Castiglioni e la lezione sulla luce. Al Centro Zeffirelli la figlia dell’architetto racconta una storia di creatività, arte e design

di ELISABETTA ARRIGHI

Il luogo è bellissimo. Da sede di Tribunale a Centro per le Arti e lo spettacolo Franco Zeffirelli. A Firenze, proprio dietro Palazzo Vecchio, quindi a pochi passi da piazza della Signoria. Si sale la breve scalinata esterna e si entra in un luogo emozionante: basta volgere lo sguardo verso l’alto, sul pianerottolo dello scalone monumentale che porta al primo piano, dove un manichino vestito con un abito di scena accoglie i visitatori.

Nella sala al piano terreno, invece, la luce (e non solo) è stata protagonista per un pomeriggio grazie ad Illum e Flos. Un pomeriggio di autunno, grigio e piovoso, che all’improvviso si è illuminato di creatività. Quello in cui Giovanna Castiglioni ha raccontato con amore filiale, passione e grande empatia il suo papà, Achille Castiglioni, un architetto e progettista che per tutta la sua vita ha cercato la funzionalità degli oggetti, anche attraverso il riuso. E’ stato uno dei protagonisti del design italiano e Castiglioni con le sue splendide lampade – spesso progettate insieme al fratello Pier Giacomo – sembra essere lì in mezzo alla platea (di architetti), mentre Giovanna racconta…

Le immagini, in dimensione maxi, proiettate su un grande schermo rappresentano una vera e propria immersione nello Studio Castiglioni a Milano, oggi uno Studio Museo dove ha sede la Fondazione Achille Castiglioni (*). Ci sono progetti, documenti, disegni, schizzi, lettere… un patrimonio cartaceo immenso che racconta il lavoro di Achille (e del fratello Pier Giacomo, nato nel 1913 e scomparso nel 1968)) che nel corso della sua carriera lavorò per numerose aziende del Made in Italy di eccellenza e fra queste Flos. Perché Achille amava la luce artificiale e gran parte dei suoi progetti hanno avuto come soggetto proprio la luce.

Nello Studio Museo di piazza Castello, le stanze parlano da sole: da quella dei prototipi alla sala delle riunioni… parlano gli allestimenti, come ad esempio – era il 1957 – la sala da pranzo a Villa Olmo a Como o quella del 1965 – “La casa abitata” – a Palazzo Strozzi con l’orologio da parete Firenze (per Alessi). Scorrono le immagini, si fa cenno ad una mostra da realizzare nel 2018 per i cento anni della nascita di Achille (il compleanno cade il 16 febbraio, anche se è venuto a mancare il 2 dicembre 2002). Ed eccole, le lampade senza tempo, attraverso le quali sono stati sperimentati materiali innovativi (come il cocoon), nuove tecnologie, processi di industrial design e molto altro. Ci sono i prototipi e non solo, c’è la celeberrima lampada Arco (1962) “perfetta per chi sta seduto e vuole leggere”, con il buco nel marmo di Carrara della base nel quale poter infilare un mattarello o un manico di scopa per spostarla; ci sono le prime calotte in plastica e in polimero. Scorrono le immagini, mentre Giovanna mostra il cucchiaio da maionese, un paio di occhiali e altri oggetti quotidiani. Nel frattempo si “illuminano” lampade d’artista come la Luminator (progetto di Achille e del fratello Pier Giacomo, con tre piedi e un tubo sormontato dalla lampadina, confezionata in un tubo da disegno, da portare a casa e montare rapidamente), la Parentesi, la Taccia (1962, con il grande riflettore e la base a colonna, disegnata nel 1962 da Achille e da Pier Giacomo), la Snoopy (1967, sempre progettata dai due Castiglioni), la Gatto, la Fucsia (1996)… La luce ci avvolge ogni giorno. La luce è vita. La luce è design e, con Castiglioni, diventa arte. 

  • (La Fondazione Achille Castiglioni si trova a Milano in piazza Castello 27. Può essere visitata solo su prenotazione, dal martedì al venerdì, alle 10, alle 11 e alle 12. Il sabato lo Studio Museo sarà visitabile solo al raggiungimento di un numero minimo di 15 persone. Apertura pomeridiana: giovedì sera con visite guidate alle 18.30, 19.30 e 20.30. Durata della visita 60 minuti. Biglietto singolo 10 euro, ridotto 7 euro, prenotazioni online info@achillecastiglioni.it)