Dai tre atti di Bizet a un atto unico con un’orchestra da camera di 15 elementi. La stagione lirica del Goldoni di Livorno comincia il 30 ottobre (replica il 31) con “La tragédie de Carmen” nell’adattamento di Peter Brook, Jean Claude Carrière e Marius Constant

Al via sabato 30 e domenica 31 ottobre la stagione lirica 2020/2021 del teatro Goldoni di Livorno, Il primo appuntamento è con “La tragédie de Carmen”, adattamento dall’opera di Georges Bizet, di peter Brook, Jean Claude Carrière e Marius Constant.

 

Da sinistra la regista Sinigaglia, Lucino Barsotti preisedente dellaFondazione Livorno, Mario Menicagli direttore amministrativo del Goldoni e il direttore d’orchestra Lederhandler

Livorno, Teatro Goldoni – Sabato 30 ottobre, ore 20.30 e domenica 31 ottobre, ore 16 

Pisa, Teatro Verdi – 13 e 14 novembre 2021

Rovigo, Teatro Sociale – 5 e 6 febbraio 2022 

Savona, Teatro dell’Opera Giocosa – 15 e 16 luglio 2022

La tragédie de Carmen

adattamento da Carmen di Georges Bizet

di Peter Brook, Jean–Claude Carrière e Marius Constant

Universal Music Publishing Classical – Éditions Salabert

Rappresentante per l’Italia: Casa Ricordi, Milano

Sovratitoli a cura della Fondazione Teatro Goldoni

Personaggi e interpreti

Carmen  Asude Karayavuz / Lorrie Garcia

Micaela  Tea Purtseladze

Don Josè  Andrea Bianchi 

Escamillo  César Méndez Silvagnoli

Zuniga e Garcia  Simone Tudda

Lillas Pastia e Un brigadiere  David Remondini

Amica di Carmen e Vecchia zingara  Ludovica Tinghi

Orchestra del Teatro Goldoni di Livorno

Direttore Eric Lederhandler

Regia Serena Sinigaglia

Assistenti alla regia Omar Nedjari e Marika Pensa

Scenografia Maria Spazzi

Costumi Katarina Vukcevic

Light Designer Matteo Giauro

Nuovo allestimento. Coproduzione Teatro Goldoni Livorno, Teatro Verdi Pisa, Teatro Sociale Rovigo e Teatro dell’Opera Giocosa di Savona.

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Nel novembre 1981, al Théâtre des Bouffes du Nord di Parigi, la sua dimora professionale dal 1974, Peter Brook, uno dei più grandi uomini di Teatro del ‘900, porta sul palcoscenico La tragédie de Carmen, un adattamento ridotto della famosa opera lirica di  Bizet. Un progetto radicale che nacque dalla collaborazione con Marius Constant e dal suo prezioso lavoro di arrangiamento, che ridimensionò la partitura in tre atti dell’opera in un atto unico per orchestra da camera di 15 elementi. Altro indispensabile collaboratore fu il romanziere e sceneggiatore Jean-Claude Carrière, il cui libretto ha incanalato il materiale originale proveniente dalla novella di Prosper Mérimée’s. La versione di Brook, considerata controversa all’epoca, taglia con risoluta determinazione molte delle scene corali più famose dell’opera (le ragazze della fabbrica di sigarette, i contrabbandieri, la folla che grida alla corrida) a favore di una intensa attenzione alle vite e agli amori dei suoi protagonisti: l’omonima Carmen, il vendicativo Don José, il galante Escamillo e la casalinga Micaëla. L’intento di Peter Brook era quello di realizzare un lavoro teatrale alleggerito dall’artificio operistico e, attraverso la conservazione delle sue arie principali, raccontare invece una storia potenzialmente trasponibile a qualsiasi epoca o ambientazione, incentrata su temi universali come l’amore e il tradimento, la libertà e il desiderio. Brook era altresì convinto che nello spogliare gran parte del cast e della trama di un’opera bisogna fisiologicamente “asciugare” gran parte della scenografia. Tuttavia, tale sfrondamento deve essere fatto in modo tale da non perdere la capacità di generare e sostenere i temi conduttori attraverso la messa in scena. L’elemento cardine di Tragédie de Carmen è il primo incontro tra Don José e Carmen, che fin dal primo sguardo lo circonda in modo risoluto e seducente. José, finora un rigido “uomo dell’esercito”, irretito da questa bella donna dallo spirito libero, diventa il fulcro di una vicenda sensuale e crudele. 

