ARTE & MODA. La “grande bellezza” degli abiti di Renato Balestra, lo stilista-artista che ama il blu. In mostra 33 abiti e centinaia di bozzetti nella Sala della Musica della Fondazione Zeffirelli a Firenze. Prossima tappa il Castello di San Giusto a Trieste

di Elisabetta Arrighi

La Sala della Musica, nella sua magnificenza di linee barocche, è perfetta per accogliere i grandi capolavori di moda che sono gli abiti di Renato Balestra. E l’abside (lo spazio era l’oratorio del complesso monumentale di San Firenze realizzato nella seconda metà del Seicento) è il palcoscenico ideale per esaltare al meglio i tagli sontuosi e il blu nelle sue varie sfumature che sono una delle caratteristiche dello stilista triestino di nascita, ma trapiantato a Roma, nel cuore storico della Città Eterna, tra via Sistina, Trinità dei Monti, via Condotti, e le altre strade fashion della capitale.

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“Celebluation”, una celebrazione del blu e dell’arte di Balestra, un signore di novant’anni che ama il suo lavoro, i suoi abiti, che racconta episodi della sua lunga carriera di stilista (che arrivò per caso, mentre studiava ancora ingegneria), che produce emozioni in chi lo ascolta e, soprattutto, si fa rapire dalla bellezza. La “grande bellezza” della moda che diventa arte, che si ritrova in un taglio o in un intarsio di jais o di fiori (come nel mantello a rete – ha raccontato Balestra – per una principessa thailandese che, anni fa, venne intarsiato con orchidee vere), in un jabot, nel drappeggio di una gonna. 33 abiti in mostra e molti figurini, disegnati a mano libera e colorati dallo stilista: “Ricordo una volta in aereo tornando da Miami, dovevo disegnare una collezione, ma mi ero crogiolato sotto il sole. In volo per Roma, cominciai a mettere giù un po’ di idee, utilizzando una penna e i sacchetti di carta che sono nella tasca di ogni posto. Mi vide la hostess, che fu premurosissima: mi procurò carta e matita, pregandomi di regalarle e dedicarle un disegno. Cosa che feci con piacere. Quando atterrammo a Fiumicino, i disegni e la collezione erano pronti”. Tratto a matita, poi il colore, e oggi l’idea progettuale del figurino (“che disegno piccolo piccolo”)  sviluppato poi dai collaboratori dello staff della Maison Balestra.

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“Celebluation” è dall’8 gennaio aperta al pubblico, e resterà aperta fino al 2 febbraio 2020. La Sala della Musica dove gli abiti sono indossati da manichini bianchi è quella della Fondazione Franco Zeffirelli, nel Complesso di San Firenze a Firenze. “Sono contento  di essere a Firenze – ha ricordato Balestra (a destra, al centro della foto, durante le interviste prima dell’inaugurazione della mostra) – qui debuttai in sfilata tanti anni fa. Con Valentino, anche lui debuttante, ci facevamo coraggio a vicenda”. E poi l’amicizia con Franco Zeffirelli, per il quale ha anche disegnato costumi teatrali e quindi l’emozione di essere nel luogo – la sede della Fondazione e il Museo Zeffirelli – dove tutto racconta del Maestro. “È stato un grandissimo artista e anche un grande uomo – ha detto lo stilista – Ho avuto l’onore di essergli amico e la gioia di aver collaborato ai costumi di scena di Così è se vi pare di Luigi Pirandello. Ricordo quanta passione metteva nel suo lavoro e i suoi risultati così eclatanti”.

A introdurre la presentazione della mostra (ha coordinato sul palco Caterina d’Amico) è stato Pippo Zeffirelli, figlio adottivo del regista e presidente della Fondazione: “Felice ed onorato – ha detto – di ospitare gli abiti di Renato Balestra, un grande amico di Franco, che ha frequentato sia la casa di Roma che di Positano. Balestra è un artista straordinario che ha esportato la cultura della moda a livello internazionale”.

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La mostra è stata quindi “raccontata” nel suo allestimento dal produttore Armando Fusco, che ha ringraziato la Fondazione e Zeffirelli e gli sponsor, sottolineando il successo che ovunque ha riscontrato, durante le tappe di Domodossola, Monza, Napoli, Forte dei Marmi, fino all’approdo a Firenze in occasione dei giorni di Pitti Uomo edizione numero 97. Nella Sala della Musica, come accennato, si possono ammirare 33 magnifici abiti di haute couture, a cui si aggiungono (per un totale di circa 300 pezzi), anche bozzetti e disegni di abiti, a testimonianza del lungo percorso professionale di Renato Balestra e della sua evoluzione. L’allestimento, curato dall’artista Maria Franca Bartesaghi, è ampliato rispetto alle precedenti tappe della mostra, comprendendo anche un’inedita selezione di pezzi che attestano gli esordi, quando ancora lo stilista adottava un’espressione pittorica per dare vita alle sue creazioni. La mostra successivamente toccherà altre città, anche all’estero. Ma la prossima tappa sarà per Balestra un  ritorno nella “sua” Trieste nel Castello di San Giusto, prima di volare in Thailandia. 

Un ultimo flash. L’abito corto, naturalmente blu (foto sopra a destra), che si mostra al centro della “sfilata” di altri pezzi couture posizionati nell’abside. È il primo abito disegnato da Balestra. Ha appena compiuto 65 anni. Ed è sempre attualissimo, di una contemporaneità che profuma di arte.

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