
8 MARZO. Tanti eventi in giro per la Toscana fra arte, cultura, politica, danza, teatro… Ecco i programmi alla Galleria dell’Accademia di Firenze, all’Opera di S. Maria del Fiore, a Rosignano, Vada, Campiglia Marittima, Pistoia, Vicopisano
- FIRENZE – GALLERIA DELL’ACCADEMIA / Gli straordinari personaggi femminili ritratti da Lorenzo Bartolini
La Galleria dell’Accademia di Firenze, venerdì 8 marzo 2024, in occasione della Giornata internazionale della donna, riserverà l’ingresso gratuito a tutte le visitatrici, suggerendo, per questa ricorrenza, un percorso ad hoc nella Gipsoteca, alla scoperta degli straordinari personaggi femminili ritratti da Lorenzo Bartolini, nella prima metà dell’Ottocento. Donne artiste, scrittrici, cantanti, alcune che hanno rivestito ruoli politici, con vite affascinanti di cui non tutti conoscono la storia. Donne che hanno saputo affermarsi nella società di un tempo dove i diritti e la possibilità di autodeterminarsi erano di là da venire per le appartenenti a quello che veniva definito il “gentil sesso”. (Nell’immagine sopra ili itolo: di Lorenzo Bartolini, monumento a Elisa Baciocchi / ph. Guido Cozzi).
Tra le figure più note, troviamo la sorella di Napoleone Bonaparte con il Monumento a Elisa Baciocchi, una donna estremamente intraprendente, abile nella politica che governò la Toscana come Granduchessa del regno di Etruria, dando un grande impulso all’economia, al commercio e alle arti. Bartolini fu molto legato ad Elisa e da lei ricevette importanti commissioni. In questo monumento, lo scultore la vede come Minerva, Dea della saggezza e dell’ingegno, con un diadema, lo scettro in mano e un serpente ai suoi piedi, affiancata dalla figura di un giovine Genio.
Anne-Louise Germaine de Staël Holstein, meglio nota come Madame de Staël, è una delle personalità più famose ritratte da Bartolini: intellettuale e scrittrice, politicamente impegnata, nata a Parigi, è stata l’animatrice del “Cenacolo di Coppet”, uno dei più importanti salotti culturali del romanticismo europeo, a cavallo tra Sette e Ottocento. Vicino al suo busto abbiamo quello di Priscilla Anne Wellesley-Pole Mornington, nipote prediletta del duca di Wellington, moglie di Lord Burghersh, diplomatico inglese a Firenze dal 1814 al 1830, fu pittrice, copista agli Uffizi e socia dell’Accademia fiorentina di Belle Arti. Come una sposa di età romana, Priscilla appare con la testa piegata con naturalezza di lato, coperta da un velo, da cui spunta sulla sommità dei capelli, una corona di fiori.
Firenze era una delle mete favorite del Grand Tour, frequentata da molti inglesi, polacchi, spagnoli e russi che amavano farsi ritrarre da Bartolini, di cui apprezzavano in particolare la sensibilità nell’unire l’eleganza alla perfezione formale. In questa teoria di busti al femminile conservati nella Gipsoteca, c’è anche quello di Elizabeth Albana Upton, figlia della baronessa Templetown, artista inglese che disegnò per il ceramista Josiah Wedgwood; il volto della donna ha una posa decisa, molto aderente alla realtà con una grande ricercatezza dei particolari.
Ricordiamo il busto dell’americana Frances Elizabeth Appleton Longfellow, moglie dello scrittore abolizionista Henry Wadsworth Longfellow, nella loro casa in Massachusetts accoglievano un cenacolo di cui facevano parte intellettuali come Charles Dickens e Ralph Waldo Emerson. Frances, si fermò a Firenze nel 1836, durante un viaggio in Europa, ancora ragazza, con il padre Nathan Appleton, ricco banchiere di Boston, promotore dello sviluppo industriale. I fratelli la spinsero con insistenza perché andasse da Bartolini, secondo il rito del colto turista dell’epoca. Nel suo diario, Frances descrive, con minuzia di particolari, le sedute giornaliere nello studio dello scultore, dando un’idea dell’atmosfera cordiale che si veniva a creare. Racconta delle conversazioni su Byron e Napoleone, oltre che di un buffo cagnolino che si accucciava, vicino alla sua sedia. Lo scultore lo riteneva il suo unico vero e fedele amico e che, secondo sua moglie, doveva incarnare lo spirito del fratellino di Bartolini morto giovanissimo e molto amato.
Non possiamo non fermarci anche davanti al ritratto di Carolina Ungher Sabatier, unadelle cantanti liriche più famose d’Europa nella metà dell’800, nata in una famiglia aristocratica di origine ungherese. A Firenze recitò nel teatro della Pergola nel 1833 e decise di trasferirvisi nel 1837; qui sposò, nella chiesa dei Magnoli, nel 1841, alla presenza del Granduca, François Sabatier, pioniere nell’arte del dagherrotipo. Bartolini ne restituisce le sembianze in un busto di finissima fattura.