La tragédie de Carmen: una passione folle, senza respiro.

di Emanuele Gamba, direttore artistico Fondazione Teatro Goldoni Livorno

È famosa la battuta di Nietzsche «La vita senza la musica non è che errore, rumore, esilio». Il filosofo la scrisse a corollario del suo amore per Carmen, l’opera di Georges Bizet che dopo le reazioni negative dei primi spettatori, colpiti dall’audacia del suo soggetto, si è affermata nei teatri di tutto il mondo come uno dei capolavori assoluti del repertorio lirico.

Verso la fine degli anni ’70 del XX secolo, Peter Brook, primo ispiratore di un teatro nudo e in cerca di nuovi sensi, decise insieme allo storico collaboratore Jean-Claude Carrière e al compositore Marius Constant, di raccontare la storia della gitana, concentrando la fabula sui quattro protagonisti, in scena nessun coro e in buca un organico strumentale estremamente ridotto; nacque così La tragédie de Carmen.

Fino a quel debutto parigino del 1981, il titolo Carmen non di rado aveva evocato atmosfere bozzettistiche, pittoresche, folcloristiche; con Brook tornò a vibrare la dimensione asciutta, tragica della storia, rimase il nucleo, profondo, incandescente della drammaturgia teatrale e musicale di Bizet: Eros e Thanatos si fronteggiano avviluppati, trascinandosi l’un l’altro per una china ripida e pericolosa.  

Ecco quindi che nello “spazio vuoto” e svuotato di Brook, lo spettacolo si riempie di azioni e reazioni fisiche, relazioni ed immersioni nella parte emotiva e psicologica dei quattro amanti la cui passione rotola per più di un’ora di spettacolo, follemente, à bout de souffle.       

Calata in un disegno scenografico stilizzato e al tempo stesso fortemente materico, calata in un’arena di sabbia e sangue dove tutto inizia e finisce, La tragédie de Carmen ci regala una grande capacità di raccontare la crudezza e la vitalità di un amore fortissimo, terribile e sbagliato, che dopo un tortuoso cammino si scioglie in un epilogo di morte.   

L’opera viene presentata nel nuovo allestimento della Fondazione Teatro Goldoni di Livorno, in una coproduzione che ci vede al fianco del Teatro Verdi di Pisa, Teatro Sociale di Rovigo e Teatro dell’Opera Giocosa di Savona.

La regia è di Serena Sinigaglia, che in campo teatrale dirige opere liriche e prosa, classici e contemporanei. Collabora coi più importanti drammaturghi italiani nella creazione di testi originali, prodotta ed ospitata nei principali teatri istituzionali e non. La sua idea valorizza a pieno il pensiero teatrale brookiano, incrociando le suggestioni dell’edizione originale con le proprie personali convinzioni: regista da sempre attenta ad una direzione di attori e cantanti continuamente ispirata ad una profonda ricerca di verità, Serena Sinigaglia firma una versione che con un occhio all’illustre predecessore, articola un’autonoma linea di racconto d’amore che è anche riflessione contemporanea su identità e diversità.

La scenografia è di Maria Spazzi, i costumi sono firmati da Katarina Vukcevic; light designer Matteo Giauro.

La parte musicale vedrà impegnata la nuovissima Orchestra del Teatro Goldoni, che sarà diretta dal belga Eric Lederhandler, direttore associato dell’Orchestra Goldoni, con una vasta esperienza internazionale.

L’opera si avvarrà del nuovo allestimento della Fondazione Teatro Goldoni in una coproduzione che ci vede al fianco del Teatro Verdi di Pisa, Teatro Sociale di Rovigo e Teatro dell’Opera Giocosa di Savona.

 La tragédie de Carmen: “L’essenza fondamentale del lavoro teatrale è, per me, guardare alla partitura come ad un’indicazione di ciò che può l’immaginazione”. (Peter Brook) 

                

Note di regia

di Serena Sinigaglia

Ho avuto la gioia di dirigere Carmen alcuni anni fa per il Festival dello Sferisterio di Macerata. Un’opera grandiosa, sublime. La possibilità di affrontarla ora nella versione di Peter Brook è esaltante. Intanto unisce le mie grandi passioni: l’opera e la prosa. Poi va al cuore, alla sintesi, all’essenza del capolavoro di Bizet.

