallo Scarpia di Carlos Almaguer un terzetto che non stravolge la linea interpretativa della prassi e che riceve il consenso del pubblico. Da segnalare il debuttante Spoletta di Francesco Napoleoni. Un po’ lunghi i tempi del direttore d’orchestra spagnolo Pedro Halffter.
“Turandot” replica il 21, 28 luglio e 17 agosto. “Tosca” il 4 e 12 agosto.