Un’altra splendida composizione, un modello in gesso a figura intera, è quella dedicata alle Sorelle Campbell, le figlie di Lady Charlotte Campbell, Emma e Julia, durante il loro soggiorno a Firenze nel 1820. Le fanciulle sembrano danzare sospese con una grazia tutta moderna e una bellezza naturale, tipica proprio di Lorenzo Bartolini.
E queste sono solo alcune delle bellissime donne, e delle loro storie, condensate nella Gipsoteca, che lo scultore ha saputo magnificamente raccontare.
- FIRENZE – OPERA DI SANTA MARIA DEL FIORE / Nuova serie podcast “Voci di Donne: i monumenti del Duomo di Firenze raccontati al femminile”
Per la Giornata internazionale della donna, 8 marzo 2024, l’Opera di Santa Maria del Fiore
lancia la nuova serie originale podcast “Voci di Donne: i monumenti del Duomo di Firenze
raccontati al femminile”. Otte puntate, con inizio il pomeriggio dell’8 marzo e a seguire
ogni venerdì, che racconteranno per la prima volta il vasto mondo femminile rappresentato
nelle opere e nei monumenti del Duomo di Firenze. Personaggi storici, biblici, evangelici, sante,
eroine, artiste, che parleranno di sé e del proprio tempo. Figure femminili come la commovente
fioraia rappresentata in un sarcofago romano del III secolo d.C. in Battistero o la Santa
Reparata scolpita sulla facciata del Duomo da Amalia Duprè, una delle prime scultrici della
storia dell’arte fiorentina.
Se la prima puntata sarà dedicata alla figura di EVA – rappresentata nei capolavori di
Michelangelo, Donatello, Lorenzo Ghiberti e Andrea Pisano nel Museo dell’Opera del Duomo – il
secondo episodio darà voce alle due misteriose SORELLE LOTTIERI, la cui lapide di sepoltura
fu ritrovata in Duomo durante gli scavi archeologici dello scorso secolo. A seguire le
protagoniste saranno SANTA REPARATA e la scultrice AMALIA DUPRE’, MADDALENA,
SALOME’, la FIORAIA, la MADONNA e le SIBILLE. Un itinerario al femminile che si snoda tra
la Cattedrale, il Battistero, Santa Reparata e il Museo dell’Opera del Duomo.
La serie podcast sarà ascoltabile sulle piattaforme Spotify e Apple e Google podcast e in una
apposita sezione del sito dell’Opera: https://duomo.firenze.it/it/podcast.
Nella stessa giornata dell’8 marzo 2024, per i residenti a Firenze e provincia, sarà possibile entrare gratuitamente
al Museo dell’Opera del Duomo, al Battistero e alla Cripta di Santa Reparata con il Giglio pass,
che sarà rilasciato il giorno stesso, presentandosi con i documenti di identità, alle biglietterie
dell’Opera in Piazza Duomo 14 e San Giovanni 7. Inoltre, all’interno della Sala del Paradiso del
Museo, si terranno delle letture – in italiano alle ore 11:30 e 16:30, ed in inglese alle ore 11:00
e 16:00 – tratte dalla prima puntata del podcast.
VOCI DI DONNE: I MONUMENTI DEL DUOMO DI FIRENZE RACCONTATI AL FEMMINILE
Serie originale podcast dell’Opera di Santa Maria del Fiore
8 puntate, di circa 15/20 minuti ciascuna
Prima puntata, 8 marzo 2024 e a seguire ogni venerdì
Voci: Letizia Bravi, Irene Timpanaro, Sofia Pauly
Autrici: Alice Lo Presti, Jessica Masi e Morena Rossi
Postproduzione e sound design a cura di The Log – Audio Post & Production.
Produzione esecutiva: Orange Media Group
APPROFONDIMENTI
EVA nel podcast parla di sé stessa come figura archetipica del “femminile” all’interno e oltre il contesto
biblico e del sistema di fede per rivolgersi a tutte le donne del presente. Per parlare di sé si riferisce alle
opere che la rappresentano nel complesso monumentale del Duomo di Firenze, capolavori come la
Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti, le formelle di Andrea Pisano per il Campanile di Giotto, il rilievo in
terracotta di Donatello da un cassone nuziale e la scultura ottocentesca nella facciata del Duomo di Lot
Torelli.
