Fabbrica Europa: idee, linguaggi e sperimentazione. Il fulcro (dal 4 maggio) alla Leopolda di Firenze, ma anche Sesto Fiorentino e Livorno
di GABRIELE RIZZA
Con questa sono 24. Un bel traguardo. Tante sono gli anni di Fabbrica Europa che torna a Firenze dal 4 maggio al 15 giugno 2017. Una rassegna che conferma e ribadisce le ambizioni di festival interdisciplinare, piattaforma di sperimentazione, idee e linguaggi, orientato a tutto campo sul perimetro della contemporaneità. Ancora una volta, epicentro e snodo della kermesse, sarà la Stazione Leopolda, luogo simbolo e “genius loci” di Fabbrica. Che poi invade altri spazi della città, il cinema teatro della Compagnia, Le Murate, Villa Strozzi, la Palazzina Ex Fabbri delle Cascine, e si spinge fuori porta, a Sesto Fiorentino (Teatro della Limonaia) e Livorno (Teatro Goldoni).
Un cartellone ardito, denso di spunti e percorsi inediti, dove a fare la differenza saranno ancora una volta la danza e le arti performative. “Fabbrica Europa – dicono i responsabili artistici Maurizia Settembri e Maurizio Busia – è sempre più un laboratorio sul mondo alla ricerca di nuove visioni di futuro, una mappa del contemporaneo in cui orientarsi con la bussola dello sguardo e della curiosità, tra grandi nomi e giovani emergenti, tra linguaggi e segni di un panorama che mostra nuove vie creative e sociali”.
Ad aprire il sipario sarà Anne Teresa De Keersmaeker, indiscussa e acclamato protagonista della scena coreutica mondiale, che in prima nazionale presenta “A Love Supreme”, sulla musica dell’omonimo capolavoro di John Coltrane. Un lavoro che si muove fra controllo e abbandono, tra fervore e rigore, tra formalizzazione e improvvisazione mentre la dinamica coreografica si sposa con il fluire ascetico e vulcanico delle sonorità di Coltrane. Altra prima e altro nome di punta del panorama internazionale, Jérôme Bel nel suo “Gala” riunisce ballerini professionisti, attori e semplici appassionati per interrogarsi sul concetto di danza. “Lo spettacolo – dice Bel – si sviluppa come una celebrazione collettiva, scalzando la supremazia del ben danzare a vantaggio del puro piacere di raccontarsi attraverso una danza ‘domestica’, che si può praticare a casa, senza maestri, né tecnica”.
Restando sul movimento spiccano le nuove creazioni di Cristina Kristal Rizzo (“Prélude”) e di Claudia Catarzi (“A set of timings”), lo Spellbound Contemporary Ballet (“Pa/Ethos” di Sang Jijia) e Anan Atoyama, coreografa giapponese residente in Francia, che in “Hidden Body Déclinaison” rende omaggio a Kazuo Ohno.
Altrettanto ricco il piatto musicale, dove scorrono, fra gli altri, Hamid Drake e William Parker, contrabbasso e batteria, col progetto “A Love, Naked”; l’elettronica di Matthew Herbert; le chitarre di Marc Ribot e di Oren Ambarchi; Marco Parente con “Eppur non basta”, special guest Irene Grandi; la capoverdiana Mayra Andrade (erede di Cesária Evora) per finire con i Marlene Kuntz che qui chiudono il tour “Onorate il Vile”. Infine i Santasangre presentano “Gravure”, una performance site specific che ruota attorno alla figura del cavaliere, l’arte della spada e i suoi codici. Info 055 2480515, programma completo www.fabbricaeuropa.net