“Bella Addormentata”, il Balletto Junior di Toscana al Maggio Musicale. Coreografo e regista Diego Tortelli

Appuntamento con la danza al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (Piazzale Vittorio Gui, 1 / Firenze): la Compagnia Balletto Junior di Toscana diretta da Cristina Bozzolini presenta “Bella Addormentata”, musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij. L’appuntamento è per giovedì 7 dicembre 2017 alle 20, sabato 9 dicembre alle 15.30 e alle 20 e domenica 10 dicembre alle 15.30. Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, direttore Giuseppe La Malfa, regia e coreografia: Diego Tortelli. Drammaturgia musicale: Francesco Sacco. Costumi: Santi Rinciari. Luci: Carlo Cerri.

Sarà l’attualizzazione de “La Bella Addormentata” quella firmata dal coreografo Tortelli, nuova produzione della compagnia Balletto di Toscana Junior, a rappresentare l’eccellenza dei nuovi talenti della danza al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. I danzatori della compagnia Balletto di Toscana Junior hanno dai 16 ai 24 anni e presentano produzioni originali nei maggiori e più importanti teatri d’Italia, a conferma delle capacità formative di quella che è una fra le migliori scuole di danza con oltre 30 anni di esperienza a Firenze. Gli spettacoli del Balletto di Toscana Junior sono stati acclamati dalla critica nazionale: la rivista Danza e Danza ha assegnato alla compagnia negli anni ben tre Premi della Critica per le produzioni e uno per il progetto.

Cristina Bozzolini, una delle prime ballerine stabili del Maggio Musicale Fiorentino negli anni ‘70, partner al fianco di étoiles del balletto di fama mondiale, quali Nureyev e Baryshnikov, è il direttore artistico della compagnia e, oltre a rappresentare un importante progetto di formazione, si avvale anche di grandi professionisti per le coreografie, quali Diego Tortelli, bresciano di origine, scaligero di formazione, danzatore e fra i migliori coreografi del momento. Diego Tortelli sperimenta una versione contemporanea della favola di Perrault in una danza metropolitana dove si rappresenta il contrasto della società attuale fra reale e ideale: «Viviamo in una società frenetica in cui l’ossessiva ricerca della perfezione ci allontana sempre di più da noi stessi. È questa la prospettiva attualizzata di questa mia versione de La bella addormentata, ambientata nelle strade frenetiche di una metropoli qualsiasi, dove tutti sono sempre di corsa alla ricerca disperata di realizzare il loro sogno perfetto».

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Tortelli si forma come danzatore in Italia presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma e poi al Teatro Alla Scala di Milano. Ha iniziato il suo percorso professionale in Italia come freelance, all’età di 18 anni a Torino con il Balletto dell’Esperia sotto la direzione di Paolo Mohovic e di Milano con il Teatro alla Scala e la DanceHaus/Susanna Beltrami. I suoi impegni lo hanno portato poi a Valencia, Spagna, dove ha fatto parte del Ballet de Teatres de la Generalidad, interpretando lavori di Ohad Naharin, Nacho Duato, Gustavo Ramirez Sansano, Jiří Kylián, Angelin Preljocaj, Thierry Malandain, Asun Noales, Goyo Montero, Carolyn Carlson, Ramon Oller. Dopo quattro stagioni a Valencia viene invitato a Chicago dal coreografo e direttore artistico Gustavo Ramirez Sansano ad unirsi alla sua compagnia Luna Negra Chicago, dove ha ballato per 2 stagioni.
Nel 2012 ha lasciato Chicago per unirsi al Ballet National de Marseille, sotto la direzione di Frederic Flamand.

Nel 2015 riprende il suo percorso freelance collaborando con Frederic Flamand per il riallestimento di Orphée et Eurydice al Teatro Massimo di Palermo dove è stato anche impegnato come maître du ballet. In questi ultimi anni ha lavorato come guest per l’Opera di Munich e come danzatore/assistente per BOD sotto la direzione artistica di Richard Siegel. Di recente ha ultimato un progetto in Olanda con Korzo Theater e con La Veronal/Marcos Morau di Barcellona. Inoltre, il suo lavoro come coreografo e assistente lo ha portato a realizzare progetti e proprie creazioni, come l’opera Recapitulo per i ballerini di Luna Negra presentata presso il Museo Contemporaneo MCA di Chicago. Il suo progetto Descamino de Dos ha ricevuto il primo premio nel concorso coreografico di Burgos, New York. Il pezzo fa oggi parte del repertorio di compagnie internazionali come la Companía Nacional de Danza di Madrid e la Compagnia Introdans in Olanda. Sempre nel 2015 ha presentato We are all sanpaku collaborazione con due musicisti, Emanuele Maniscalco e Qarin Wikström, per il festival di musica italiana Jazz on the Road. Nel 2016 crea Carmen Suite per Eko Dance Project/Pompea Santoro, Vox Multitudinis per il Teatro Massimo di Palermo, e Vitreae Vultus per DanceHaus/Susanna Beltrami nell’ambito della sezione Vetrina Italia Domani del festival MilanOltre.

Nel 2017 è stato eletto come giovane coreografo dal festival di danza Palcoscenico Danza a Torino, dove ha presentato Cursus per Ekodanceproject.