LE SORELLE LOTTIERI Nel secolo scorso, durante gli scavi archeologici dei resti della basilica di
Santa Reparata, fu ritrovata una lapide di una tomba terragna con rappresentata una figura femminile in
abiti vedovili o monacali, giacente con un rosario tra le mani. Perché vi è rappresentata solo una figura
femminile, se la scritta sulla lapide riporta che nella tomba erano sepolte le due sorelle, Lucia e Scotta
Lottieri, morte nello stesso anno, 1341? E’ un mistero. Nel podcast le due sorelle parleranno di sé e della
vita di una donna nella Firenze del Trecento, bisticciando anche simpaticamente tra di loro
SANTA REPARATA DI AMALIA DUPRÈ
Nello sguancio sinistro del portale maggiore della Cattedrale la bellissima statua di marmo raffigurante
Santa Reparata fu realizzata da una delle prime scultrici della storia dell’arte fiorentina: Amalia Duprè.
Figlia e allieva del grande Giovanni Duprè, autore del San Zanobi a pendant sull’altro lato. Nella puntata
si immagina che Amalia dialoghi con la propria opera che rappresenta la martire del III secolo. La santa
patrona di Firenze, citando la basilica che porta il suo nome, e altre opere che la vedono raffigurata nei
monumenti del Duomo di Firenze, fa da specchio ad Amalia, figura eccezionale della Firenze del XIX
secolo.
MARIA MADDALENA
La protagonista di questo monologo è Maria Maddalena, il personaggio evangelico che la tradizione
identifica con la prostituta salvata da Gesù, colei che gli unse i piedi a casa del fariseo, che divenuta sua
discepola era presente alla crocifissione, alla deposizione e alla resurrezione, che nella tradizione
apocrifa, dopo l’ascensione si fece eremita penitente nel deserto. A Firenze il suo culto era diffuso e nelle
collezioni dell’Opera del Duomo la sua figura ritorna in varie opere. La più importante è la Maddalena
penitente di Donatello, proveniente dal Battistero, e oggi conservata nel Museo dell’Opera del Duomo. La
sua voce accompagnerà l’ascoltatore in un viaggio alla scoperta di questo archetipo di donna forte e
fragile insieme, che riunisce in sé i temi del rapporto tra spirito e corpo, bellezza esteriore e interiore,
perdizione e redenzione, sacrificio e amore.
SALOMÈ
La crudele figura evangelica di Salomè, protagonista della storia di San Giovanni Battista e responsabile
del suo martirio, parla di sé e della propria condizione di donna di alto rango, al tempo del regno di
Erode, nella periferia dell’impero romano. La sua figura viene descritta e la sua storia ripercorsa
attraverso continui rimandi alle opere d’arte che la rappresentano: dal gruppo di Vincenzo Danti
all’esterno del Battistero, ai ricami del Parato di San Giovanni del Pollaiolo, le formelle della Porta sud del
Battistero di Andrea Pisano, le formelle dell’Altare d’argento del Battistero e altre ancora.
SARCOFAGO DETTO “DELLA FIORAIA”
Nel Battistero, il sepolcro di Giovanni da Velletri, arcivescovo di Firenze morto nel 1230, è composto da
un sarcofago antico della Firenze romana del III secolo e da un’iscrizione a parete. Il sarcofago è ornato
da un rilievo afferente alla sua vecchia “proprietaria”: una commovente figura di fioraia (o meglio
venditrice di corone e ghirlande floreali), da cui il nome con cui tradizionalmente è conosciuto. Nel
podcast s’immagina che la donna parli della sua vita da venditrice di fiori, probabilmente vedova, al
tempo dell’antico impero romano. Come negli altri casi, la voce della protagonista permette un confronto
dialettico tra la condizione femminile nel mondo antico romano con il presente.
MADONNA La santa Madre di Dio, persona cardinale della fede cristiana, nonché titolare della Cattedrale di Firenze,
nell’immaginazione poetica della puntata prende voce e si rivolge agli ascoltatori parlando di sè, sia
come donna vissuta nella Palestina di duemila anni fa, quindi della sua vita terrena come descritta nei
Vangeli e nella Legenda, sia come Regina celeste, e in quanto tale della sua centralità nella storia, nella
fede e nella cultura cristiana. Il racconto si snoda attraverso le opere di architettura, scultura e pittura che
la rappresentano, e in particolare della Madonna dagli occhi di vetro di Arnolfo di Cambio. Questa
Maestà marmorea, già nel timpano centrale della facciata medievale e ora nel Museo è la più importante
“Madonna” della Firenze antica; umana e divina insieme, segno della rivoluzione francescana nell’arte.
La “figura” di Maria, si propone agli ascoltatori in chiave archetipica, universale, di donna di purezza
immacolata e di maternità accogliente.
