Colore, musica, belcanto: “L’italiana in Algeri” di Rossini (regia di Vizioli, scene e costumi di Nespolo) trascina il pubblico del Verdi di Pisa

di LISA DOMENICI

Termina con successo la stagione lirica del teatro Verdi di Pisa, che mette in scena “L’italiana in Algeri”. Il che significa onorare il 150° della morte del sommo Pesarese con uno dei suoi capolavori tra i più amati dal pubblico. “L’italiana in Algeri” del ventunenne Rossini andò in scena per la prima volta nel 1813, al teatro San Benedetto di Venezia , undicesimo titolo del catalogo operistico del compositore. A Pisa l’opera arrivò l’anno dopo, il 16 novembre, al teatro Costanti (attuale teatro Rossi) e fu accolta con tale successo che tornò varie volte. L’ultima volta sul palcoscenico del Verdi risale al 2007. Nel 1994 “L’Italiana” ebbe la sua renaissance nel 1994 al Rossini Opera Festival, che quando debuttò l’edizione critica curata da Azio Corghi.

“L’Italiana in Algeri”, dramma giocoso, racconta di Isabella, appunto l’italiana anzi la livornese, che in compagnia dell’amante non da lei corrisposto, Taddeo, va alla ricerca del suo amato Lindoro. La nave fa naufragio sulle coste algerine e lì ritrova Lindoro alla corte di Mustafà. Il quale stanco della moglie Elvira, si innamora subito di Isabella , che conn uno stratagemma molto divertente per il pubblico, riesce a fuggire con Lindoro riconsegnando Mustafà a Elvira. In questo intreccio, che si svolge in una Algeri tanto lontana dalla realtà, si esprime l’esuberante vena comica di Rossini, che sembra abbattersi persino sugli accenti patriottici coi quali Isabella cerca di scuotere Lindoro, ridotto in schiavitù: “Se parlano al tuo core/ patria, dovere, onore, dagli altri apprendi/ a mostrarti italiano; e alle vicende/ della volubil sorte/ una donna t’insegni ad esser forte”. Sì, evviva Isabella.

La straordinaria comicità dell’opera ha contagiato non solo Stefano Vizioli con le sue divertenti soluzioni registiche e Ugo Nespolo con le colorate scene (ha firmato anche i costumi), un duo, questo, che nell’incanto della musica di Rossini riesce a trascinare pure gli spettatori. Attraverso il palcoscenico e la buca dell’orchestra Archè guidata da Francesco Pasqualetti. Sulla scena bella prova del coro Ars Lyrica istruito da Marco Bargagna e degli interpreti, a cominciare dalla disinibita e scaltra Isabella di Antonella Colaianni, affiancata dal Mustafà di Alessandro Abis , accademia pesarese docet, dal Lindoro di Diego Godoy, dall’Elvira di Giulia Della Peruta, dalla Zulma di Cristina Poggini, dall’Haly di Alex Martini e dal Taddeo di Nicola Ziccardi. Una bella squadra, scesa nel difficile campo rossiniano, espugnato con successo, come ha decreatato il pubblico (il teatro era esaurito) con lunghi e conviti applausi.

A seguire la fotogallery (ph. Imaginarium Creative Studio, anche la  foto grande sopra il titolo)