Schermo dell’arte: la Opening Night con il live di Hassan Khan, poi la prima italiana di “24 Frames” ultimo capolavoro di Abbas Kiarostgami

La Opening Night della decima edizione dello Schermo dell’arte Film Festival mercoledì 15 novembre 2017 si aprirà alle 19 al Cinema La Compagnia di Firenze con il live set Superstructure 2017 di Hassan Khan, vincitore del Leone d’argento per il Promising Young Artist della Biennale di Venezia 2017. L’artista egiziano coinvolgerà il pubblico in una performance di tre pezzi realizzati tra il 2011 e il 2015 con ascolti lenti e sospesi e temi ritmati per essere ballati. Per queste composizioni uniche, che sfuggono a qualsiasi classificazione, l’artista utilizza brani precedentemente registrati e improvvisazioni live per le quali usa feedback, filtri, processori, manipolazioni con il laptop, sintetizzatori virtuali, insieme a vocalist e vari strumenti come ensemble di ottoni, quartetti d’archi, strumenti della musica araba classica, Gamelan, battiti di mani e pianoforte.
La sua pratica artistica, che spazia tra film, video, fotografia, installazione, scrittura e musica, sarà, inoltre, al centro del Focus on 2017 giovedì 16 novembre con una lecture dell’artista alle 15.45 a Cango Cantieri Goldonetta e con la proiezione di tre dei suoi video alle 19.30 al Cinema La Compagnia: Jewel (2010), Muslimgauze R.I.P. (2010) e Blind Ambition (2012).

A seguire alle 21.30 Ahmad Kiarostami introdurrà la prima italiana di 24 Frames (2017, nella foto sopra il titolo), ultimo capolavoro del regista Abbas Kiarostami, accolto con entusiasmo al festival di Cannes 2017. Terminato da Ahmad nei mesi successivi alla scomparsa del padre avvenuta nel luglio 2016, il film è un dialogo tra il lavoro di filmmaker e di fotografo del grande maestro iraniano, vincitore della Palma d’oro a Cannes con Il sapore delle ciliegie nel 1997 e Leone d’argento per Il vento ci porterà via al Festival del Cinema di Venezia nel 1999. Un’opera poetica che celebra i due linguaggi artistici ai quali Abbas Kiarostami ha dedicato l’esistenza, cinema e fotografia, una meditazione sul passaggio del tempo, sulla trasformazione di territori e sulla fragilità dell’esistenza.
“Un giorno in cui non avevo molto da fare, ho comprato una macchina fotografica Yashica in offerta e sono andato in mezzo alla natura. Volevo stare a contatto con la natura e allo stesso tempo condividere con gli altri i momenti piacevoli che ho vissuto. Ecco perché ho iniziato a scattare fotografie, per rendere eterni in qualche modo quegli attimi di passione e sofferenza. Mi sono sempre meravigliato di cosa spinge l’artista a rappresentare il reale. I pittori catturano solo un preciso istante e niente prima o dopo di esso. Per 24 Frames, ho deciso di utilizzare alcune foto che ho realizzato in questi anni. Ho costruito 4 minuti e 30 secondi di ciò che immagino possa aver avuto luogo prima e dopo ciascuna immagine” – Abbas Kiarostami