SIBILLE
Le sibille sono figure del mondo antico pagano; per il loro ruolo di preveggenti chiudono la serie
rivolgendosi al futuro. Benché appartenenti all’era pre-cristiana le sibille furono accolte poi nella
tradizione teologica e iconografica cattolica sulla scorta di leggende che le volevano aver preannunciato
anche la venuta del Messia; questa integrazione avvenne soprattutto a partire dal Trecento e poi nel
Rinascimento, quando avvenne il recupero della cultura classica nell’alveo della fede cristiana. Per
questa ragione troviamo rappresentate due sibille – la “Tiburtina” e la “Eritrea” – tra le sculture del
campanile di Giotto, tra i patriarchi e i profeti biblici. I due marmi, opere di Nino Pisano, della metà del
Trecento sono le protagoniste della puntata. In un brillante dialogo le due veggenti ragionano del potere
divinatorio attribuito alle donne, potere che permette loro di sorvolare
- PISTOIA – TEATRO MANZONI / Silvia Gribaudi, coreografa e peprformer, presenta “Grand Jeté”
Venerdì 8 marzo 2024, alle 20.45, al Teatro Manzoni di Pistoia, nel giorno della Festa della Donna, va in scena, lo spettacolo di una coreografa pluripremiata, che dal 2004 focalizza la propria ricerca artistica sull’impatto sociale del corpo, mettendo al centro del linguaggio coreografico la comicità, Silvia Gribaudi. Presenta per la prima volta in Toscana Grand Jeté, un progetto coreografico realizzato con la MM Contemporary Dance Company, diretta da Michele Merola, penultimo titolo della Stagione Danza di Teatri di Pistoia che, vista la particolare occasione vede il patrocinio del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Pistoia e del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Pistoia.
Sull’idea del “grand jeté”, la grande spaccata in aria che viene definita come uno dei passi più impressionanti e virtuosi dell’arte del balletto, il nuovo lavoro di Silvia Gribaudi esplora la fine come fonte di nuovi inizi. Un “grand jeté”, un istante per sfuggire alla gravità, è un passo di transizione che consiste in una momentanea sospensione e in un “lancio” nell’aria. Esplorando il significato metaforico di questo passo virtuoso nella vita di tutti i giorni lo spettacolo diventa un’occasione per ribellarsi e sfidare l’irreversibilità di qualsiasi tipo di finale. Quanto sforzo richiede questo decollo verso l’ignoto e quali prospettive può aprire un atterraggio? Alla luce di questo salto di energia esplosiva, come possiamo affrontare il fallimento come risorsa per decollare di nuovo? L’artista indaga ancora una volta la relazione tra performer e pubblico, qui a partire dalla trasmissione di alcuni passi delladanza classica e del loro significato. Pliè, jeté, tour en l’air: parole che sono spesso collegate a passi conosciuti ma che possono aprire altri immaginari più profondi e che in Grand Jeté vengono sperimentati insieme ai performer. In questo spettacolo Silvia Gribaudi è in scena con 10 ballerine e ballerini della MM Contemporary Dance Company. “Sono i giovani che possono far fare un salto a tutta l’umanità – dice Silvia Gribaudi – per questo ho scelto una compagnia di ragazzi che abbiano la passione e il desiderio di portarci verso altri mondi a partire da un grand plié, ma tutti insieme per arrivare ad un Grand Jeté!”
Silvia Gribaudi coreografa e performer | È una coreografa italiana attiva nelle arti performative. Dal 2004 focalizza la propria ricerca artistica sull’impatto sociale del corpo, mettendo al centro del linguaggio coreografico la comicità e la relazione tra spettatore e performer. Premio Giovane Danza D’Autore con “A CORPO LIBERO” (2009), finalista Premio UBU come migliore spettacolo di danza e finalista Premio Rete Critica con R.OSA (2017), Premio CollaborAction#4 2018-2019, finalista Premio Rete Critica 2019, Premio DANZA&DANZA 2019 come miglior produzione Italiana con GRACES e Premio Hystrio Corpo a Corpo 2021. Ha partecipato a progetti artistici di ricerca quali: CHOREOROAM (2011), TRIPTYCH (2013), ACT YOUR AGE (2014) progetto europeo sull’invecchiamento attivo attraverso l’ arte della danza, da cui è nata la performance WHAT AGE ARE YOU ACTING? e il progetto territoriale OVER60; PERFORMING GENDER (2015); CORPO LINKS CLUSTER (2019/2020) in cui la relazione tra danza, montagna e comunità montana ha dato vita al progetto site specific TREKKING COREOGRAFICO e allo spettacolo MONJOUR (2021) prodotto da Torinodanza Festival in collaborazione con Teatro Stabile del Veneto e Les Halles de Schaerbeek – Bruxelles. Nel 2021 è coreografa ospite per “Danser Encore, 30 solos pour 30 danseurs” progetto per l’Opéra de Lyon ed è selezionata dal network internazionale Big Pulse Dance Alliance. I suoi spettacoli sono presenti in numerosi Festival Nazionali ed Internazionali e vengono realizzati in processi creativi al cui centro c’è il dialogo e l’incontro poetico con altri/e artisti/e, compagnie e comunità. www.silviagribaudi.com
