CORONAVIRUS. Lettera aperta di Marco Leone, direttore generale del Goldoni di Livorno, rivolta a tutti i cittadini: “Niente come il teatro sarà in grado di celebrare il ritorno ad un’esperienza condivisa nel nome dell’arte”

Ecco il testo della Lettera Aperta scritta da Marco Leone, direttore generale della Fondazione Teatro Goldoni di Livorno, in questo difficile momento dell’emergenza coronavirus, che ha costretto i teatri a interrompere le programmazioni. La lettera è rivolta alla città, ai cittadini, ai frequentatori del teatro… “niente come il teatro sarà in grado di accogliere la comunità e celebrare il ritorno ad una esperienza condivisa nel nome dell’arte”.

marco leone

 

“Il Teatro Goldoni di Livorno, come tutti i Teatri italiani, ha dovuto sospendere le sue attività per contrastare e contenere gli effetti del Covid-19, in linea con quanto prescritto dai Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri e siamo adesso in attesa di capire quando potremo riaprire. In questo momento mi sento, a nome di tutti i lavoratori del Teatro Goldoni, di salutare e abbracciare tutti i nostri, numerosissimi abbonati, il nostro pubblico, il pubblico di tutti i teatri della città e in pratica tutti i cittadini di Livorno. Siamo sicuri che, in armonia e in sinergia con la nostra Amministrazione saremo in grado di risorgere più vitali e creativi che mai.

Se anche il Teatro è chiuso, #laculturanonsiferma: siamo sempre presenti con informazioni, attività e notizie sul nostro sito online www.goldoniteatro.it e sulle pagine social facebook, instagram e newsletter.

Sempre sul sito, potrete trovare numerose iniziative che abbiamo pensato per voi: i “Quaderni della Fondazione Teatro Goldoni”, che ripercorreranno le produzioni liriche del Teatro di tradizione livornese, dall’ormai storica riapertura del 24 gennaio 2004 ad oggi, la campagna “Condividi anche tu uno scatto al Goldoni” e il bando aperto “Quartieri distanti ma uniti” pensato dalla nostra Bottega d’Arte in sinergia con i Quartieri Uniti Ecosolidali, affinché possiate raccontarci come state, il vostro umore, i vostri timori e i vostri nuovi desideri: il Teatro pubblicherà le vostre riflessioni sui suoi canali.

La Fondazione Goldoni e il Teatro della Città sentono in questo momento anche il bisogno di esprimere sostegno agli operatori culturali che animano i teatri del nostro territorio. 

Sottoscriviamo quanto espresso nella lettera aperta, riguardo al lavoro e ai risultati ottenuti in questi anni dai teatri. Sono stati, senza dubbio, anni di crescita in termini lavorativi e professionali e non ci stancheremo mai di ricordare quanto il settore culturale rappresenti uno dei principali motori economici del nostro Paese. 

E’ senza dubbio il momento giusto per ribadire l’irrinunciabile ruolo svolto dal teatro all’interno delle nostre comunità, sia dal punto di vista economico che di impulso alla vita.

Il teatro svolge un ruolo incalcolabile a servizio dello sviluppo della personalità umana: in una società sempre più spostata sul digitale e il virtuale, il teatro rappresenta un’anomalia, una resistenza: il teatro è il corpo, il teatro è l’arte della presenza e della relazione, è l’arte del contatto e della vicinanza.

Mentre dobbiamo fronteggiare eventi che ci suggeriscono di cercare l’isolamento, il teatro ci ricorda da sempre che la vita dell’uomo è desiderio della presenza dell’altro.

La vita umana è tutta basata sulla ricerca dell’altro, sulla ricerca della presenza dell’altro.

Non c’è vita possibile senza il soccorso dell’altro. Non c’è vita possibile se non testimoniata e accesa dalla presenza dell’altro.

Proprio perché il teatro si basa sulla relazione e sulla vicinanza, è stato il primo comparto ad essere colpito dalle misure di restrizione, e sarà l’ultimo a poter riaprire. Ma proprio per questa sua specificità sarà lo strumento principe attraverso il quale recuperare il senso delle nostre vite.

Sicuramente, come scrive Mariangela Gualtieri in una sua poesia “Adesso lo sappiamo quanto è triste stare lontani un metro”.

Dopo questa esperienza di forzato isolamento, di “rinuncia alla relazione”, niente come il teatro sarà in grado di accogliere la comunità e celebrare il ritorno ad una esperienza condivisa nel nome dell’arte”.

    Marco Leone, direttore generale Fondazione Teatro Goldoni