Tolto ogni riferimento folklorico, tolta la “ grandeur” dei cori, tolta la magnificenza dell’allestimenti, resta il teatro nella sua pura e magica forza evocativa, teatro, semplicemente e meravigliosamente teatro. Per l’uomo, con l’uomo, sull’uomo, dell’uomo, l’arte dell’umanesimo per eccellenza.

E quanto ne abbiamo bisogno in questo periodo dove “il distanziamento sociale” sta diventando norma del vivere! Le note, come le passioni dei personaggi, corrono veloci e arrivano dritte allo scopo. Una storia assoluta, archetipica, tragedia epica come quelle classiche della Grecia del V secolo.

Carmen è Dioniso, è la libertà che per affermarsi deve negarsi. Carmen, come Antigone, stravolge le regole degli uomini, le ribalta, ne mostra la pochezza e la contraddizione.

In uno spazio vuoto, sospeso, tanto caro al maestro Brook, in uno spazio fatto d’acqua, aria, fuoco e terra, la zingara ribelle vivrà il suo gioco di seduzione e dominio, fino all’ultimo respiro. Perché “ se tu non mi ami, io ti amo e se ti amo… stai attento a te!”.

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Bozzetto della scena per La tragédie de Carmen di Maria Spazzi

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Bozzetti dei costumi per La tragédie de Carmen di Katarina Vukcevic

Trama

Micaëla, una giovane ragazza di campagna, arriva in una piazza a Siviglia alla ricerca del suo innamorato d’infanzia, Don José, un giovane brigadiere dell’esercito. Gli porta una lettera di sua madre. Lì si imbatte in Carmen, una zingara, che vedendo Don José gli lancia un fiore e canta una canzone d’amore. Le due ragazze litigano furiosamente ed il superiore di José, Zuniga, incapace di controllare Carmen, ordina a José di portarla in prigione. Durante il trasferimento, Carmen promette a José che se la lascia scappare potrà incontrarla alla locanda del suo amico Lillias Pastia. José, avvinto dal fascino di Carmen, la lascia fuggire. La sua disobbedienza agli ordini gli costa la degradazione e l’arresto da parte di Zuniga.

Carmen è alla locanda di Lillas Pastia. Zuniga si reca da lei, offrendogli denaro per i suoi favori. Carmen accetta, ma poco dopo entra José. Carmen nasconde Zuniga e canta passionalmente per José. In quel momento suonano le trombe della caserma, che ordinano il militare di rientrare: Carmen è furiosa e lo schernisce; la situazione diventa sempre più tesa finché José scopre la presenza di Zuniga, perde il controllo e uccide l’ufficiale.

Il corpo viene rapidamente nascosto quando entra Escamillo, un famoso torero. Offre da bere a tutti, ed annuncia che anche lui vuole l’amore di Carmen. José, sempre più geloso, litiga con Escamillo. Carmen li separa ed Escamillo si ritira, invitando tutti alla sua prossima corrida. 

José, che ora ha ucciso per Carmen, canta il suo amore per lei. Lei decide di restare con lui.

Mentre stanno dormendo assieme, appare Garcia: è il marito di Carmen, anche se lei ha nascosto la sua esistenza a José. I due uomini si sfidano e mentre vanno a combattere, Carmen legge nelle carte il suo tragico destino. La canzone finisce, Garcia ritorna ferito e cade morto ai piedi di Carmen. 

Micaëla ricompare alla ricerca di José; le due donne sembrano capirsi. Cantano mentre José, due volte assassino e ormai abbandonato da Carmen, fugge. Carmen diventa l’amante di Escamillo. José torna per convincerla a partire con lui per iniziare una nuova vita. Lei rifiuta, pur sapendo che sta mettendo in pericolo la sua vita.

Escamillo viene ucciso nell’arena. Carmen rifiuta ancora l’offerta di José, ma va con lui fino al luogo dove le carte hanno predetto che morirà. 