Biglietti da € 5 a € 50

Info e prevendite: http://www.operadifirenze.it/events/la-bella-addormentata/ Risvegliare l’ispirazione

RISVEGLIARE L’ISPIRAZIONE

di Silvia Poletti

Bella Addormentata (senza l’articolo determinativo presente invece nel titolo dell’originale), è il nuovo spettacolo a serata con cui il Balletto di Toscana Junior diretto da Cristina Bozzolini continua il suo progetto artistico che unisce la volontà di far sperimentare i processi creativi e di lavoro a giovani in procinto di avviarsi alla professione di danzatore (gli interpreti infatti sono tutti alla fine del percorso formativo) con la proposta di nuove creazioni coreografiche. Ma soprattutto è una delle produzioni di questa nuova stagione di danza su cui si sono appuntate subito le curiosità maggiori, visto che la sfida della rilettura di un classico del teatro coreografico nella dimensione di una compagnia fatta di giovanissimi impone immediatamente al coreografo l’obbligo di pensarla come una creazione fatta su misura, ma allo stesso tempo esige una nobiltà e ragion d’essere assolute, che confermino la sua caratura di creatore.

Era già capitato con le produzioni ‘a serata’ di Coppelia, Giselle e Romeo e Giulietta firmate per il BdT Junior da altrettanti nomi forti della coreografia nazionale: Fabrizio Monteverde, Eugenio Scigliano e Davide Bombana. Ma in questo nuovo caso si è voluto fare un passo ulteriore, affidando ad un talento emergente, il neo-trentenne Diego Tortelli, il cimento di confrontarsi con un titolo che oltre al mito fiabesco (e le sue letture psicanalitiche: Bettelheim docet) è un colosso musicale e ballettistico. Non a caso è stato definito da Rudolf Nureyev ‘il balletto dei balletti’, ovvero la summa perfetta di cento anni di danza accademica, perfezionata dal genio di Marius Petipa il quale qui trovava nell’opulenza sinfonica della musica di Ciaikovsky perfetta rispondenza alla sua visione del balletto, insieme fantastica e aristocratica.

Nel nostro tempo, grazie anche alla poderosa ondata ‘revisionistica’ dei titoli del repertorio iniziata a fine anni Settanta, La Bella Addormentata ha subìto destino simile ad altri classici. Ma a differenza di quelli, le cui riletture moderne sono a loro volta entrate nel repertorio coreografico mondiale, La Bella Addormentata è sembrata più refrattaria a cedere spazio e gloria alle riedizioni contemporanee: di fatto solo la drammatica e sconvolgente versione dello svedese Mats Ek, datata 1996 (con Aurora tossicomane) e in parte quella nerogotica e fantasy di Matthew Bourne ( 2012) sembrano aver segnato due momenti rilevantissimi nella storia dei remakes.

Con saggezza, evitando il rischio di emulazioni possibili, Diego Tortelli ha scelto una strada inesplorata. E’ partito da sé stesso, e dal quesito fondamentale: cosa, chi rappresenta oggi quella Bella addormentata? E da artista che sta iniziando il proprio percorso creativo e sta cercando delle risposte alle sue intime esigenze ha trovato proprio nell’apparente calembour del titolo l’attesa chiave di lettura. Perché a essere immersa in un sonno è proprio la Bellezza, tout court. Quella anelata, immaginata, desiderata dal protagonista – un giovane poeta – che si sente a disagio nella quotidianità e cerca altrove lo stimolo alla creatività. Tema ben noto anche al teatro di danza, questo, con il suo anelito al mondo perfetto che contrasta con l’imperfezione della realtà. E l’ideale, si sa, può avere un fascino irresistibile, ma anche pericolosamente perturbante perché la sua perfezione assoluta nasconde in sé un’ambiguità mostruosa (inteso nel suo primo senso di prodigiosa): la sua è infatti una Bellezza Medusea perché seduce e attrae nella sua inerzia languorosa, nell’erotica reverie in cui promette eterne estasi -salvo poi, in realtà, distruggere le speranze nella disillusione e nel rimpianto.

Ecco allora perché al titolo della creazione di Tortelli sparisce l’articolo. Ed ecco perché questa Bella ideale che langue nello spirito dell’artista – piegato da una quotidianità fatta di relazioni esigenti, inadeguatezze, delusioni, smarrimenti – fluttua in un opalescente biancore, ammalia il poeta, gli regala emozioni e passione che possono finalmente infuocare i versi che va cercando.

Se anche i colori dei costumi e degli oggetti – calibrati con senso espressivo dal bianco al rosso- esplicitano le idee drammaturgiche di Tortelli, è la partitura musicale che sostiene e dà un perfetto sostrato emozionale alla nuova storia e alla danza immaginata dal nuovo autore.
Nella nuova drammaturgia musicale spiccano infatti quelle pagine della partitura ciaikovskiana più chiaramente ispirate dall’idea del ‘fantastico’ – tra cui le parti del Gran Pas delle Fate e tutta la lirica Scena del Sogno, con l’incantevole pagina per violino che qui diventa un assolo per il poeta alle prese con i suoi turbamenti.

La danza di Tortelli – estremamente esigente nelle sua architetture, a tratti quasi strutturalista – racconta a filo di emozione ma non abdica mai al senso dinamico del movimento, alle linee raffinate e alla ricerca di legati e sequenze in cui la virtuosistica versatilità dei suoi giovani interpreti è capace di declinare i diversi vocabolari fisici sintetizzati nell’articolato flusso della coreografia, ora guizzante ed energetica, ora suadente e sensuale.

La fusione tra la nuova idea autoriale e l’antica musica ci invita così a affidarci a nuove inattese visioni, a scoprire la perfetta adattabilità dell’aristocratica ispirazione ciaikovskiana a un linguaggio coreografico che ha tutte le tensioni e le sintesi espressive della contemporaneità. E mentre seguiamo il poeta nel suo percorso interiore alla ricerca di una risposta che finalmente ne plachi l’inquietudine, ci lasciamo andare all’onda avvolgente della favola e delle soluzioni che, in fondo, anche noi nella nostra vita vorremmo prima o poi trovare.