BUON COMPLEANNO MASCAGNI / 2. L’elegante maestosità della musica secondo i musicisti dell’ORT e il direttore Mario Menicagli. Con le belle voci dei solisti (a partire da Silvia Pantani). E poi la mostra dedicata ai cento anni del “Piccolo Marat”. La recensione di Fulvio Venturi

di FULVIO VENTURI
Da tanti anni a Livorno non si sentiva un entusiasmo simile. Un Mario Menicagli concentrato ed efficace, un Alessandro Cecchi Paone sapido e coinvolto, un’Orchestra della Toscana in gran spolvero, degli ottimi solisti, un coro cospicuo ed animoso e soprattutto le trascinanti pagine del “Piccolo Marat”, l’opera che vedremo in scena il 10 e il 12 dicembre 2021, hanno decretato il successo.
La serata (a lato e in basso una foto giovanile di Pietro Mascagni) ha avuto uno svolgimento semplice, che ha avuto un interessante prologo con l’inaugurazione della mostra imperniata sui Cento Anni del “Piccolo Marat” e sulla figura di Irma Viganò, storica interprete di quest’opera, realizzata con i documenti in possesso di Luca Viganò, nipote della cantante.
Alessandro Cecchi Paone, nella prima parte, ha guidato gli spettatori nell’atmosfera della Rivoluzione Francese, il periodo storico dove “Il piccolo Marat” è ambientato, alternando la sua narrazione con tre momenti fondamentali dell’opera mascagnana, ovvero il “giuramento” del primo atto, il “gran duetto” del secondo atto, ed il “risveglio dell’Orco” del terzo, con il concitato finale ed il trascinante postludio sinfonico che chiude l’opera.
Bravissimi i solisti. Andrea Bianchi è un tenore di buona voce, dal suono “antico”, che con efficacia ha affrontato passi di grande difficoltà tecnica; Silvia Pantani è stata una Mariella ideale, distinta e appassionata, di voce lirica e cristallina. Andrea Gramigni è stato un Orco efficace ed incisivo, mentre Carlo Morini ha prestato la sua esperienza e la sua musicalità al Capitano dei Marats nell’inciso del primo atto ed al Carpentiere in quello del terzo. Nel “giuramento” lodevole l’operato del Coro del Teatro Goldoni istruito e diretto da Maurizio Preziosi. Ai solisti si è aggiunto il baritono Simone Rebola che ha cantato la frase del “popolano” nella scena del giuramento.
Nella seconda parte, dopo che i familiari del Maestro Antonio Bacchelli hanno ricevuto dalla Fondazione Goldoni un riconoscimento in memoria del loro congiunto che diresse nel 1979 una produzione del “Piccolo Marat”, Mario Menicagli ha messo in campo tutta la sua passione ed il suo acume in tre ampie e complesse pagine della produzione mascagnana, il vaporoso “sogno” dal “Guglielmo Ratcliff”, la freschissima e geniale sinfonia delle “Maschere” ed il magnifico interludio di “Isabeau”. Ne è uscita una lettura moderna, lineare, attenta ai segni dinamici delle diverse partiture e pure non immemore dei fuochi di una tradizione ormai lontana. Lettura che sarebbe degna di essere consegnata alla sala d’incisione.
Da sottolineare la prestazione dell’Orchestra della Toscana che specie nella sinfonia delle “Maschere”, fra le volate degli archi, il fraseggio dei legni ed il nitore dell’assieme ha donato un momento di elegante maestosità. È questa sinfonia una pagina singolare che attesta l’ammirazione di Pietro Mascagni per Rossini e Mozart e che unisce al disegno raffinato degli strumenti a corda e al ciangottare dei fiati, l’alitare di una refola di libeccio. Un brano magistrale che in una esecuzione scenica delle “Maschere” prevede un’interruzione. Giocadio, il corago dello spettacolo, entra e dialoga con il direttore esemplificando le sue idee di regia, anticipando di una ventina d’anni il mondo pirandelliano. Ieri sera, fra un primo momento di sorpresa del pubblico e la simpatica gag successiva, è stato Alessandro Cecchi Paone a vestire i panni di Giocadio producendosi in un artificioso “bisticcio” con il direttore Mario Menicagli.
Con un toccante momento la chiusura della serata è stata dedicata a Laura Pasqualetti, la pianista scomparsa la scorsa estate, nella cui memoria, in presenza figlia Virginia, Mario Menicagli e l’Orchestra della Toscana hanno eseguito l’intermezzo di “Cavalleria rusticana” nella viva commozione degli spettatori. (Nella foto in basso: Laura Pasqualetti durante un recital con Desirée Rancatore al Goldoni di Livorno / ph. A. Bizzi).

 

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  • Entusiastica e competentissima come sempre la recensione del grande Venturi della magnifica serata mascagniana che prelude alle due recite centenarie del piccolo Marat che tutti aspettano per i prossimi 10 e 12 dicembre.
    Speriamo noi, i ” vecchi ” mascagniani giurati all’estero – che esistano pure! – giurato di queste storiche esecuzioni sien fatti alemeno le dovute registrazioni inmodocchè anche noi, da lontano possimo goderci le geniale musiche dell’eterno nostro Dio : Mascagni!

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