(testo liberamente tratto da Opera di San Diego – www.sdopera.org)

BIGLIETTI – PREZZI E MODALITA’

I biglietti per assistere allo spettacolo sono in vendita presso il botteghino del Teatro Goldoni di Livorno (Tel. 0586 204290) il martedì e giovedì ore 10/13 e il mercoledì, venerdì e sabato ore 16.30/19.30
La vendita dei biglietti è anche online su www.goldoniteatro.it – www.ticketone.it

E’ ancora possibile abbonarsi a tutta la Stagione lirica (4 opere + in omaggio la speciale serata “Buon Compleanno Mascagni”). Questi i prezzi:

ABBONAMENTI                                INTERO  ridotto COOP
Platea e Palchi I° e II° Ord. Centrali   € 125                  € 112

Palchi I° e II° Ord. Lat. e III° Centrale € 113                  € 100
Palchi III° Lat. e IV° Ordine   € 101        € 88
Loggione € 73 
Giovani Under 25 (IV ordine e loggione) €41 

BIGLIETTI (dal 23 ottobre) INTERO  ridotto COOP
Platea e Palchi I° e II° ord. centrali  € 40 € 35
Palchi I° e II° ord. lat. e III° centrale € 35 € 30
Palchi III° lat. e IV° ordine € 30 € 25
Loggione € 18 

Giovani Under 25 (IV ordine e loggione) € 12 

Eric Lederhandler

Direttore d’orchestra

Nato nel 1965 a Uccle, in Belgio, ha conseguito il diploma di direzione al Conservatorio di Bruxelles. Primo direttore musicale straniero di un’orchestra sinfonica in Cina, Eric Lederhandler è stato recentemente nominato per questa funzione presso la Jiangsu Symphony Orchestra (Nanchino). Ha raggiunto il livello più alto della “Wiener Meisterkurse für Dirigenten” sotto la direzione di Salvador Mas Conde. Nel 1992 ha fondato l’orchestra da camera “Nuove Musiche”, di cui è direttore in Belgio e all’estero. Collabora regolarmente con il Teatro dell’opera “la Monnaie”, ‘”Opéra Royal de Wallonie”, “The Flemish Opera”, il Russian Opera House di Kazan e il Chinese Opera House di Shanghai . E ‘stato il direttore dell’ “Opera Mobile” ed è attualmente il direttore della casa di produzione lirica “Idée Fixe”. A gennaio di quest’anno ha debuttato con l ‘Orchestre Philarmonique Royal de Liège. Eric Lederhandler è stato nominato Primo direttore ospite scelto dalla Vidin State Philharmonic Orchestra in Bulgaria e collabora ancora con molte orchestre: la Turkish Symphonic Orchestra di Adana, la Noord Nederlands Orchestra e la Limburg Symphonic Orchestra in Olanda, la Sewanee Orchestra negli Stati Uniti , la “Deutsche Kammerorchester” in Germania, la Liepaja Symphonic Orchestra in Lituania, i “Czech Virtuosi” nella Repubblica Ceca, la            “Orchestre Régional de l’Ile de France”, l’Orchestra “Bell’Arte”, l’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo, l’Orchestre National de Lorraine a Metz, l’Oltenia Filarmonica a Craiova (Roumenia), l’Orchestra Sinfonica del Cairo (Egitto), l’Orchestra Filarmonica Centrale, Pechino, l’Orchestra Sinfonica di Pechino, l’Orchestra Sinfonica di Shanghai, l’Orchestra Filarmonica di Xiamen e la Chinese National Symphony Orchestra. È regolarmente invitato come ospite al Conservatorio di Sichuan, Cina, dove dirige l’orchestra e dove tiene corsi di perfezionamento in direzione d’orchestra. In Belgio ha diretto l’ “Ensemble Vocal” dell’RTBF e dei cori del Royal Conservatoire di Bruxelles. Ha collaborato come direttore ospite con la Royal Chamber Orchestra of Wallonie, l’Orchestra Sinfonica del Royal Conservatoire e l’Orchestra Nazionale Belga.

Serena Sinigaglia

Regista

Nata a Milano, si diploma in regia alla Civica Scuola di Arte Drammatica «Paolo Grassi» (ora Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi) nel 1996. E’ fondatrice, dell’ A.T.I.R. (Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca) e docente del corso di regia presso la NABA di Milano, insegna recitazione per la scuola del Teatro Stabile di Torino e del Piccolo Teatro di Milano. Per dieci anni dirige il Teatro Ringhiera di Milano, situato alla periferia sud di Milano, dove “anima” una periferia difficile attraverso un progetto di rigenerazione urbana e atti significativi di arte partecipata. Da giugno 2021 è direttrice artistica, insieme a Lella Costa, del Teatro Carcano di Milano. La sua è una carriera che dura da oltre 25 anni, eclettica e trasversale.

