IL PRESIDENTE MATTARELLA A LIVORNO / 3. La gioia dei 500 bambini nei palchi, l’emozione dell’Inno nazionale cantato dal tenore Voleri, il ricordo fra storia e politica di Carlo Azeglio Ciampi, la scoperta del busto realizzato da Antonio Vinciguerra

“Pre-si-dente, pre-si- dente”! E’ stato accolto con enorme calore, quasi come una rockstar, tra applausi e acclamazioni, sventolii di bandierine tricolori da parte di 500 bambini (nella foto sotto i bambini nei palchi del Goldoni), e quindi rispettoso silenzio al momento dell’intervento, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Livorno, nella prima tappa della sua giornata livornese al teatro Goldoni.

IMG_9213

Mattarella ha fatto visita alla città dei Quattro Mori per un doppio centenario: quello della nascita, il 9 dicembre 1920 a Livorno, del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi (dedicato a lui l’appuntamento al Teatro Goldoni, un convegno dal titolo “Ricordare Carlo Azeglio Ciampi, uomo di Governo e Capo dello Stato”), e quello della scomparsa, il 24 gennaio dello stesso anno, il 1920, dell’artista Amedeo Modigliani (per lui è in corso una mostra al Museo della Città che il presidente ha visitato con molto interesse).

E’ iniziata alle 11 la giornata livornese del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ad accoglierlo al teatro Goldoni, prima tappa appunto, il sindaco Luca Salvetti, attraverso il quale il presidente ha voluto “salutare tutti i livornesi” con grande calore.

Prima di entrare all’interno del teatro, il Capo dello Stato ha assistito alla scopertura del busto di Carlo Azeglio Ciampi (foto sotto a destra) realizzato dallo scultore livornese Antonio Vinciguerra nella sala “Mascagni”, dove si trova anche il pianoforte sul quale il compositore ha composto “Cavalleria Rusticana” (pianoforte che ha colpito molto l’attenzione del presidente). Insieme a lui oltre al sindaco Salvetti, il presidente della Regione Enrico Rossi, il prefetto Gianfranco Tomao, la presidente della Provincia Marida Bessi, il figlio e i familiari livornesi di Ciampi.

mattarella e salvetti e il busto di carlo azeglio ciampi fatto dallo scultore vinciguerra.jfif

All’ingresso in platea il presidente Mattarella è stato accolto da una caloroso applauso e dallo sventolio di centinaia di bandierine tricolori dei bambini delle scuole elementari e medie di primo grado ospiti in teatro per festeggiare il Capo dello Stato.

Appena il presidente si è seduto è iniziata l’esecuzione dell’Inno Nazionale cantato dal tenore Marco Voleri, accolta da un teatro in piedi particolarmente emozionato (foto sotto a sinistra il momento dell’Inno Nazionale con il tenore Marco Voleri sul palco). Nei palchetti, a cantare senza perdere una parola, anche gli alunni delle scuole primarie Sacro Cuore, Circolo Benci, Bambin Gesù, Venerini, Paradisino, S. M. Maddalena, Carducci, Don Angeli, Collodi, De Amicis, Micheli, Bolognesi, La Rosa, Brin e in platea le secondarie di primo grado S. Spirito, M. Ausiliatrice, Bartolena, Borsi, Micali, Mazzini.

IMG_9217

Il primo a salire sul palco e a parlare del presidente emerito Ciampi è stato il sindaco Salvetti, mentre sullo sfondo scorrevano immagini di Livorno e delle personalità che hanno fatto la storia della città.

Sono seguiti in successione gli interventi del presidente delle Regione Enrico Rossi, dei professori Umberto Gentiloni Silveri ed Emanuele Rossi.

Per ultimo ha preso la parola Mattarella, che, nel suo intervento, ha celebrato gli aspetti più significativi del Settennato di Carlo Azeglio Ciampi. Ha messo in risalto la visione che Ciampi aveva dell’Italia e dell’Europa democratiche e repubblicane, unite e libere, prive di odio verso altre patrie. E ha ripetuto le frasi che sovente usava Ciampi: “Non può esistere ragion di Stato che possa opprimere altri popoli”, e, rivolto ai giovani “fate che la fiducia sia più forte della paura”.

Terminato l’intervento, il Capo dello Stato ha lasciato il teatro per visitare al Museo della Città la mostra “Modigliani e l’avventura di Montparnasse. Capolavori dalle collezioni Netter e Alexandre” e rendere omaggio all’illustre cittadino livornese Amedeo Modigliani nel centenario della sua scomparsa.

Ad accoglierlo, oltre al sindaco, l’assessore comunale alla Cultura Simone Lenzi, insieme al coordinatore della mostra Sergio Risaliti.

Il presidente Mattarella si è trattenuto a lungo all’interno della mostra e in particolare ad ammirare l’opera della fanciulla con il vestito azzurro, icona dell’esposizione. Alla fine della visita, rivolgendosi al sindaco di Livorno Luca Salvetti e alle autorità, ha espresso grande gioia, con l’affermazione che quella di oggi è stata per lui giornata indimenticabile .

Sempre al Museo il Presidente ha incontrato le associazioni di volontariato Capire un’H, Comunico, Anffas, Autismo Livorno, Paraplegici Livorno che, insieme al Comune di Livorno, hanno pubblicato e messo a disposizione presso il desk del Museo, una serie di guide che “traducono” i pannelli esplicativi disseminati lungo il percorso dell’esposizione, in un modo più facilmente comprensibile da persone con diverse disabilità comunicative e sensoriali.