MM Contemporary Dance Company performer | La MM Contemporary Dance Company, diretta dal coreografo Michele Merola, è una realtà di eccellenza della danza italiana. Fondata nel 1999 a Reggio Emilia, ha un repertorio ricco e variegato, grazie ai lavori del suo direttore e di coreografi europei e italiani come Maguy Marin, Mats Ek, Mauro Bigonzetti, Thomas Noone, Gu-stavo Ramirez Sansano, Karl Alfred Schreiner, Silvia Gribaudi, Eugenio Scigliano, Emanuele Soavi, Enrico Morelli, Daniele Ninarello, Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi, Camilla Monga, Roberto Tedesco, Adriano Bolognino. Nel 2010 la MMCDC ha vinto il Premio Danza&Danza come migliore compagnia emergente, nel 2017 il Premio Europaindanza – Premio al Merito alla coreografia, per lo spettacolo Bolero di Michele Merola e nel 2022 il Premio Danza&Danza per la migliore produzione italiana con lo spettacolo Ballade, coreografie di Mauro Bigonzetti ed Enrico Morelli. La compagnia ha una consolidata attività su tutto il territorio nazionale e un mercato internazionale in paesi europei ed extraeuropei come la Corea, Colombia, Canada, Russia, Germania, Marocco, Belgio, Spagna, Ungheria, Slovenia, Repubblica Ceca, Svezia, Francia. La MMCDC è sostenuta dal Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Reggio Emilia, Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, Centro Permanente Danza/Reggio Emilia. www.michelemerola.it
Matteo Franceschini compositore | Nato in una famiglia di musicisti, Matteo Franceschini ha iniziato gli studi di composizione con il padre diplomandosi poi al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano sotto la guida di Alessandro Solbiati. Ha studiato all’Accademia Nazionale “Santa Cecilia” di Roma sotto la guida di Azio Corghi e ha frequentato il Cursus offerto dall’Ircam di Parigi. Matteo Franceschini concentra la sua ricerca sulla teatralità del gesto musicale e sulla necessità di mettere insieme linguaggi diversi seguendo le regole del contrasto e della fusione. La sua ricerca interdisciplinare riunisce prospettive compositive, sceniche e multimediali per esplorare la teatralità del gesto musicale, la forza dei contenuti narrativi e la creazione di una struttura formale e sonora complessa. È stato nominato compositore in residenza all’”Arcal” di Parigi, all’Orchestre national d’Île-de-France e all’Accademia Filarmonica di Roma. Leone d’argento 2019 alla Biennale di Venezia, “Fedora – Premio Rolf Liebermann per l’Opera 2014”, è stato premiato dalla Fondazione Banque Populaire e ha ricevuto la “Italian Affiliated Fellowship in the Arts” dall’American Academy in Rome. Nel 2017, Franceschini ha adottato TOVEL come nome d’arte. Come TOVEL, rilancia la figura dell’autore/interprete. Il suo coinvolgimento diretto e dal vivo diventa quindi l’espressione di un atto creativo. Dal 2011 è pubblicato da Casa Ricordi – Universal Music Publishing. www.matteofranceschini.com
Telefono 0573 977225 | E-mail ilfunaro@teatridipistoia.it
Stagione di danza 2023/24
GRAND JETÉ
PRIMA REGIONALE
di Silvia Gribaudi / ZEBRA
con Silvia Gribaudi e MM Contemporary Dance Company: Emiliana Campo,
Lorenzo Fiorito, Mario Genovese, Matilde Gherardi, Fabiana Lonardo,
Alice Ruspaggiari, Rossana Samele, Nicola Stasi, Giuseppe Villarosa,
Leonardo Zannella
musiche originali Matteo Franceschini
disegno luci Luca Serafini
styling Ettore Lombardi
assistente alla coreografia Paolo Lauri
maestro ripetitore Enrico Morelli
consulenza drammaturgica Annette Van Zwoll
consulenza artistica Matteo Maffesanti
consulenza tecnica Leonardo Benetollo
creative producer Mauro Danesi
produzione di Associazione Culturale Zebra (IT) co-produzione di MM Contemporary Dance Company (IT), La
Biennale de Lyon (FR), Théâtre de la Ville (FR), Rum för Dans (SE), National Theatre Brno within Theatre World
Festival Brno (CZ), BPDA – Big Pulse Dance Alliance: Torinodanza Festival (IT), International Dance Festival TANEC
PRAHA (CZ), Zodiak – Side Step Festival (FI) con il sostegno del Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’Arboreto-
Teatro Dimora | La Corte Ospitale) con il contributo del MiC – Ministero della Cultura
GRAND JETÉ è una coproduzione di Big Pulse Dance Alliance, con il sostegno del programma Creative Europe
dell’Unione Europea.
Durata: 60 minuti
NOTE: Nella performance viene utilizzata una macchina del fumo. In alcune scene è possibile la presenza di luci intermittenti.
- VICOPISANO E PISTOIA (CON ISTORECO LIVORNO) / Donne nella Resistenza italiana
Venerdì 8 MARZO a VICOPISANO, in occasione della Festa della Donna, l’ANPI organizza al locale Circolo ARCI L’Ortaccio un incontro aperto a tutti a cui parteciperà la Direttrice ISTORECO di Livorno Catia Sonetti con un intervento sul tema Donne della Resistenza italiana fra riconoscimenti ed esclusioni.
