A Lucca l’Orlando Furioso di Vivaldi diretto da Elena Sartori. A Pisa il Flauto Magico con lungo applauso finale a Lindsay Kemp

di FULVIO VENTURI – 

Ricco weekend musicale in Toscana con le proposte dell’”Orlando Furioso” di Vivaldi al Teatro del Giglio di Lucca e “Die Zauberfloete” al Verdi di Pisa. Vista la concomitanza dei due eventi per i lettori di toscanaeventinews.it abbiamo assistito ad una prova dell’opera vivaldiana nel pomeriggio di venerdì  (nella foto in basso a sinistra parte del cast) ed alla prima rappresentazione della “Zauberfloete”, sabato sera, a Pisa. Poiché riguardo a “Orlando furioso” si è trattato di un “filage” ad organico incompleto per l’assenza dei fiati, del coro e dell’interprete del personaggio di Astolfo correttezza vuole che mi astenga dal redigere una completa recensione.

L’impressione ricevuta, tuttavia, è che Elena Sartori, direttrice della esecuzione con l’Orchestra Barocca Harmonicus Concentus, abbia compiuto un lavoro accurato ed entusiastico sulla partitura del 1727. “L’Orlando furioso, quasi un cantiere operistico continuamente chiuso e riaperto” scrive in una nota la stessa Elena Sartori, “è il dramma in musica a cui Vivaldi lavorò praticamente per tutta la maturità. All’eroe ariostesco si rivolgeva una partitura d’esordio di Giovanni Alberto Ristori, il cui successo trionfale segnava il debutto di Vivaldi in qualità di impresario d’opera (ma anche, forse, di diretto collaboratore musicale dell’Autore), ispirandogli anche, tuttavia, la prima stesura del suo Orlando furioso, che vide la luce l’anno successivo. Parti significative di quella prima versione saranno riprese e rielaborate nel ‘terzo Orlando’ della vita di Vivaldi, quello del 1727 che viene presentato al Teatro del Giglio”. Forse il quarto bisognerebbe dire, considerando anche lo sfortunato “Orlando finto pazzo”, ancora del 1714, il cui esito avverso convinse Vivaldi a rimaneggiare la partitura di Ristori. Tale riflessione ci è stata indotta da Federico Maria Sardelli, il massimo studioso della vita e dell’opera di Antonio Vivaldi da noi sentito al telefono. L’”Orlando furioso” continua ad essere ancora avvolto da un certo mistero. Se ne conoscono, infatti, almeno tre versioni divise fra “Orlando”, 1713 (con musica di Giovanni Alberto Ristori e probabilmente Vivaldi), 1714 e 1727. Per tornare all’esecuzione abbiamo rilevato l’ottimo suono ed il ragguardevole assieme dell’Orchestra Barocca Harmonicus Concentus, che suonava su strumenti originali. Note più che positive anche dalla compagnia di canto, capitanata dall’Orlando di Gabriella Martellacci, affiancato dall’Alcina di Elena Biscuola, dalla Bradamante di Elisa Bonazzi e dal Ruggiero di Aurelio Schiavoni. La bella Angelica aveva la voce di Francesca Lombardi Mazzulli e Medoro, “dalla guancia colorita e bianca e grata ne le età novella”, quella di Ilham Nazarov. Astolfo (che non abbiamo ascoltato) è stato impersonato alla rappresentazione da Mauro Borgioni.

Successo entusiastico a Pisa per “Die Zauberfloete” (nella foto grande sopra il titolo e nell’immagine in basso a destra) con la regia, le scene e i costumi di Lindsay Kemp, che alla fine è stato lungamente applaudito in proscenio con tutti gli interpreti. In omaggio a questo fantasioso ed intenso uomo di spettacolo, al suo excursus di mimo e danzatore, nel foyer del Teatro Verdi è stata anche allestita una mostra fotografica che ha suscitato notevole interesse sia negli spettatori adulti che nei giovani appartenenti tuttora all’ambito scolare presenti in gran numero alla rappresentazione

Poiché lo spettacolo di Kemp (Daniela Maccari coreografia e aiuto regista, David Haughton illuminazione e aiuto regia) è conosciuto e da noi è già stato recensito durante le recite livornesi dello scorso novembre, soffermiamo la nostra attenzione sulla parte musicale, dove Sarah Baratta, La Regina della Notte, ha fatto registrare un marcato miglioramento e il baritono William Hernandez ha nuovamente firmato una prova di tutto rilievo sia sul versante vocale che su quello interpretativo. Con lui si è distinta anche la Papagena di Silvia Lee. Molto più sicura pure Yukiko Aragaki, Pamina, che ha avuto un bel momento nell’esecuzione dell’aria “Ach, Ich fuehl’s! Es ist verschwunden” del secondo atto. Praticamente sovrapponibili a quelle delle recite livornesi le prestazioni del tenore Blagoj Nakoski e del basso Manrico Signorini, rispettivamente Tamino e Sarastro: buona linea di canto per il primo e voce imponente per il secondo. Ottime note anche per le Tre Dame, Roxana Herrera Diaz, Sara Paone e soprattutto Carlotta Vichi, nonché per il Monostatos di Antonio Pannunzio ed il Primo Armigero (e Secondo Sacerdote) di Giuseppe Raimondo che attendiamo a prove maggiori. Eugenio di Lieto si è misurato con la scomodissima parte dello Spraecher (L’Oratore degli iniziati) e con quelle del Primo Sacerdote e Secondo Armigero. Molto bene i Tre Geni Fanciulli, Chiara Delfino, Francesca Spiller e Agnese Casarosa, provenienti dal Coro di Voci Bianche della Fonazione Goldoni di Livorno diretto da Marisol Carballo e prova eccellente del CLT Coro Lirico Toscano istruito da Marco Bargagna. L’Orchestra della Toscana è stata diretta dal Maestro Dejan Savic.

Applausi scroscianti al termine con il teatro completo in ogni ordine di posti.