Il Presidente Mattarella ha incontrato infine alcuni detenuti della Media Sicurezza della Casa Circondariale delle Sughere di Livorno, che, nell’ambito del progetto “Mi riscatto per Livorno”, svolgono lavori socialmente utili in città e che gli hanno donato un modellino dei gozzi del Palio Marinaro.

Presenti oltre ai detenuti, il direttore della Casa Circondariale Carlo Mazzerbo ed il garante dei diritti del Comune di Livorno, Giovanni De Peppo.

Il sindaco, nello spazio della chiesa sconsacrata del Luogo Pio, parte integrante del Museo della Città, ha donato al Presidente una riproduzione della prima pagina delle Leggi Livornine, emanate da Ferdinando I de’ Medici alla fine del ‘500, provvedimenti che hanno favorito il trasferimento a Livorno di mercanti stranieri, per dare impulso economico alla città, garantendo un’ ampia serie di privilegi ed immunità, tra i quali la libertà di culto.

Come conseguenza delle Livornine, Livorno, che non ha mai avuto un ghetto, divenne un importante centro di cultura ebraica per i tre secoli successivi.

Presenti alla consegna del dono il presidente della Comunità Ebraica livornese Vittorio Mosseri e della storica Lucia Frattarelli Fischer.

  • Terminata la visita il Presidente è uscito dal portale della chiesa sconsacrata, parte integrante del Museo della Città e con il passo svelto che lo contraddistingue si è recato a salutare i cittadini che si trovavano oltre le transenne.

Dopodiché è salito sulla vettura presidenziale e ha lasciato la città.

“Sono emozionato e pienamente soddisfatto della giornata livornese del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella”, commenta il sindaco Salvetti. “Siamo riusciti a raccontare le sensazioni, gli obiettivi ed i sogni di questa città al Capo dello Stato. Mi è piaciuta molto la partecipazione degli studenti che, al teatro Goldoni, hanno seguito con attenzione ed in rispettoso silenzio, interventi impegnativi ed hanno accolto e salutato il Presidente con grande enfasi. Molte le persone in città che hanno salutato il Presidente Mattarella durante il tragitto dal Goldoni al Museo della Città.

Grande la soddisfazione al Museo della Città, quando il Capo dello Stato ha affermato che avrebbe voluto rimanere un’ora in più ad ammirare le opere esposte in mostra”.

Ecco a seguire il saluto che il sindaco Salvato, in apertura della mattinata livornese del presidente Mattarella, ha portato ai ragazzi e a tutti i presenti al Teatro Goldoni:

Signor Presidente della Repubblica,

Autorità civili e religiose,

Signore e Signori,

Ragazzi e Ragazze.

Esattamente 15 anni fa l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi varcò l’ingresso del teatro Goldoni, percorse il corridoio della platea e si accomodò tra la sua gente, sottolineando con la sua presenza la riapertura del teatro, rimasto chiuso e in stato di abbandono per diversi anni, e una fase della città in cui accadevano molte cose belle e significative. Da allora molte situazioni sono cambiate, Livorno ha attraversato un momento difficile, anni in cui tutti noi siamo stati messi a dura prova da una crisi mondiale che qui ha colpito ancora più duramente.

Adesso per me e immagino per buona parte di voi è come vivere un déjà-vu, il Presidente della Repubblica che varca l’ingresso del Teatro, percorre il corridoio della platea e si siede in mezzo ai livornesi. Un’emozione ed un onore ospitare la massima carica dello stato dopo 15 anni, un’emozione ed un onore farlo in una fase che per la città deve rappresentare una svolta nella quale ritrovare la propria identità e uno slancio fondamentale per rispondere a tante sfide che, dal punto di vista sociale, civile ed economico, ci troviamo di fronte.

Livorno non è mai stata una città banale, qui non sono mai avvenute cose banali e non ci sono mai stati personaggi banali. Dalle leggi Livornine, alla risposta tutta labronica all’assedio degli austriaci nel 1849. Dalla nascita del partito comunista nel 1921, dopo la scissione consumata proprio in questo luogo, alla resistenza partigiana, dal movimento operaio negli anni 70 fino ad arrivare ai giorni nostri. E poi i personaggi Francesco Domenico Guerrazzi, Amedeo Modigliani, Pietro Mascagni, Giovanni Fattori, le storie degli Scarronzoni, di Federico Caprilli e di altri sportivi, e poi Giorgio Caproni e Carlo Azeglio Ciampi, di cui avremmo tratteggiato a breve il ruolo di uomo delle istituzioni capace di rimanere legato profondamente alle proprie radici e alla sua città, e al quale abbiamo poche settimane fa intitolato la rotonda d’ardenza uno dei luoghi più belli e cari ai livornesi.

Questo è il nostro quadro di riferimento, il puzzle di una città toscana che però  da sempre, rispetto al resto delle realtà della regione, ha caratteristiche e tratti di assoluta unicità che devono essere recuperati con orgoglio e passione per potersi far largo in un panorama difficile e pieno  di insidie per la nostra gente e per le nostre famiglie che hanno bisogno di lavoro e nuove certezze in grado di affiancarsi ad una qualità della vita che qui è da sempre pregiata e impreziosita da un territorio straordinario e immensamente affascinante.

Signor Presidente della Repubblica, la città di Livorno, attraverso il pensiero di chi in questo momento la rappresenta, si rivolge a Lei ringraziandoLa per aver voluto sottolineare con la Sua visita un pezzo importante della nostra storia e aver voluto osservare direttamente il nostro impegno nel ridare forza e convinzione a gente tosta, a livornesi che da sempre nei momenti più complicati hanno saputo dare il meglio di sé.