Infine Sabato 9 marzo 2024 a PISTOIA, presso la libreria Lo Spazio, l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Pistoia (ISRPT) in collaborazione con ISTORECO presenterà il volume di Catia Sonetti Attraversare il tempo con le parole. Lettere di una famiglia ebraica da Livorno per Asmara 1937-1947. Saranno presenti, oltre all’autrice, Luca Cappellini (ISRPT) e Giovanni Contini Bonacossi (Presidente ISRPT).
- ROSIGNANO / Le iniziative per celebrare la Giornate internazionale della donna
Mercoledì 8 marzo 2024 si celebra la Giornata Internazionale della Donna, un momento di riflessione per porre l’attenzione sulla violenza di genere e sull’emancipazione femminile, sia in Italia che in tutto il mondo. Per questo motivo, come ogni anno, saranno molte le iniziative organizzate sul tutto il nostro territorio. Il programma è particolarmente ricco e si estenderà anche ai giorni precedenti e successivi all’8 marzo.
Giovedì 7, al Teatro Solvay di Rosignano, alle 10.30 andrà in scena “R.Osa. 10 esercizi per nuovi virtuosismi” con Claudia Marsicano e Silvia Gribaudi.
Due iniziative, queste, organizzate da Armunia, in collaborazione con il Comitato dei Soci Coop di Rosignano.
Venerdì 8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, alle ore 21.15, al Teatro Ordigno la Compagnia Mattattori presenta “Avete mai provato ad essere Donne” di Gabriele Biancardi per la regia di Lucia Bonora. Si tratta di una commedia divertente che mette in evidenza i paradossi della società attuale sull’universo femminile.
Sabato 9 marzo, alle ore 21.00 al Teatro Ordigno, lo Sportello Vanessa della Pubblica Assistenza di Rosignano e Thealab propongono “Donne, il silenzio dopo le parole”, un incontro sulla violenza di genere rivolto alle realtà del territorio.
Domenica 10 marzo alle ore 17.15 Artimbanco e Teatro Ordigno presentano “Corpo Solo”, di Claudia Caldarano, una performance/concerto profondamente legata al nostro tempo. Un tempo di negazione del “fuori” e del contatto, di violazione del corpo e della libertà, di isolamento e confusione, per cercare una connessione intima e profonda con noi stessi e con l’altro. Il suono e il movimento sono l’espressione di moti interiori che cercano di liberarsi.
Lunedì 11 marzo ore 21.15, sempre al Teatro Ordigno di Vada, la Commissione per le Pari Opportunità del Comune di Rosignano propone la proiezione gratuita del film “Il Matrimonio di Rosa” del regista Iciar Bollain. Rosa è una donna di Valencia che sta per compiere 45 anni. La sua vita è composta da un lavoro come costumista, un padre molto presente, un fratello ingombrante che le affida i figli, una sorella sempre sfuggente, un fidanzato che non riesce quasi mai a vedere e una figlia che torna da sola con due bambini. Per cambiare vita e tagliare con il passato, Rosa decide di riaprire la sartoria della madre in un paesino, ma anche di organizzare una cerimonia simbolica: sposarsi con se stessa.
L’ultimo appuntamento, promosso dal Coordinamento Donne Spi Cgil, in programma sarà venerdì 15 marzo alle ore 15 presso il Circolo Arci Le Pescine e avrà come tema “la differenza di genere”.
LA LETTERA DEL SINDACO DI ROSIGNANO DANIELE DONATI ALLE DONNE DI ROSIGNANO PER CELEBRARE L’OTTO MARZO
Secondo il World Economic Forum servirebbero 169 anni per raggiungere la parità economica, 162 per arrivare a quella politica, 131 per le pari opportunità. Potremmo andare avanti a lungo, e non basterebbe una sola pagina per elencare tutti i numeri delladisuguaglianza, perché gli ambiti in cui le donne vivono condizioni di minorità sono molteplici, in termini di disparità salariale, opportunità lavorative e autodeterminazione. Per non parlare della sfera domestica, nella quale statisticamente avviene il maggior numero di femminicidi.
I numeri, sebbene agghiaccianti, rischiano di rimanere dei dati freddi, utili solo a scopo statistico. Per questo preferisco soffermarmi sul messaggio di coraggio e speranza che ci ha lasciato Michela Murgia, scrittrice e attivista femminista, scomparsa lo scorso 10 agosto.
Intellettuale autentica e diretta, con un’innata capacità di rovesciare le convenzioni e generare un continuo dibattito, Michela Murgia ha usato la scrittura e le parole, per rendere collettivo e politico ogni aspetto della vita. Lo ha fatto parlando della sua fuga da un padre violento a soli 18 anni, degli anni in cui ha svolto innumerevoli lavori precari e sottopagati, della famiglia alternativa che si è costruita e, in fine, condividendo con generosità anche l’esperienza della malattia.
