Essenze, odori, emozioni… Aquaflor e Awa lanciano il profumo “invisibile” dedicato alle donne dell’arte (con fotogallery)
Intanto la bellezza del palazzo. A dieci passi dalla maestosità della chiesa di Santa Croce e della statua del Sommo Poeta Dante Alighieri. Nel cuore di Firenze, per un’antica strada ricca d fascino sulla quale si apre un grande portone che porta nel cortile interno e fianco, invece, una piccola porta che introduce in un regno magico e profumato, elegante e rilassante.
Fuori il caldo è afoso. Ma in quest’angolo appartato di Firenze, nel regno di Aquaflor, la cappa di Caronte arriva attutita nella tarda mattinata di una giornata speciale, quella del profumo Invisible che fa bene all’arte (e fra poco vedremo come) e quella del workshop nel corso del quale i partecipanti hanno composto il “loro” profumo, nella bottiglia classica di Aquaflor, con il tappo nero, la scatola bianca che raccoglie l’essenza come in uno scrigno, i nastri di raso ecrù.
Partiamo da Invisible, il profumo dell’arte. Aquaflor e AWA, l’Advancing Women Artists Foundation, hanno presentato questa magica pozione dedicata alle artiste che, dal Rinascimento al XX secolo, hanno espresso il proprio genio a Firenze. Un’essenza esclusiva creata da Aquaflor e che grazie ai proventi della sua vendita, andrà a sostenere le attività di ricerca, restauro, divulgazione e pubblicazione di AWA.
Il lancio del profumo dell’arte ha occupato la prima parte dell’incontro nella sede-laboratorio di questo brand della profumeria di nicchia. È avvenuto alla presenza di Sara Funaro, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Firenze, di Linda Falcone, direttrice di AWA, di Cristina Gnoni, storica dell’arte rappresentante del Polo Museale Regionale della Toscana, e della restauratrice fiorentina Rossella Lari. A presentare Invisible è stato Sileno Cheloni, il maestro profumiere di Aquaflor, che prima ha raccontato cos’è il profumo e poi ha presentato il neonato Invisible partendo dalla cerimonia olfattiva dell’affumigazione, bruciando in un braciere all’interno del pozzo del chiostro del palazzo-laboratorio, gli “ingredienti” dell’essenza. Al suono di un quartetto di giovani musicisti. Cheloni, noto in tutto il mondo per le sue creazioni preziose, incarna e reinventa la tradizione secolare di Firenze, città culla di quell’arte del profumo che, divenuta Caterina de’ Medici regina di Francia, conquistò per sempre Parigi.
Il luogo in Borgo Santa Croce è poetico, emozionante, unico… ci sono i colori della Toscana, a partire dai pavimenti in cotto e dai mobili in radica, ma ci sono anche le stoffe opulente del Rinascimento, i grandi lampadari di tessuto plissé color arancio, i contenitori cilindrici color alluminio che nel sotterraneo invadono le pareti del laboratorio vero e proprio. Un luogo accanto al quale si compongono anche mazzi di fiori secchi aromatizzati e dove, in una stanza ombrosa, si conservano oltre 1500 diverse essenze mixando le quali è possibile ottenere – grazie all’inventiva di Cheloni – profumazioni sempre nuove, diverse e personalizzate.
Le note che compongono lo spartito del profumo Invisible sono descritte dallo stesso Sileno Cheloni come “leggermente talcate, fiorite, delle note di violetta che parlano molto del mondo della donna. Accostate invece ad una nota bella, profonda, molto “visibile” che è quella dell’osmanto: una nota rarissima con dei sentori di albicocca, di frutta, con un finale sorprendente di tabacco”. “Invisible” è il distillato di un’idea di arte e di femminilità, la cui bellezza è racchiusa nel mistero della sua composizione. La Natura predispone alcuni suoi elementi all’attrazione, affinché essi, unendosi, diano vita ad una sostanza nuova. Nel cuore di Firenze è nata un’alchimia: AWA ha incontrato Aquaflor e l’arte è diventata un profumo.
Dopo le donne e l’arte, ecco invece il workshop nel corso del quale ai partecipanti sono stati prima insegnanti alcuni segreti delle essenze e poi è stata data loro la possibilità di creare il proprio profumo. Personalmente ho utilizzato petit grain, cedro, acqua e sale, fougère, speziato, erbaceo, ambra e legni per comporre una fragranza ambrata che alla fine ha rivelato una scala di toni profondi ed una notevole persistenza. Un profumo trasparente e, soprattutto, unico. Perché ciascuno dei partecipanti ha “mescolato” la “sua” eau de toilette, che è stata poi confezionata nella bella boccetta in vetro con il tappo nero (e l’erogatore spray), adagiata nello scrigno bianco rivestito di carta lavorata, chiuso dal nastro in raso con fiocco decorativo. Il tutto, poi, adagiato in un sacchetto nero. Sicuramente un’esperienza emozionante, da provare, annusando e scegliendo. E soprattutto creando emozioni attraverso l’olfatto. (elisabetta arrighi)