Il fascino di Federico Maria Sardelli: introduce con raffinatezza la musica di Vivaldi e Carbonelli e poi suona con Modo Antiquo

Federico Maria Sardelli, musicista livornese (nella foto a lato in basso), studioso, fondatore di Modo Antiquo (foto grande sopra al titolo), scrittore e disegnatore di satira, ha tenuto la sera di sabato 17 dicembre 2016 un concerto al Teatro Goldoni di Livorno. Un concerto, sì, ma anche una lectio magistralis. Ecco la recensione della serata scritta da Fulvio Venturi, critico musicale e scrittore.

di Fulvio Venturi

Anziché “Antonio Vivaldi 300 anni di stravaganza”, sarebbe stato forse più giusto intitolare il concerto “Quando la cultura fa spettacolo”. Il merito di tanto asserto, diciamocelo, è da ascrivere tutto alla personalità poliedrica e al fascino eloquente di Federico Maria Sardelli che, contravvenendo al motto “suona e taci” di tanti musicisti soprattutto italiani, ha diretto l’ensemble, ha suonato e “traversiere” e “flautino”, nonché ha deliziato gli spettatori con raffinate introduzioni di carattere storico-musicologico prima dell’esecuzione di ogni brano. E questa è stata forse la parte più sorprendente della serata.

A capo dell’orchestra Modo Antiquo, da lui formata nel 1987 (ricordiamo le prime esibizioni nella Chiesa del Soccorso a Livorno, quanta acqua è passata sotto i ponti) Sardelli ha proposto un programma interamente vivaldiano con l’unica variante, in omaggio alla città natale, di un pezzo (Sonata seconda in Re min.) del livornese Giovanni Stefano Carbonelli il cui atto di nascita è stato solo in tempi recentissimi ritrovato dopo una paziente ricerca di Federico Marri. L’excursus legato a Vivaldi si è mosso fra i due poli dati dallo splendido concerto “Il favorito” del 1729, aurea testimonianza della maturità vivaldiana, al non meno bel Concerto per Violino e Archi in Mi minore, Op. IV, n. 2, RV 279, appunto facente parte della raccolta “La Stravaganza” uscita nel 1716, dunque trecento anni fa esatti. Fra quelle di questi due brani, le esecuzioni delle Sonate Rv 60, RV 63 “La Follia”, RV 820 in Sol magg. per violino, violoncello e basso continuo, il concerto RV 813 per archi, e RV 439 in Sol magg. per Flauto traversiere.

Insieme con Federico Maria Sardelli si è messo in grande evidenza Enrico Casazza, violino principale, a suo perfetto agio sia nella scrittura virtuosistica che nei passi di apertura quasi lirica, e con essi la dedita Bettina Hoffmann al violoncello: sotto questo profilo memorabile l’incandescente incipit della Sonata RV 820. Ma tutto l’ensemble Modo Antiquo, i cui ulteriori componenti sono stati Raffaele Tiseo, Paolo Cantamessa, Ylenia Montaruli, violini, Daniele Del Lungo, violino e viola, Pasquale Lepore, viola, Nicola Domeniconi, contrabbasso, Simone Vallerotonda, tiorba, Andrea Coen, clavicembalo, è apparso nella forma richiesta dalle grandi occasioni.

Il pubblico del Goldoni di Livorno ha tributato un successo generosissimo, con applausi e chiamate a voce, vibranti dimostrazioni di stima d’affetto nei confronti di questo artista veramente illuminato che è Federico Maria Sardelli, cui il mare di San Jacopo in Acquaviva, il libeccio livornese e i corruschi tramonti davanti a Capraia e Gorgona, hanno donato genio, inconsuetudine e finezza. La serata si è conclusa con numerose richieste di bis prontamente accolte.

2 comments

Comments are closed.