“Zeffirelli al Castello”, apre a Castiglioncello la mostra con i costumi di scena della Fondazione Cerratelli. Pura bellezza ed emozione (con due fotogallery)

di ELISABETTA ARRIGHI –

Cos’è la bellezza? Qual è il significato di emozione? No, non aprite il vocabolario per leggere e magari rileggere la definizione di ciascuna di queste parole. Perché la bellezza, quella che emoziona, è a portata di mano. Basta salire le scale del Castello Pasquini di Castiglioncello dove è allestita la mostra “Franco Zeffirelli al Castello. I costumi di scena della Fondazione Cerratelli” per trovare una risposta convincente. Perché osservando quegli abiti, ora sontuosi ora poveri, le emozioni cominciano a fluire insieme a quella bellezza perseguita con tenacia dal maestro Zeffirelli. La mostra, a cura di Floridia Benedettini e Diego Fiorini, è aperta al pubblico da venerdì 14 luglio fino al 10 settembre 2017 ed è accompagnata da un catalogo prezioso dove si trova l’essenza del lavoro di Zeffirelli, dei suoi collaboratori e della storica Casa d’Arte Cerratelli che ancora oggi realizza splendidi costumi apprezzati in tutto il mondo.

Grazie ai costumi di scena di film come “La bisbetica domata” (1967) con Liz Taylor e Richard Burton, “Romeo e Giulietta” (1968, con una deliziosa Olivia Hussey nei panni di Giulietta e un Romeo con i tratti delicati di Leonard Whiting), “Fratello Sole, Sorella Luna” (1972) con Graham Faulkner e Judi Bowker (rispettivamente Francesco e Chiara, poi divenuti santi), “Otello” (1986) con Placido Domingo e Katia Ricciarelli, “La lupa” (prosa, 1965) con Anna Magnani  Giancarlo Giannini e “Maria Stuarda” (prosa, 1983) con Rossella Falk e Valentina Cortese, il Castello Pasquini si anima come un set cinematografico o un palcoscenico teatrale, mettendosi a raccontare storie. O meglio frammenti della storia.

Ma perché “Zeffirelli al Castello”? Perché “il legame di Castiglioncello con il mondo dell’arte è intenso e profondo. Le sue radici – ha ricordato il sindaco di Rosignano Marittimo Alessandro Franchi durante la presentazione dell’esposizione – risalgono a Diego Martelli, amico e mecenate dei pittori Macchiaioli, che già nel 1861 intuì le potenzialità turistiche del luogo e fece della sua casa che si trovava dove oggi sorge il Pasquini, un ritrovo di artisti e letterati”. Da allora Castiglioncello, la Perla del Tirreno, diventò luogo privilegiato delle vacanze di grandi personaggi della letteratura, del teatro, del cinema, attori, registi sceneggiatori… “una tradizione culturale che continua ancora oggi – ha sottolineato Franchi – grazie alle attività di Armunia, come il festival di teatro e danza contemporanea Inequilibrio” che proprio pochi giorni fa ha festeggiato la sua ventesima edizione.

La Castiglioncello “città del cinema” ancor oggi si racconta al pubblico, nel solco di una vocazione artistica che prosegue senza sosta e guarda sempre avanti. Ricordando tutti, ma in particolare Suso Cecchi d’Amico che a Castiglioncello passava le estati, scriveva sceneggiature, diventando una cittadina di adozione della località. Proprio al Castello Pasquini, nel 1995, furono esposti gli abiti di scena creati da Gabriella Pescucci, rosignanese doc, Premio Oscar. A distanza di oltre vent’anni, il Castello con le sue sale dedicate alle mostre ospita i costumi di scena della Fondazione Cerratelli (sede a San Giuliano) per rendere omaggio a Franco Zeffirelli. “Il piacere è duplice – ha detto il sindaco – sia perché Zeffirelli è legato a questo territorio da tanti ricordi di giorni felici trascorsi a lavorare a nuove sceneggiature con l’amica Suso, sia perché la mostra ci consente di restituire al cinema, e più in generale alla messa in scena, la profondità e la complessità che ne fanno un’espressione corale di artisti, tecnici, artigiani. Le produzioni di Zeffirelli non sarebbero state le stesse senza la creatività dei costumisti Danilo Donati (originario di Luzzara, studente all’Istituto d’arte di Porta Romana a Firenze, Premio Oscar per “Giulietta e Romeo” e successivamente per il “Casanova di Fellini”) e Anna Anni, né senza la maestria e la sapienza artigiana della sartoria Cerratelli”.