Dirige opere liriche e prosa. Classici e contemporanei. Collabora coi più importanti drammaturghi italiani nella creazione di testi originali, tra questi Roberto Saviano, Fausto Paravidino, Letizia Russo, Emanuele Aldrovandi. E’ stata prodotta ed ospitata nei principali teatri istituzionali e non, tra i quali ricordiamo quelli con cui la collaborazione è diventata un vero e proprio sodalizio: il Piccolo Teatro di Milano, il Teatro Stabile di Torino, il Grand Theatre de Genève, la Fenicie di Venezia, il Teatro Stabile di Torino, il Teatro Carcano di Milano.

Riceve numerosi riconoscimenti tra i quali «Donnediscena» come migliore regista dell’anno, premio «Hystrio» alla regia, «Premio Milanodonna» del Comune di Milano rivolto alle Grandi Donne che hanno contribuito alla crescita culturale e sociale della Città, il Premio «Regium Giulii» per la miglior opera prima col romanzo edito da Rizzoli, “E tutto fu diverso”.

Nella stagione 2019-2020 debutta con gli spettacoli “ La bancarotta” di Carlo Goldoni, produzione Teatro Stabile di Bolzano, con Natalino Balasso, “ La Camera Azzurra” da Georges Simenon, adattamento Letizia Russo, con, tra gli altri, Fabio Troiano, produzione Cooperativa CMC-Nido di Ragno/Sara Novarese, “ Il Nodo” di Johnna Adams, con Ambra Angiolini e Ludovica Modugno, produzione Goldenart Production srl e infine “Se non posso ballare, non è la mia rivoluzione” di cui è coautrice con Lella Costa, produzione Mismaonda/Teatro Carcano/CTB di Brescia.

A marzo 2020 dirige per l’ Opéra National de Lorraine (Nancy) e l’Operà di Strasburgo “Alcina” di Georg Friedrich Haendel.

Nel settembre 2020 scrive e dirige “Il rito sospeso”, produzione Teatro Fraschini di Pavia, rito partecipato per 98 “artisti” e 98 “spettatori” nonché docufilm proiettato in occasione della riapertura del teatro a fine Aprile 2021.

Nella stagione 2021-2022 dirigerà per il Teatro Stabile di Genova un testo inedito di Sabrina Mahfouz per l’anniversario del G8 di GENOVA 2001. A seguire firmerà la regia di “La tragédie de Carmen” di Brook-Carrere per il Teatro Goldoni di Livorno. Per il Teatro Stabile del Veneto dirigerà “La peste” da Albert Camus, adattamento Emanuele Aldrovandi.

Maria Spazzi

Scenografa

Maria Spazzi, nasce a Milano nel 1972. 

Si laurea in scenografia nel 1995 all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano.  

Dal 1996 lavora come scenografa teatrale firmando l’allestimento di spettacoli per i maggiori teatri di prosa italiani, stabili e privati, tra cui Piccolo Teatro di Milano e dal 1999 di spettacoli di lirica per numerose realtà fra cui Teatro La Fenice di Venezia, Grand Théâtre de Genève, Macerata Opera Festival, Landestheater di Salisburgo, Teatro Comunale di Bologna, Biennale Teatro Venezia, Rossini Opera Festival, Theater Kiel, Teatro Sociale di Como, Teatro Fraschini di Pavia, Teatro Petruzzelli di Bari, Teatro Grande di Brescia.

Dal 1996 collabora con la regista Serena Sinigaglia in uno stretto sodalizio artistico.

E’ cofondatrice nello stesso anno della compagnia teatrale ATIR, che dal 2007 al 2017 ha gestito il Teatro Ringhiera di Milano.

Dal 2008 conduce laboratori di scenografia presso l’università SUPSI di Lugano. 

Nel 2017 vince il Premio Hystrio Altre Muse per la scenografia.

Katarina Vukcevic

Costumista

Nata in Montenegro nel 1993, si laurea presso l’Accademia di Belle arti di Brera in Scenografia e costume con 110 e lode . Nel 2015 vince il primo premio Nazionale Claudio Abbado per i migliori costumi. Dal 2015 ha lavorato con nomi teatrali come Serena Sinigaglia, Franca Squarciapino, Gigi dall’Aglio, Filippo Dini, Carlos Martin e altri. 

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La tragédie de Carmen – Alcuni momenti delle prove di regia al Teatro Goldoni di Livorno