A Pisa i Teatri di Confine ricominciano il 29 gennaio con “Partitura in quattro movimenti”. Alla Pergola di Firenze prima nazionale (dopo l’anteprima di Pontedera) de “I fratelli Karamazov” con Mauri e Sturno

*****PISA, TEATRI DI CONFINE TORNA DOPO DUE ANNI DI PAUSA CON OTTO APPUNTAMENTI

Trasversalità, impegno sociale, stimoli alla riflessione, nuove drammaturgie per il ritorno della Rassegna Teatri di Confine a Pisa, dopo due anni di pausa e che, organizzata dal Teatro di Pisa insieme con Fondazione Toscana Spettacolo onlus,  si articola in 8 appuntamenti tra gennaio e aprile, prevalentemente al Teatro Verdi, a parte lo spettacolo inaugurale e la serata Explo. È infatti al Teatro Nuovo, in piazza della Stazione, l’apertura della Rassegna 2019 martedì 29 gennaio alle ore 21 e segna il ritorno a Pisa del Teatro delle Albe, la storica compagnia ravvennate, fondata nel 1983 da Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Luigi Dadina e Marcella Nonni, che si è conquistata  fin dagli inizi un solido rilievo nazionale e internazionale per la sua poetica rigorosa, raffinata e emozionante, capace di restituire alla scena la sua antica e potente funzione narrativa. 

Maryam2-photo Enrico Fedrigoli

Di questa cifra è un magistrale esempio anche questo spettacolo inaugurale (a lato, foto di Enrico Fedrigoli, come l’immagine sopra il titolo):  Maryam, potente e dolente monologo di Ermanna Montanari, più volte premiata come miglior attrice (nel 2013 il Duse, ben 5 volte con l’UBU come miglior attrice: 1997, 2007, 2009, 2017 e 2018).

“Partitura in quattro movimenti”  (Preghiera di Zeinab;  Preghiera di Intisar;  Preghiera di Douha; Maryam) su testo di Luca Doninelli, Maryam ci racconta con sensibilità intensa e rara quanto la figura di Maryam, ovvero di Maria, la Madre di Gesù, sia centrale anche nella cultura islamica, e lo fa dando  voce a tre donne palestinesi che con Maria condividono il dolore per la morte dei figli e dei fratelli dovute all’ingiustizia e agli orrori del mondo. Madri che si rivolgono a lei per chiedere consolazione, o per gridare la propria rabbia, per reclamare vendetta, o semplicemente per invocare una risposta al perché della guerra e della violenza. La invocano come accade in tanti santuari musulmani del Medio Oriente e del Maghreb. Ed è infine Maryam stessa ad apparire e a condividere, madre tra le madri, il dolore di quelle donne. 

Racconta Emma Montanari in una intervista: «Mi ha conquistato la storia di Doninelli, di donne musulmane che pregavano Maria a Nazareth. Scoprì che è la figura femminile più importante per quella cultura . Nel testo a chi le chiede giustizia per i propri cari, risponde in modo spiazzante: “Non sono riuscita io a toglierlo dalla croce il mio, cosa posso darvi? Il vostro dolore è il mio e mi lacera le carni ancora oggi. Non ho perdonato Dio per non aver salvato mio figlio”». 

Un monologo «profondamente laico e spudoratamente umano, come si legge in una delle molte recensioni, tutte più che positive,  umano in un’accezione lucreziana, laddove l’empatia – che non è pena – corrisponde a una distribuzione corale del dolore».

«In un momento in cui il terrore e le paure abitano le nostre città – ricorda ancora Emma Montanari – c’è bisogno di andare al fondo vero di queste religioni. E può capitare, come è successo a noi, che Maria diventi un ponte “contemporaneo” tra culture così diverse». Una performance di grande attualità che può aiutarci a capire il nostro oggi; delicata e umanissima, è assolutamente da non perdere.

Ideazione, spazio, costumi e regia sono di Marco Martinelli e Ermanna Montanari; musica di Luigi Ceccarelli,  consulenza e traduzione in arabo  di Tahar Lamri. In video  Khadija Assoulaimani, voce e percussioni in audio sono di  Marzouk Mejri. La regia del suono è di Marco Olivieri, il disegno luci di  Francesco Catacchio .

Maryam è una produzione  Teatro delle Albe/Ravenna Teatro in collaborazione con il Teatro de gli Incamminati/deSidera e  ha debuttato con grande successo in prima nazionale l’8 febbraio di due anni fa a Milano, al Teatro Elfo Puccini di Milano. 

I biglietti costano 10 euro, ridotto 7, promozionale 5 (la fascia promozionale è estesa, fra gli altri, a coloro che hanno acquistato il biglietto per l’altro spettacolo del Teatro delle Albe, Va pensiero, in cartellone nella Stagione di Prosa il 2 e 3 febbraio). Per maggiori informazioni tel 050 941 111 www.teatrodipisa.pi.it

*****”I FRATELLI KARAMAZOV”, ALLA PERGOLA LA PRIMA NAZIONALE

Dopo l’anteprima al Teatro Era di Pontedera, da martedì 29 gennaio a domenica 3 febbraio 201 (ore 20.45, domenica ore 15.45) debutta in prima nazionale al Teatro della Pergola di Firenze “I Fratelli Karamazov” di Dostoevskij con Glauco Mauri e Roberto Sturno (nella foto in basso, immagine di Manuela Giusto) diretti da Matteo Tarasco. Un inferno dantesco, una “comédie humaine” alla russa, dove bestie umane si agitano sulla scena del mondo, dove denaro, fango, sangue scorrono insieme. Un capolavoro che ci restituisce il coraggio di essere nuovamente eloquenti e profondamente umani.

1 LOW – Fratelli Karamazov – Glauco Mauri, Roberto Sturno_ ph. Manuela Giusto

“Dostoevskij non giudica mai – afferma Glauco Mauri – racconta la vita anche nei suoi aspetti più negativi con sempre una grande pietà per quell’essere meraviglioso, e a volte orrendo, che è l’essere umano. È un grande poeta dell’animo e anche da una terribile storia riesce, comunque, a donarci bellezza e poesia”.

“I Fratelli Karamazov” è una storia assoluta, spietata, estrema, senza margini di riscatto, senza limiti; un duello tra figure completamente sopraffatte dai nervi e avvinghiate in un ineludibile legame economico, rappresentato in scena con (in ordine di entrata) Paolo Lorimer, Pavel Zelinskiy, Laurence Mazzoni, Luca Terracciano, Giulia Galiani, Alice Giroldini.

  • Una produzione Compagnia Glauco Mauri-Roberto Sturno in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana. Dopo Firenze, sarà a Roma, al Teatro Eliseo, dal 5 al 17 febbraio, e poi in tournée in tutta Italia.