Al Chioschino di Villa Fabbricotti a Livorno si presenta (il 25 maggio alle ore 17.30) il libro di Franco Poggianti “La pesca del Giunti”

Il romanzo livornese di un livornese “La pesca del Giunti” di Franco Poggianti. Forse non solo a Livorno, ma certamente a Livorno, se dici la “pesca del Giunti” vuoi indicare una situazione di grande impegno e di poco risultato: “la pesca del Giunti: acqua fino ai co****ni e pesci punti”.
Dunque la vicenda di questo romanzo di Franco Poggianti – leggero, divertente, scanzonato, ma di certo non superficiale – narra l’avventura di un gruppo di amici, che s’impegnano in un’impresa alla “soliti ignoti”, un furto, non a scopo di lucro ma a fin di bene, con l’obiettivo ferreo di scuotere la città, affinché le istituzioni locali si decidano ad avviare a soluzione un problema sociale spinoso, scottante: l’abbattimento dei villaggi di baracche, nati nel dopoguerra, in varie parti della città, a Coteto, in Corea-Shangai, e, soprattutto in Fortezza Nuova, nel pieno centro storico cittadino, e la ricollocazione degli occupanti delle baracche in case popolari.
E come? Semplice. Un ricatto, un rapimento.
Non di una persona, che nessuno degli amici avrebbe l’animo di ricorrere a una violenza tanto vigliacca, sia pure a fin di bene.
Però il rapimento di qualcosa di prezioso per il quale si possa pretendere un riscatto, un furto con destrezza, eroico e avventuroso, guascone, quello sì, quello si può fare.
Gli amici – i “ragazzi”, termine che in livornese indica le persone, uomini o donne che siano e di qualunque età siano, che si frequentano assiduamente in un gruppo piuttosto stabile – sono uniti da comune sentimento e impegno politico e da tante delle abitudini livornesi.
Gli appuntamenti ricorrenti per le “mangiate” in trattoria, il bere con gusto ma con moderazione, chiudere la cena con il ponce, le stornellate, l’amore per la lirica, le chiacchiere – tante, e quanto più inutili tanto più cemento d’amicizia -, il sesso, il sentimento di condivisione dell’infelicità dei meno fortunati, secondo la generosità livornese che fa sì che tutti s’impiccino dei fatti altrui, ma che anche fa sì che, nell’impicciarsi, si trovi il modo di aiutare, sostenere o, almeno, comprendere; ecco questo è gran parte del materiale che costruisce la storia.
Il piano criminale dei “ragazzi” si realizza magistralmente, pur se fra imprevisti da batticuore, e coinvolge, oltre alla banda, qualche onesto ladro locale, di comprovata destrezza, e alcuni “baraccati”.
E mentre narra questa vicenda, l’autore vi chiama dentro spunti, aneddoti, battute; insomma una vera e propria summa di livornesità, a partire dal fresco entusiasmo con cui livornesi – si guardi bene: uomini e donne, ragazze e ragazzi – vivono il sesso. Perché, per citare il Cangillo dei sonetti Cor pepe e cor sale“Hanno voglia a ‘nventare ippenotismi: come la po**a ‘un se ne ‘nventa più”.
Ma in queste pagine si respira anche un affiorante amore per Livorno, quanto meno per la Livorno d’antan, intriso di quella tenerezza tipica del figliuol prodigo, qual è per Livorno Franco Poggianti (foto sopra il titolo), che, abbandonata la sua città in età giovanissima, se ne è tenuto alla larga per quasi 60 anni, capace di lambirne i confini, senza varcarli, nelle molte occasioni che lo hanno riportato nei pressi di casa.
Allora ricordarne gli anni in cui l’autore, giovane, visse la città – oltre a titillare la memoria anche un po’ nostalgica dei suoi coetanei – pare quasi voler saldare un debito di gratitudine per il luogo che ha nutrito la sua formazione, che gli ha dato lo stigma, il carattere del suo essere persona adulta.
Perché Poggianti, piaccia o non piaccia, è livornese fin nelle unghie dei piedi.
E come tutti i livornesi di brillante intelligenza ha nei confronti di questa città un sentimento che può assimilarsi all’odi et amo catulliano.
Presentazione del libro
La pesca del Giunti
di Franco Poggianti
edizione Sarnus
Mercoledì 25 maggio 2020, ore 17:30
Villa Fabbricotti
Chioschino di Filippo Brandolini
Viale della Libertà, 32
Livorno
Intervengono:
Luca Salvetti, Sindaco di Livorno
Cristiano Meoni, vice direttore de Il Tirreno
Letture di Simonetta Del Cittadino, canti di Maria Torrigiani, chitarra Marco Del Giudice
Modera Silvia Meccheri, giornalista di Telegranducato

 

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