Zeffirelli – come ha ricordato anche Diego Fiorini – crebbe proprio nella sartoria Cerratelli a Firenze, dove gli fecero anche i primi costumi da indossare a Carnevale. Una storia, quella sartoriale, che prosegue ancora (proprio in questo periodo con la lirica, al Festival Pucciniano, e anche in Sicilia) e che qui nelle sale del Castello Pasquini si dipana attorno al grande lavoro artigianale che si cela dietro i costumi esposti, strumenti necessari per dar vita all’immaginario di Franco Zeffirelli. “Poter ammirare da vicino questi costumi, monumenti di eccezionale valore storico, è l’occasione per capire oggi quanto lavoro, quanta dedizione, quanta ricerca servono per creare – ha sottolineato Diego Fiorini – manufatti capaci di segnare in modo indelebile la storia del cinema e del teatro. Sarà possibile analizzare l’iter di lavorazione del costume, ammirare i cartamodelli storici, osservare i tavoli di lavoro ricreati all’interno del percorso espositivo con l’obiettivo di far comprendere al visitatore l’importanza dell’apporto artigiano alla complessa costruzione della messa in scena”.

Per il film “Giulietta e Romeo”, ad esempio, il lavoro della sartoria Cerratelli fu enorme: “ogni tessuto fu tinto artigianalmente, ogni decoro realizzato dalle preziose mani delle ricamatrici e sarte della Casa d’Arte. I costumi risultarono stupefacenti, carichi di quel particolare sapore del passato, eppur di nuova realizzazione”.

In “Fratello Sole, Sorella Luna” scorre invece l’opulenza della nobiltà di Assisi ripudiata da Francesco, che abbandonate le vesti in piazza, si allontanò nudo verso la sua nuova vita. Per il film fu realizzato anche il piviale del Papa, incastonato di resine, perle, ricami, simulando antiche decorazioni di oreficeria. Un piviale ricco e pesante, simbolo della ricchezza della chiesa, che il Papa abbandonerà per alcuni minuti per abbracciare Francesco.

“La materia, le cromie, la ricerca del particolare, la perfezione artigianale, la rigorosa scientificità – ha aggiunto l’assessore Licia Montagnani – hanno vestito gli attori integrandosi ai testi e a volte, forse, anche prevaricandoli. Grazie alla sapienza sartoriale della Fondazione Cerratelli e al suo incredibile archivio, Castiglioncello offre ancora una volta al grande pubblico un’importante opportunità di visitare una mostra storica e al contempo glamour rendendo omaggio a un grande regista che a Castiglioncello ha soggiornato e condiviso idee ed ispirazioni con i grandi della cultura italiana”. 

C’è una foto che, almeno a Castiglioncello e dintorni, è famosa: una cena estiva al Tennis in Pineta, con Suso Cecchi d’Amico, Marcello Mastroianni, Luchino Visconti, Franco Zeffirelli… che ora si racconta al Castello. Proprio poco prima della presentazione ufficiale della manifestazione, il regista – che ha 94 anni e sta per inaugurare il suo archivio a Firenze – ha chiamato Diego Fiorini dicendogli, arguto e ironico: “Ah, tutte queste mostre… ma non starò mica per morire davvero?” Poi si è informato sui costumi in mostra, compreso l’abito rosso di Giulietta, uno dei suoi preferiti.

E sempre durante la presentazione dell’esposizione, è stato annunciato che in agosto sono previsti due laboratori per il pubblico, nel corso dei quali verranno forniti gli elementi basilari per poter realizzare il cartamodello dei costumi di Giulietta e Romeo. Una chicca per veri appassionati.