“Se la vita ti porta via qualcosa e ti rende fragile, non è la forza dell’altro che ti serve, ma sapere che la tua debolezza è accolta e capita, che nessuno la teme o la sfugge”, così ha scritto Michela nel libro “Noi Siamo Tempesta”, un testo per ragazzi (ma non solo) che racconta sedici avventure collettive. Una rievocazione e un elogio delle imprese corali, perché l’eroismo è la strada di pochi, ma la collaborazione è un superpotere che appartiene a tutti: “Tanti. Insieme. Diversi”, come tempesta perché “una tempesta alla fine sono milioni di gocce d’acqua, ma col giusto vento”.
In questi 5 anni di mandato, l’Amministrazione comunale si è impegnata molto per abbattere piccoli e grandi muri di disuguaglianza, costruendo una rete che coinvolgesse Enti pubblici, associazioni, imprese, Forze dell’Ordine, cittadine e cittadini, con lo scopo di non lasciare indietro nessuno e favorire il vento del cambiamento, in una società che per molti aspetti è ancora soggetta al patriarcato.
Un esempio è lo Sportello Vanessa, servizio di ascolto attivato da ANPAS nel 2022, che grazie all’impegno delle volontarie, delle istituzioni e di privati come la Soc. Solvay, in breve tempo ha dato vita a “Casa Vanessa”, la prima struttura di emergenza dellaprovincia di Livorno per donne vittime di violenza. Una casa-rifugio per chi vive situazioni di difficoltà e ha bisogno di aiuto immediato.
L’impegno dell’Associazione “Francesca sono io”, che sul nostro territorio ha attivato collaborazioni creative con associazioni culturali e sportive, si è concretizzato anche nella partecipazione attiva a iniziative regionali e nazionali come “Viva Vittoria”, un’opera relazionale condivisa dalle donne per le donne con l’obiettivo di aggregare persone di ogni estrazione sociale e superare l’isolamento e il particolarismo su cui spesso affonda le proprie radici la violenza domestica.
Unire le forze e affrontare i problemi insieme: questo è essenziale per sentirsi una Comunità e, forse, l’unico modo per costruire una società più giusta e inclusiva, in cui uomini e donne abbiano pari dignità e stesse prospettive. Con questo auspicio, auguro a tutte voi, Assessore, Consigliere, dipendenti comunali e donne di Rosignano, che contribuite attivamente allo sviluppo della nostra Comunità, un buon Otto Marzo. Grazie per quello che fate quotidianamente, con passione e competenza, conciliando impegni lavorativi e familiari.
Un ringraziamento alla Commissione per le Pari Opportunità e a tutte le associazioni del territorio, che in questi giorni hanno organizzato un ricco programma di iniziative per riflettere sulla condizione femminile; tra cui la proiezione gratuita del film “Il Matrimonio di Rosa” del regista Iciar Bollain, che si terrà lunedì 11 marzo alle ore 21:15 al Teatro Ordigno di Vada. Si tratta della storia di una donna spagnola che per cambiare vita e tagliare con il passato, decide di organizzare una cerimonia simbolica: sposarsi con se stessa.
Sperando che possiate partecipare all’evento, rinnovo a tutte voi una buona Festa Internazionale della Donna!
- CAMPIGLIA MARITTIMA (VENTURINA TERME) / La donna, un mondo: il programma per la Festa della donna
“La donna, un mondo” è il titolo complessivo sotto il quale si articola nei giorni 8,9 e 10 marzo il programma della Giornata internazionale della donna, coordinato dal Comune di Campiglia Marittima ed organizzato grazie alla collaborazione di Sds Valli Etrusche, Croce Rossa Italiana di Venturina Terme, Unilibera Val di Cornia e Fidapa Bpw Italy San Vincenzo Val di Cornia.
“Quest’anno il palinsesto delle iniziative per la festa della donna si arricchisce di contenuti con una tre giorni dedicata prevalentemente alla salute della donna ed alla conoscenza dei servizi presenti sul territorio per garantirla afferma la sindaca Alberta Ticciati – Come donne non possiamo trascurare la prevenzione delle patologie correlate alla femminilità e, in quanto donne adulte, dobbiamo anche prenderci cura delle nuove generazioni per trasmettere loro l’importanza della conoscenza del proprio corpo che oggi, purtroppo, sembra un retaggio culturale. Il tutto senza dimenticare che i pregiudizi, i limiti e gli ostacoli che si frappongono all’affermazione personale al femminile – prosegue la Sindaca – si superano con una buona dose di caparbietà e capacità che rappresentano un auspicio di affrancazione dal genere maschile-singolare”. “Personalmente – aggiunge Ticciati – in quanto sindaca, ruolo fino a poco tempo fa appannaggio dell’uomo, ancor di più sento la responsabilità, oltre che il dovere, di fare la mia parte in questo processo di emancipazione culturale e sociale”. Le iniziative che approfondiscono i temi dell’educazione all’affettività, del ruolo delle donne nella scienza e del benessere al femminile, si terranno a Venturina Terme alle 16:00, alla Saletta comunale “Giorgio La Pira” l’8 marzo e al Centro Fieristico Sefi il 9 e il 10 marzo.
