“Il cappello di paglia di Firenze”, regia divertente e orchestra scalpitante. E in platea applaude anche Ugo Benelli, storico interprete dell’opera di Nino Rota

di FULVIO VENTURI –

Nell’ambito del progetto “Opera Studio”, pregevolissima iniziativa dei “tre teatri”, Livorno, Pisa e Lucca, unica nel suo genere in Italia, è tornata in scena “Il Cappello di Paglia di Firenze” di Nino Rota, che nel 2001 dette avvio alla rassegna (debutto sabato 11 e replica domenica 12 febbraio 2017 al Teatro Verdi di Pisa, poi sarà al Goldoni di  Livorno e al Giglio di Lucca, ndr). 

Richiamandosi direttamente alle comiche mute che da ragazzino tanto lo divertivano con la più recente acquisizione culturale del film “Un chapeau de paille d’Italie”, che René Clair sceneggiò e diresse nel 1927, mentre per le ascendenze dirette ed indirette dell’opera di Rota (nella foto a sinistra) si rimanda al mio precedente articolo apparso su toscanaeventinews.it, Lorenzo Maria Mucci, regista della produzione, ha ambientato l’azione all’interno di un set cinematografico di fine Ottocento, 1895 per l’esattezza. Lo stesso percorso à rebours effettuato da René Clair, dunque finti ambienti, trucchi un po’ da fiera, precarietà costante delle scenografie, ma particolare attenzione alle sincronie ed ai ritmi. Bisogna dire che Mucci ha centrato l’obiettivo. Ne è venuto fuori uno spettacolo serrato, concorde con il racconto musicale, dai meccanismi oliati e fluidi, divertente. E quello del “divertissement” è il dato più concreto e sicuro di questo spettacolo che fa leva anche sulle scene di Emanuele Sinisi, sui costumi di Massimo Poli e sul disegno luci di Michele Della Mea.

Dal lato musicale, il direttore Francesco Pasqualetti, ha avuto il suo bel da fare nel mantenere gli equilibri fra le sonorità eccedenti di una “buca” generosissima e il palcoscenico e di una compagine orchestrale, OGI Orchestra Giovanile Italiana, scalpitante e verdissima. Lodevole il coro, CLT Coro Lirico Toscano, ben condotto dal maestro Andrea Chinaglia, con l’Ensemble LTL Opera Studio, in una parte tutta insidie, trabocchetti e lusinghe melodiche, nonché mobilissima in scena.

Fra le voci soliste si è distinta la Elena di Maria Veronica Granatiero, nitida nelle agilità della parte virginale e giustamente dolce dal lato timbrico e con lei abbiamo seguito con interesse la prova del giovane tenore Claudio Zazzaro (classe 1989) nei panni protagonistici di Fadinard. Ed è inutile che a riprova della difficoltà del suo spartito si ricordino aulici interpreti quali Nicola Filacuridi, “creatore” dell’opera, Alvinio Misciano, Ugo Benelli e in tempi più recenti Juan Diego Florez. Gli altri personaggi sono stati interpretati da Veio Torcigliani (Nonancourt), Alessandro Biagiotti (Beaupertuis), Nicola Vocaturo (Lo zio Vézinet), Rui Ma (Emilio), Victor Hernan Godoy (Felice), Federico Bulletti (Achille e Una Guardia), Claudio Mugnaini (Un caporale), Federica Grumiro (Anaide), Federica Livi (La Modista), Antonia Fino (La Baronessa di Champigny).

Invitato dal Teatro di Pisa era presente alla rappresentazione il tenore Ugo Benelli (nella foto a destra seduto in platea al Teatro Verdi di Pisa) storico Fadinard a Treviso, a Barcellona e soprattutto in una apprezzata produzione RAI del “Cappello di Paglia” (regia di Ugo Gregoretti), che facilitò non poco la diffusione di questa ilare opera. Ancora aitante nei suoi ottantadue anni splendidamente portati, Benelli ha avuto parole d’elogio per la coppia degli sposini Elena-Fadinard e soprattutto per la regia di Mucci, chiosando con un eloquente “Nino Rota sarebbe stato contento.” Contentissimo alla fine il folto pubblico con applausi e acclamazioni per tutti.