Trent’anni di Compagnia della Fortezza: il debutto di “Beatitudo” di Armando Punzo e l’evento (il 4 agosto) nella Torre di Raffreddamento della Centrale geotermica Enel di Lardello

Trent’anni di Fortezza, progetto speciale triennale per i trent’anni della Compagnia della Fortezza. Un anniversario molto speciale, che sarà presentato ufficialmente 4 luglio 2018a Firenze, a Palazzo Sacrati Strozzi i piazza Duomo.

Eventi di punta delle attività estive 2018 di Trent’anni di Fortezza saranno il debutto di Beatitudo ,
il nuovo lavoro della Compagnia della Fortezza, con regia e drammaturgia di Armando Punzo (foto sopra il titolo, TV2000/youTube), in scena dal 23 al 26 luglio 2018 nella Fortezza Medicea/Casa di Reclusione di Volterra e il 29 luglio al Teatro Persio Flacco e  Le Rovine Circolari – Cerco il volto che avevo prima che il mondo fosse creato , evento site specific in scena il 4 agosto 2018 nella Torre di Raffreddamento della Centrale Geotermica Enel Nuova Larderello.

Alla presentazione ufficiale deglieventi prenderanno parte Monica Barni vicepresidente e assessore alla Cultura, Università e Ricerca della Regione Toscana;  Eleonora Raspi assessore alla Cultura Comune di Volterra  Ilaria Bacci assessore alla Cultura Comune di Pomarance; Giorgio Righettidirettore generale ACRI ; Augusto Mugellini presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra; 
Emiliano Maratea referente affari istituzionali Enel Toscana e Umbria; Sabina Ghilliresponsabile di zona e direttore della Società della Salute Alta Val di Cecina e naturalmenteArmando Punzo direttore artistico della Compagnia della Fortezza, colui che da sempre ha creduto nel progetto della Compagnia della Fortezza, ovvero del teatro in carcere, con i detenuti che diventano attori.

Carte Blanche
via don Minzoni, 49 – Volterra 
tel. 0588 80392 – fax 0588 90528
www.compagniadellafortezza.org – info@compagniadellafortezza.org

BEATITUDO / Fortezza Medicea/Casa di Reclusione di Volterra
dal 23 al 26 luglio 2018 ore 17.00

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di ARMANDO PUNZO

Sono infiniti i personaggi di Borges, vengono da tutte le epoche, come a rappresentare l’intero universo. Tra queste innumerevoli figure, così fortunatamente lontane dai caratteri della vita, ce n’è una, Funes, che vuole liberarsi della sua memoria sterminata e rinominare il mondo. Sarebbe giusto, auspicabile, vivere nelle innumerevoli possibilità, obliandosi, fuori dalla storia e ancora di più dalla vanità della propria storia. Fondiamo la nostra vita su quello che siamo, non su quello che potremmo essere. E in questa staticità perdiamo il gusto del rischio di essere come non sapremo mai. Il voler dimenticare di Funes è il nostro desiderio di poter vivere al di fuori della vita passata, futura e presente. Tra i tanti personaggi di Borges sentiamo più vicini i più lontani dalla vita, quelli che tradiscono meglio le nostre aspettative, che non ci danno appigli per riconoscerci, ci sfumano tra le mani e si rendono imprendibili, consegnandoci un movimento, indican doci una possibilità che sembra non appartenerci. Averroé, Cartaphilus, Pierre Menard, l’Uomo Grigio, Almotasim, Emma Zunz, Asterione, Tzui Pen non sono attuali, non soddisfano la nostra fame bulimica di riconoscibilità, non ci appartengono, non ci ripetono, non possiamo possederli, violentarli con il nostro sguardo e la nostra interiorità a caccia dell’anima gemella, non li possiamo vendere facilmente al mercato dei teatri della nazione, non assomigliano a nessuno di noi, non un suono che proviene da loro è un suono che ci appartiene, la loro parola non è la nostra, le loro parole sono lievi. Anche i luoghi dei suoi racconti e delle sue poesie non si prestano alla narrazione, non si materializzano in coordinate tangibili, sono sospesi, insapori, sbiaditi, come in un alto ipotetico mitico luogo che vuole essere bagnato dalla luce del sogno e non della realtà. Sono personaggi simbolici anch’essi, alla pari di quelli che, solo perché dotati di orecchie, occhi, bo cca e un cuore, dovrebbero più naturalmente incuriosirci. La biblioteca, il labirinto, l’infinito, lo specchio, il giardino dei sentieri che si biforcano, le rovine circolari sono i protagonisti principali del mondo di Borges, il seme delle sue più profonde riflessioni, i luoghi di un’altra vita, circostanze innaturali che sospendono il tempo e donano una profondo senso di inadeguatezza. È come se avesse disegnato un nuovo volto, come se tutta la sua opera avesse luogo in un corpo ideale, come se fosse quella parte mancante, la punta di uno spillo in noi che cerca il suo spazio, che fa degli uomini, uomini in perenne ricerca di un senso che sfugge. “Voleva sognare un uomo, sognarlo con minuziosa interezza, e imporlo alla realtà”, mi sembra il compito che si è dato la Fortezza per trent’anni. Asciugare le acque di un fiume in piena, prosciugarle prima che inondino le pianure circostanti travolgendo tutto quello che incontrano sul loro cammino, procurando distruzione e morte, è questo il teatro che cerca di arginare la vita che dilaga in noi senza nessun freno, vita che rompe gli argini e si insinua in tutte le pieghe della nostra esistenza per possederci e soffocarci con il suo fluido limo, è questo il teatro che solleva solide barriere e svela in noi spazi inesplorati e segreti, impermeabili e irraggiungibili da queste acque sinistre e violente. Il fiume della vita scorre fino a che non inizia a scorrere la montagna che in esso si specchia immobile, silenziosa e imprevedibile. – 

BEATITUDO è lo spettacolo dei trent’anni, frutto di un lavoro lungo ed impegnativo che si pone quasi più come una pratica filosofica che teatrale, nel quale Armando Punzo ha deciso di affrontare la sfida di rappresentare l’irrappresentabile. In Beatitudo tutto accade come per la prima volta. Come nell’opera di Borges, mettendo continuamente alla prova tutto quello che pensiamo, sovvertendo ogni tipo di certezza, spostando di continuo il nostro livello di comprensione e disattendendo tutte le nostre aspettative.

“Noi siamo il sogno che vorremmo sognato dagli altri.”

una produzione di: Carte Blanche – Tieffe Teatro

con il sostegno di: MiBACT – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Toscana, ACRI-Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio Spa, Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, Comune di Volterra, Comune di Pomarance, Ministero della Giustizia Casa di Reclusione di Volterra