Facciamoci un drink… “Toscana da Bere” (nell’anno del centenario del Negroni): Federico Bellanca e Marco Gemelli raccontano il mondo della mixology regionale puntando su 70 fra i migliori cocktail bar

In quanti luoghi suggestivi, che magari raccontano secoli di storia, può nascere un cocktail. Un mix di ingredienti che raccontano molto dei gusti delle persone che li scelgono e della creatività di chi, i cocktail, li firma. Ed ecco farsi avanti il cocktail bar realizzato all’interno di una chiesa sconsacrata, quello allestito in un’antica cantina medicea, quello nato in un appartamento e addirittura quelli creati dentro una funicolare e nel locale che ospitò il più antico cinema d’Italia. C’è il locale che serve solo prodotti made in Italy, quello che sembra una farmacia e quello che pubblica una “gazzetta” con le novità dietro il bancone. È un autentico viaggio nel mondo della mixology regionale – tra il sacro della Divina Commedia e il profano di Amici Miei – il volume “Toscana da Bere” (ed. Il Forchettiere, 280 pagine) di Federico Bellanca e Marco Gemelli, che viene presentato lunedì 6 maggio 2019 alle ore 16 al Caffè Gilli in piazza della Repubblica a Firenze. Fra le prossime presentazioni anche quella a Pizza Convivium a Cecina Mare dal 18 al 20 maggio (nella foto sotto i due autori: a sinistra Federico Bellanca e a destra Marco Gemelli).

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Un libro che è prima di tutto un racconto, un progetto che va a “fotografare” lo stato della mixology contemporanea in Toscana, partendo dai 70 migliori cocktail bar. Ci sono così le stanze dei palazzi rinascimentali di Firenze, ma anche le cantine medicee del porto di Livorno e perfino le stalle papali di Pienza, la città ideale fatta realizzare da papa Piccolomini.

Nell’anno del centenario del Negroni e in un momento di profonda espansione del settore, la voglia di raccontare il mondo dei drink di qualità ha portato i due autori a esplorare bar, hotel, ristoranti e distillerie per incontrare gli uomini e le donne che con la loro passione continuano a tener viva la tradizione del buon bere miscelato così come quella della liquoristica. “Un viaggio – spiegano Bellanca e Gemelli, raccontando come il volume sia lo spin off dell’omonima rubrica sulla testata Il Forchettiere – dove storie, luoghi e personaggi si mischiano come gli ingredienti di un buon cocktail in un bicchiere”.

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La copertina del libro di Bellanca e Gemelli. Sopra il titolo: un particolare

Nelle pagine di “Toscana da Bere” non mancano le storie imprenditoriali delle piccole e grandi aziende made in Tuscany legate alle materie prime: c’è la “signora della grappa” di Paganico (Grosseto) e il militare livornese che nel deserto afghano ebbe l’intuizione di produrre liquori allo zafferano, ci sono i due giovani produttori fiorentini di vodka alla canapa e l’ideatore dell’unico rum toscano sulla costa, nonché l’imprenditore pratese che ha riesumato liquori perduti o quelli che – da Massa a Firenze – hanno rinnovano amari d’antica tradizione come il vermouth, la china o il Ronchi Pichi. Restando, ad esempio, nella zona di Livorno – fra città e provincia – vengono indicati sette cocktail che finiscono nella top 70 di “Toscana da Bere”. Si tratta – in ordine rigorosamente alfabetico – della Baracchina Bianca a Livorno, del Bellavista a Piombino, del Dai Dai Bistrot a Castiglioncello, del Land’ho a Rosignano, del Makutu Tiki Bar a Livorno, del Paradisino Beach Club a San Vincenzo e dello Sketch a Livorno. Ma nel libro sono menzionati – sempre restando in area livornese – altri protagonisti del mondo del bere miscelato: si tratta del concorso Elba Drink che si tiene in autunno a Portoferraio, del liquorificio artigianale “Il Re dei Re” di Fabio Elettrico e del maestro pizzaiolo Gabriele Dani (“Disapore”, a Cecina), selezionato tra gli chef cui è stato chiesto un abbinamento tra piatti e cocktail.

Nel volume hanno trovato posto anche alcune interviste: al cantautore Gino Paoli (fotografato da Alessandro Moggi), alla curatrice della Florence Cocktail Week Paola Mencarelli, al re delle notti fiorentine e versiliesi Gianni Mercatali, a Luca Picchi, il maggior esperto al mondo del Negroni. Uno spazio speciale è inoltre dedicato ai ristoranti che mostrano un’attenzione particolare alle cocktail list, nonché ai “pairing d’autore”, ossia gli abbinamenti tra i tre drink più richiesti e i piatti signature dei più apprezzati chef e pizzaioli toscani. Dopo il lancio a Firenze, “Toscana da Bere” sarà in tour nei cocktail bar di tutte le provincie. Il calendario delle presentazioni è disponibile su www.ilforchettiere.it