CORONAVIRUS / 22. Martedì 10 marzo altri 56 tamponi positivi. Ordinanza del presidente Rossi: chi è arrivato in toscana dalle zone a rischio deve tornare a casa

REGIONE TOSCANA / IL BOLLETTINO DEL 10 MARZO 2020

Dall’ultimo monitoraggio di lunedì 9 marzo 2020, nella giornata di martedì 10 marzo sono in tutto 56  i nuovi tamponi risultati positivi al test per il Coronavirus eseguiti nei tre laboratori di virologia e microbiologia delle tre aziende ospedaliero universitarie della Toscana: 17 nel laboratorio di Careggi, 30 nel laboratorio di Pisa, 9 nel laboratorio di Siena.

I dati sono stati trasmessi dagli uffici dell’assessorato al Ministero della salute.
ILunedì 9 marzo, i nuovi positivi erano stati 43.

Ad oggi sono complessivamente 264 i tamponi risultati positivi al test del Coronavirus Covid-19. Questa la suddivisione per provincia di segnalazione: 61 Firenze, 21 Pistoia, 7 Prato (totale Asl centro: 89), 37 Lucca, 37 Massa Carrara, 31 Pisa, 14 Livorno (totale Asl nord ovest: 119), 10 Grosseto, 33 Siena, 13 Arezzo (totale sud est: 56).

Da segnalare una nuova negativizzazione (uno dei tre casi che ieri risultavano clinicamente guariti). Ad oggi quindi sono 2 i casi negativizzati (quindi completamente guariti), 2 i casi clinicamente guariti e un paziente deceduto. 259, quindi, i casi attualmente positivi.

Dal 1° febbraio ad oggi, sono in tutto 2.149 i tamponi eseguiti nei tre laboratori.

Dal monitoraggio giornaliero sono 4.427 le persone in isolamento domiciliare, di cui 2.064 prese in carico attraverso i numeri dedicati, attivati da ciascuna Asl. Sono 1.616 casi nella Asl centro (Firenze – Empoli – Prato – Pistoia), 162 persone nella Asl nord ovest (Lucca – Massa Carrara – Pisa – Livorno) e 286 nella sud est (Arezzo – Siena – Grosseto)


ORDINANZA DEL PRESIDENTE ROSSI: CHI É ARRIVATO IN TOSCANA DALLE ZONE A RISCHIO DEVE TORNARE SUBITO A CASA

Chi, per motivi diversi da esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute, arriva in Toscana, o ci sia arrivato negli ultimi quattordici giorni, dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, mette a rischio la salute della collettività e anche la propria, non avendo sul territorio toscano il proprio medico o pediatra di famiglia, figura che riveste un ruolo centrale nell’assistenza sanitaria garantita dal Servizio sanitario nazionale.

Per questo il presidente Enrico Rossi ha firmato oggi pomeriggio una nuova ordinanza, la numero 10 (vedi allegato), che stabilisce che le persone indicate sopra facciano rientro immediato al proprio domicilio, abitazione o residenza. L’ordinanza è rivolta chiaramente alle migliaia di persone che negli ultimi giorni sono venute in Toscana dalla Lombardia e dalle province “rosse” del nord Italia.

In particolare, l’ordinanza dice che, per garantire l’appropriatezza delle cure erogate e salvaguardare la funzionalità del SSR, garantendo la cura dei pazienti complessi e gravi e la gestione delle emergenze, qualora le persone indicate accedano ad un Pronto Soccorso del Servizio Sanitario Toscano, se il loro stato di salute non necessita di ricovero, saranno invitate a farsi prendere in carico dal proprio medico o pediatra di famiglia del luogo di domicilio, abitazione o residenza fuori Toscana, dal quale dovranno recarsi.

La stessa ordinanza prescrive – e questo vale per tutti – che dovrà essere il Servizio di igiene pubblica territorialmente competente a prescrivere la quarantena, con sorveglianza attiva per un periodo massimo di 14 giorni, dandone comunicazione al sindaco, in qualità di autorità sanitaria territorialmente competente.

Ancora, viene demandato alla task force sanitaria il compito di individuare le misure straordinarie e temporanee di riassetto organizzativo della rete ospedaliera, anche avvalendosi delle strutture private accreditate, per riuscire a garantire massima efficienza ai processi di presa in carico dei pazienti affetti da coronavirus e, contestualmente, offrire massima tutela della salute della collettività.

Infine, l’ordinanza stabilisce che gli operatori sanitari che sono stati in quarantena possano rientrare al lavoro se non hanno tampone positivo al Covid o particolari sintomi.