25 aprile, la cultura che ha cambiato la storia. Intervento di Cristina Scaletti, presidente di Fondazione Toscana Spettacolo onlus

In occasione di questo anniversario ( il 25 aprile 2023) che ci fa arrivare  alle celebrazioni per la Liberazione dal nazifascismo con ancora maggior inquietudine rispetto a dichiarazioni fuori dal perimetro dello spirito costituzionale e silenzi istituzionali ancora più gravi, è bene e bello poter ribadire quanto la lotta, il coraggio, la determinazione di quelle migliaia di giovani uomini e donne che hanno messo la loro vita e la loro forza al servizio di questo Paese per liberarci da un regime di oppressione, paura e violenza e dare al singolo, alla comunità e al territorio i semi della nostra democrazia, tutto questo sia partito da scelte culturali di fondo

Spartiacqua valoriali ed umani che sono alla base di una sana crescita culturale e che non possono essere relegati a mere cornici perché rappresentano il quadro delle nostre libertà. Il rispetto dell’altro, il no ai soprusi, la lotta contro le ingiustizia e l’emarginazione, il diritto d’espressione, la libertà di scelta e movimento, il diritto di critica sono tutti  colori di una tavolozza che ha come denominatore comune il colore primario, quello culturale. Che non vuol dire erudizione, ma conoscenza e formazione morale di quelli che sono i princìpi fondanti di una sana e robusta Costituzione e questo i nostri partigiani, le nostre staffette, e tutti quei cittadini che hanno contribuito nella loro quotidianità a combattere il nazifascismo, lo sentivano crescere come urgenza dentro ed animare il loro agire.
Grazie a questo, possiamo dare alla parola cultura oggi una miriade di colori diversi, di accezioni, di potenzialità che non possono e non devono andare sprecate e confondersi in un grigio indistinto e pericoloso, per riconoscere ed apprezzare le diversità e non omologare tutto ad un colore indistinto che ci allontanerebbe sempre di più e pericolosamente dalla democrazia.
Nella foto una preziosa Lella Costa ad inaugurare domenica scorsa  la stagione Profumi di scena, all’auditorium Vincenzo Da Massa Carrara di Porcari con Se non posso ballare…. non è la mia rivoluzione, un progetto drammaturgico ispirato a Il catalogo delle donne valorose di Serena Dandini. Donne valorose che seppure hanno segnato la storia, contribuendo all’evoluzione dell’umanità, per uno strano sortilegio raramente vengono ricordate, con difficoltà appaiono nei libri di storia e tanto meno sono riconosciute come maestre e pioniere. Anche a loro oggi e sempre il nostro grazie. Buon 25 Aprile!