Dogajolo Rosato per il cocktail Frosé che ha conquistato Firenze, l’Italia e New York. A Trani la versione ispirata a Dante

Il rosa e tutte le sue sfumature impazza, anche se è di Millennial Pink che si parla. E’ amato da tutti e dilaga su Instagram, quel qualcosa in più che fa scalare la classifica dei like. Libero, rilassante, regala gioia, una nuance globale che ben si confà ad un cocktail. Tanto più se a base vino e in un momento in cui tra i vini il rosé sembra avere sempre più appeal. Vino e cocktail non sono poi così lontani, anzi, alcuni celebri cocktail ne prevedono l’uso da sempre, vini bianchi per lo più e bollicine; la “new entry” del rosato, che intriga sempre di più i Millennials, segna quindi forse anche una nuova tendenza che aggiunge gusto oltre che colore.

“Fuori dall’Italia il rosé viene visto come l’alternativa della stagione calda per potersi godere un vino un po’ più strutturato del bianco e ben freddo” spiega Massimo D’Addezio, uno dei più noti barman sulla scena italiana, e non solo. E da Firenze, da uno dei locali più estivi, a due passi dall’Arno e con un bel giardino, il Santarosa Bistrot a San Frediano, arriva un “omaggio” mixato proprio ad un produttore icona della Toscana. Si tratta di Antonio Zaccheo che 50 anni fa col socio e amico Giancarlo Sacchet decise di fare vini in Toscana dando vita alla Carpineto, azienda che oggi è considerata un’icona della Toscana nel mondo e che produce proprio il Dogajolo Rosato oltre a grandi rossi e Riserve. Successi internazionali con i vini, tanto che il suo Nobile di Montepulciano Riserva è da anni nella TOP 100 al mondo di Wine Spectator, ma successo anche con un cocktail, il Frosé Dogajolo che Eataly New York ha in carta con incredibile successo.

Il Dogajolo Rosato è un vino dalle caratteristiche floreali, in particolare rosa, mirto e fiore di vite, a cui non mancano i profumi fruttati come la mela, il ribes e la marasca. Sentori delicati ed eleganti. Giovane, dall’acidità spiccata, ma anche ampio e deciso, è un buon interprete del territorio, nuova tendenza della mixology più sofisticata quando fa uso dei vini. Ma qual è la ricetta del cocktail che ne prevede l’utilizzo? Eccola, a spiegarla è la barlady Cristina Bini: “Dogajolo Rosé , liquore alla violetta, angostura all’arancia, limone, succo di rabarbaro, gazzosa, lemon grass per guarnire”.

rid-DANTE Frosé Dogajolo by Tommaso Scamarcio – vert
Trani: a versione Dante Frosé Dogajolo by Tommaso Scamarcio

Il Frosé Dogajolo Carpineto trova il primo interprete in Italia – come accennato – proprio a Firenze al Santarosa Bistrot, e in contemporanea in tutta Italia, a Milano, a Roma, a Napoli. E anche a Trani, in Puglia, dove uno dei barman più di tendenza ha ideato il Dante Frosé Dogajolo in omaggio alla Toscana e al produttore  nato proprio in Puglia,  ma – come detto – innamoratosi della Toscana 5o anni fa.

Presso Eataly New York il Frosé viene proposto unicamente col Dogajolo Toscano Rosato 2016 Carpineto. Il Frosé è in menu a Eataly e ci rimarrà almeno per tutta l’estate perché è il drink che piace di più in questa stagione, a New York come a Miami, ma anche a Londra presso il cocktail bar della Beaufort House dove è stato lanciato. Grande successo tra gli under 40, piace  soprattutto per il rito dell’happy hour.

RID-RID- Frosé_2
Il cocktail Frosé

Il nome Frosé, viene da frozen rosé. Fresco, vivace, easy, cool. E per quanto impazzi in molti locali d’oltreoceano, i più snob amano prepararlo a casa. La versione newyorchese prevede vodka, Dogajolo Rosato 2016, liquore alla pesca, purè di fico d’India e succo di pompelmo. Chi però il Frosé lo interpreta by himself opta per una ricetta più easy e probabilmente anche più estiva: unire il Dogajolo rosato con succo di limone, zucchero e fragole, o un altro frutto di stagione, poi metterlo in freezer per sei ore e servirlo guarnito con foglie di menta. Ottimo da solo, magari sulla spiaggia vista tramonto o su una terrazza in città, ancor meglio a bordo piscina tra i vigneti immersi nelle dolci colline toscane. E considerato che la gradazione alcolica non è alta, e che i sentori sono delicati ed eleganti, è l’ideale anche in abbinamento al food come sempre più spesso capita, in particolare per accompagnare dei finger food di crudi di pesce o di carni rosa. Perfetto con qualcosa di leggermente speziato e un tocco di pepe nero. O perché non provare, semplicemente con una merenda a base di formaggi e salumi, come Tuscan Style esige.