Tartufo, ovvero l’impostore di Molière: Andrea Buscemi in prima nazionale sul palcoscenico della Versiliana

Proseguono gli appuntamenti sul palcoscenico del Festival della Versiliana a Marina di Pietrasanta. Domenica 20 agosto 2017 (ore 21.30) appuntamento con il teatro e con Andrea Buscemi che in prima nazionale presenta lo spettacolo “Tartufo, ovvero l’impostore di Molière”, nuovo adattamento a cura dell’attore e regista

Dopo L’Avaro e Il Malato Immaginario rappresentati con grande successo in tutta Italia, la Fondazione Sipario Toscana Onlus/La Città del Teatro, in collaborazione con la Versiliana Festival di Marina di Pietrasanta, continua con questo Tartufo il Progetto Molière.

Chi è Tartufo? Un parassita, uno sfruttatore, un ipocrita, falso come Giuda, bigotto, baciapile, odioso… Ha un losco passato (lo scopriremo al termine della commedia) che mantiene, però, ben nascosto a tutti, sotto il manto del cristiano-cattolico, devoto ad oltranza agli insegnamenti di santa madre Chiesa. Il falsone si è introdotto a casa del ricco Orgone dove la fa da padrone, amatissimo da lui e dalla madre di lui, la signora Pernelle, acida e bacchettona, e invece inviso, temuto, disprezzato dal resto della numerosa famiglia. La quale famiglia è composta da una moglie di nome Elmira, la figlia di lui Marianna, una servetta simpatica, intelligente e impertinente, Dorina, e infine la vecchia suocera, la signora Pernelle. A questi si aggiunge Valerio, un onesto ragazzo fidanzato di Marianna.

La storia è fatta di poco: Orgone si lascia a tal punto abbindolare dal falsone Tartufo da volergli dare in sposa la figlia Marianna (già promessa in precedenza a un altro) e da decidere di nominarlo erede di ogni sua sostanza… Ma di poca storia Molière sa farne un capolavoro. Uno dei grandi capolavori del teatro “leggero” europeo: “leggero”, non comico, perché di comico c’è ben poco in Tartufo: è un’opera di accusa verso la nobiltà francese. Tartufo rappresenta l’ipocrita che vive sotto la devozione religiosa e devozione affettiva ma che in realtà vuole solo trarre vantaggio dalla fiducia concessagli, per poi tradirla. Non a caso Molière durante una rappresentazione della commedia davanti al re affermò che “la commedia deve correggere gli uomini divertendoli”.