Venerdì 8 marzo sarà dedicato alla conoscenza dei servizi del consultorio con la partecipazione di tutte le figure che fanno parte del consultorio giovani già attivo nella casa della salute: incontro a titolo “La donna che cresce” con l’apertura dei lavori a cura della sindaca di Campiglia Alberta Ticciati; a seguire le relazioni “”Diventare adulti, aspetti psicologici e sociali” di Alessio Mini, psicologo psicoterapeuta; “La violenza nelle coppie” di Roberta Bonsignori, Assistente sociale, referente territoriale Codice Rosa; “I falsi miti nella sessualità” di Rosarianna De Caro, Coordinatrice ostetrica; “Le problematiche sessuali oggi” di Carlotta Boni, Ginecologa.
Sabato 9 marzo un focus culturale a tema “Le donne che hanno cambiato il mondo”, introdurrà Giulia Gentile, Direttrice dei corsi Unilibera con la relazione “Donne in Fiera!” e interverrà Silvia Giomi, Astrofisica, Operatrice scientifica al Planetario di Firenze con l’intervento “Stelle dimenticate”. L’astronoma e pianista è la dimostrazione di quanto certi profili considerati “maschili” siano solo il frutto di un’impostazione culturale maschilista. Silvia Giomi ha infatti conseguito la Laurea Magistrale all’Università degli Studi di Firenze con una tesi sullo studio della velocità di rotazione dei buchi neri super-massivi, nel 2014 ha vinto una borsa di studio presso l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) di Torino. Durante i suoi studi universitari si è anche diplomata in pianoforte e ha proseguito la sua preparazione come Direttrice d’Orchestra. Ha lavorato alla Fondazione Scienza e Tecnica da giugno 2016 a settembre 2020. Attualmente è impegnata in un’ulteriore specializzazione in Fisica Medica all’Università degli Studi di Firenze.
Domenica 10 marzo sarà dedicata alla conoscenza di sé e alle buone pratiche per volersi bene; tema “Benessere al femminile” con le relazioni “Dimmi come mangi e ti dirò chi sei” della Nutrizionista Laura Paganini e “Come stai con il ciclo? E senza?” a cura di Giulia Cosimi, specializzanda in Ostetricia e ginecologia ed Anna Parrini, Ginecologa.
Come evento collaterale, la mattina del 10 marzo, il Comune di Campiglia patrocina la 3a Women’s Day, corsa podistica di 10 Km che partirà dal Parco della Memoria di Via Fellini organizzata dall’Asd Polisportiva Venturina Terme, il cui ricavato dalle quote di iscrizione sarà devoluto al Centro Donna Antiviolenza Piombino Val di Cornia.
Sempre a Venturina Terme venerdì 8 marzo, nei padiglioni fieristici alle 15:00 il Coordinamento Donne di Spi Cgil organizza la tradizionale manifestazione delle pensionate e dei pensionati con conferenza e pomeriggio ricreativo. Interverranno la sindaca Alberta Ticciati e la segretaria provinciale Cgil Katia Segretti. Tema scelto per questo 2024 “Salute e prevenzione”, infatti, se la prima emancipazione passa dai diritti nei luoghi di lavoro, oggi si è maturata la consapevolezza che partendo dalla parità in famiglia, passando ai luoghi di lavoro, un altro campo di discriminazione femminile è proprio quello della salute e della prevenzione.
Le origini dell’8 marzo
In Italia la Giornata internazionale della donna si tenne per la prima volta nel 1922, le sue origini che sembravano legate alla data dell’8 marzo 1908 e fatte risalire alla morte di un gruppo di operaie a New York a causa di un incendio in fabbrica, sono poi risultate un falso storico dato che l’8 marzo non si documenta nessun incendio di quel genere, che invece sarebbe avvenuto il 25 marzo 1911, ci so no altri fatti che possono essere legati alla giornata e che si intrecciano con gli avvenimenti storici del primo novecento. Di certo a quell’epoca si cominciò a sentire fortemente la necessità di mettere in risalto il ruolo della donna nelle società e l’ingiustizia della sua subalternità nel mondo del lavoro e nella vita in genere. Dopo la caduta del fascismo, l’UDI (Unione Donne in Italia), formata nel settembre del 1944 da donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d’Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro, prese l’iniziativa di celebrare, l’8 marzo 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell’Italia libera. Con la fine della guerra, l’8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l’Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce tra febbraio e marzo, secondo un’idea di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei.