SPECIALE UFFIZI / 2. Dai nipoti del re di Spagna ai ritratti di Lutero: ecco le mostre temporanee d’autunno

Ecco la seconda parte delle mostre temporanee agli Uffizi di Firenze, nel periodo compreso fra settembre e dicembre 2017.

——————————————————————–

Gli Uffizi e il territorio: bozzetti di Luca Giordano e Taddeo Mazzi per due grandi complessi monastici
a cura di Alessandra Griffo, Matilde Simari
Uffizi, Sala del Camino
5 settembre – 15 ottobre 2017
L’esposizione di due bozzetti di recente acquistati dalle Gallerie degli Uffizi, opera di Luca Giordano (Napoli 1634 -1705) e di Taddeo Mazzi (Palagnedra, Canton Ticino, seconda metà del XVII secolo – Firenze, prima metà del XVIII secolo), fornisce lo spunto per riflettere su un aspetto del collezionismo sei e settecentesco, espressione del gusto per una pittura veloce e di tocco che consentiva all’idea di esprimersi in modi più immediati e virtuosistici rispetto all’opera finita. Preparatori per la decorazione della cupola della Cappella Corsini al Carmine a Firenze il primo e per una tela della cappella del Santissimo Sacramento presso il Santuario di Montesenario il secondo, arricchiscono di nuovi episodi la fitta trama di relazioni che uniscono gli Uffizi al territorio. La piccola mostra è l’occasione per rendere noto il recente ingresso dei due bozzetti nelle collezioni delle Gallerie e al contempo focalizzare un brano dell’attività fiorentina di Luca Giordano insieme all’attività del meno noto Taddeo Mazzi.

I nipoti del re di Spagna: il ritratto di Federico e Maria Anna di Lorena di Anton Raphael Mengs a Pitti
a cura di Matteo Ceriana
Palazzo Pitti, Sala delle Nicchie
18 settembre 2017 – 7 gennaio 2018
La mostra presenta il recente acquisto di un importante dipinto di Anton Raphael Mengs (Aussig, 1728 – Roma, 1779) da parte delle Gallerie degli Uffizi. La tela raffigura due dei figli di Pietro Leopoldo di Lorena, Federico e Maria Anna, vestiti in abito contemporaneo e colti in un interno di Palazzo Pitti. Eseguito durante il soggiorno fiorentino dell’artista, all’inizio degli anni Settanta del Settecento, il quadro non venne mai concluso; trattenuto dal pittore passò in eredità alla figlia, finché di recente è stato riscoperto presso un suo discendente. L’opera viene messa a confronto con la versione del ritratto dei giovanissimi figli di Pietro Leopoldo realizzata da Mengs nella medesima occasione per il nonno materno Carlo III, re di Spagna, raffigurante i principini in abito di corte spagnolo (Madrid, Prado), oltre che con un ritratto del loro fratello Francesco, futuro imperatore d’Austria, di Johann Zoffany (Francoforte sul Meno 1733 – Strand on the Green, 1810). Ciò per mettere in evidenza il modello ritrattistico espresso da Mengs nel nuovo dipinto delle Gallerie degli Uffizi, “illuminato” e vicino alla impostazione di Zoffany che pochissimi anni dopo ritrasse la famiglia lorenese regnante per la nonna paterna, l’imperatrice consorte Maria Teresa d’Austria, sempre a Palazzo Pitti, ma in abiti moderni e circondati da oggetti di studio e da libri. Un nuovo e moderno modello ritrattistico quindi che, pur sempre all’interno dell’Antico Regime, contrappone gl’infanti madrileni ai giovani, illuminati principi viennesi.

Il rinascimento giapponese: la natura nei dipinti su paravento dal XV al XVII secolo
In occasione del 150o anniversario dell’Amicizia tra Italia e Giappone
a cura di Rossella Menegazzo
Uffizi, Aula Magliabechiana
26 settembre 2017 – 7 gennaio 2018
Attraverso una selezione di circa quaranta grandi pitture di paesaggio e natura nel classico formato del paravento scorrevole, la mostra intende evidenziare il periodo d’oro della produzione artistica giapponese concentrata tra l’epoca Muromachi e l’inizio dell’epoca Edo (XV – XVII secolo). In particolare emergono le due grandi tendenze che hanno segnato l’intera produzione pittorica nipponica affermando quegli ideali estetici che ancora oggi riconosciamo al Giappone: da una parte la pittura monocroma ed evocativa, fatta di vuoti e linee essenziali e veloci, vicina alla tradizione cinese e legata alla filosofia zen che la classe guerriera sposa a partire già dall’epoca Kamakura e che decorava templi e residenze samuraiche; dall’altra la pittura autoctona, con fondi oro e campiture di colore piatte, più esplicita e di facile intendimento, adatta a decorare grandi spazi abitativi come residenze aristocratiche e borghesi e castelli. Da una parte opere di paesaggio legate a nomi come quello di Hasegawa Tōhaku, Kaihō Yūshō, Unkoku Tōgan con le loro atmosfere rarefatte e simboliche, dall’altra nomi della tradizione Kanō e Tosa con soggetti di fiori e uccelli, delle quattro stagioni, di luoghi divenuti celebri grazie alla letteratura e alla poesia, rappresentati con colori brillanti secondo le modalità dello yamatoe. La bellezza e la mutevolezza della natura espresse nelle dimensioni importanti di uno o più spesso due paraventi, a due o sei ante, comunicano il profondo legame che lega il popolo giapponese al mondo vegetale e animale, facendone parte integrante secondo il sentimento religioso panteistico shintoista alla base di tutta la cultura letteraria e visiva del Giappone. Prima grande esposizione di paraventi in Europa, provenienti da musei, templi e dall’Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone, la mostra chiude le attività legate alla commemorazione del 150° anniversario dell’amicizia tra Italia e Giappone ed è organizzata in collaborazione con l’Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone e con il supporto dell’Ambasciata del Giappone in Italia.

Lucas Cranach, i ritratti di Lutero dalla collezione medicea
In occasione del cinquecentenario della riforma luterana
a cura di Francesca de Luca, Uffizi — Sala del Camino. 30 ottobre 2017 – 7 gennaio 2018

 Nel cinquecentenario dell’affissione sul portale della Schloßkirche di Wittenberg delle novanta cinque tesi di Lutero contro le indulgenze, le Gallerie degli Uffizi espongono il ritratto di Lutero di Lucas Cranach (1572-1553), pittore di corte dell’Elettore di Sassonia Federico il Savio. Divenuto titolare di una florida bottega nella capitale sassone, Cranach si legò molto al monaco agostiniano fino a diventare uno dei protagonisti della definizione della nuova iconografia protestante dell’arte. La sua rappresentazione dei volti del Riformatore, della moglie Caterina von Bora e dell’umanista protestante Filippo Melantone ebbe vastissima diffusione in tutto il mondo allora conosciuto, anche presso alcuni corti controriformati, come appunto quella fiorentina dei Medici.

Ejzenštejn: la rivoluzione delle immagini
In occasione del centenario della Grande rivoluzione socialista in Russia
a cura di Marzia Faietti, Gianluca Farinelli, Pierluca Nardoni ed Eike Schmidt
Uffizi, Sala Edoardo Detti
7 novembre 2017 – 7 gennaio 2018
La rivoluzione narrativa del montaggio cinematografico sviluppato da Sergej Ejzenštejn ha influenzato i mezzi espressivi del Novecento fino ad oggi come poche altre innovazioni. La mostra, organizzata in collaborazione con il Museo Puškin di Mosca e la Cineteca Comunale di Bologna, ripercorre le ricerche di linguaggio e la riflessione visiva del grande regista e teorico del cinema in base ai sui disegni, che dimostrano una particolare attenzione per l’arte del rinascimento italiano.

Leopoldo de’ Medici, principe dei collezionisti
In occasione del quattrocentenario della nascita di Leopoldo de’ Medici
a cura di Valentina Conticelli, Riccardo Gennaioli, Maria Sframeli
Palazzo Pitti, Tesoro dei Granduchi
7 novembre 2017 – 28 gennaio 2018
Enciclopedica figura di erudito, divenuto cardinale all’età di cinquant’anni, Leopoldo de’ Medici (un suo ritratto nella foto grande sopra il titolo) spicca nel panorama del collezionismo europeo per la vastità dei suoi interessi e la varietà delle opere raccolte. Servendosi di abilissimi agenti, mercanti e segretari italiani e stranieri, radunò, nel corso della sua vita, esemplari eccellenti e raffinati nei più diversi ambiti: sculture antiche e moderne, monete, medaglie, cammei, dipinti, disegni e incisioni, avori, pietre dure e oggetti preziosi, ritratti di piccolo e grande formato, libri, strumenti scientifici e rarità naturali. Alla morte del cardinale, avvenuta nel 1675, la maggior parte delle sue opere entrarono nel nucleo delle collezioni granducali e molte di esse furono espressamente destinate dal nipote, il granduca Cosimo III, ad abbellire la Galleria degli Uffizi: l’ingresso sistematico delle opere di Leopoldo nelle raccolte del principale museo della casata toscana provocò uno dei più radicali rinnovamenti nella sua storia. Nel 2017, in occasione del quarto centenario della nascita di Leopoldo, le Gallerie degli Uffizi, che conservano ancora la maggior parte della sua raccolta, desiderano mostrare taluni esempi significativi del suo gusto nei diversi campi in cui esercitò l’azione di conoscitore, per illustrare la natura poliedrica delle predilezioni collezionistiche del cardinale e mettere in luce il ricchissimo apporto da lui fornito ai tesori d’arte della famiglia.