“Manon Lescaut”: venerdì 10 marzo a Livorno debutto del nuovo allestimento. Sul podio Alberto Veronesi (guarda la fotogallery delle prove e quella dedicata a Puccini)

di ELISABETTA ARRIGHI –

La musica di Puccini è emozione pura. Un’emozione che sublima e rapisce l’anima. Mi accadde molti anni fa, a Torre del Lago, durante una rappresentazione estiva di “Madama Butterfly” sul palcoscenico affacciato sul lago di Massaciuccoli. Fu al momento del “coro muto” (fino ad allora lo avevo apprezzato attraverso varie incisioni discografiche mentre era la prima volta che assistevo ad una “Butterfly” dal vivo), grazie anche alla magia della serata estiva, che capii pienamente la grandezza di Puccini, il suo essere “verista”, la sensualità della sua musica. Così i ricordi di quella sera sono riaffiorati potentissimi quando sul maxi schermo allestito nella Sala Mascagni del Teatro Goldoni di Livorno sono cominciati a scorrere i fotogrammi di un vecchio filmato in bianco e nero con protagonista un Giacomo Puccini ormai anziano nella sua villa di Torre del Lago, dove apre la finestra, esce in giardino per accarezzare le rose, poi si siede al pianoforte e quindi alla scrivania per comporre… Nella sala, intanto, è risuonata la sua musica. Ecco, quell’emozione di tanti anni fa si è presentata di nuovo, in attesa che “Manon Lescaut” alzi il sipario del teatro livornese, ultima opera della stagione lirica 2016-2017.

Un nuovo allestimento del Goldoni, co-prodotto con il Teatro Verdi di Pisa ed il Teatro Sociale di Rovigo. A Livorno “Manon” (nella foto grande e nella gallery immagini scattate da Augusto Bizzi), è in scena venerdì 10 marzo 2017 alle ore 20.30, con replica domenica 12 marzo alle ore 16.30 mentre a Pisa, al “Verdi” l’appuntamento è per sabato 18 e domenica 19 marzo (rispettivamente alle ore 20.30 e alle 16.30). Al Teatro Sociale di Rovigo l’opera pucciniana è invece in cartellone per sabato 25 e domenica 26 marzo.

Il suggestivo piccolo filmato con cui è stato reso omaggio a Puccini è stato proiettato all’inizio della conferenza stampa di presentazione del nuovo allestimento di “Manon”,  opera “di grande forza musicale e teatrale – scrive Alberto Paloscia, direttore artistico della stagione lirica della Fondazione Teatro Goldoni – sospesa tra gli umori di un romanticismo estremo di ascendenza wagneriana, le suggestioni del teatro musicale francese di fine Ottocento, le influenze del verismo da poco sbocciato con la “Cavalleria rusticana” di Mascagni e le tentazioni neoclassiche legate alla stilizzazione dell’ambiente del Settecento elegante e corrotto in cui si consuma la tragica passione amorosa che lega la protagonista a Renato Des Grieux, un amore travolgente e fatale che ha fatto parlare di Manon Lescaut come di un Tristano e Isotta all’italiana”.

Il nuovo allestimento del Goldoni, introdotto dal presidente della Fondazione Marco Leone, vedrà il ritorno sul podio del teatro labronico del maestro Alberto Veronesi, direttore d’orchestra affermato a livello internazionale (a Livorno debuttò nel 1996 con la riproposta dell’operetta mascagnana “Sì”), legato da decenni alla causa del compositore lucchese e attuale presidente del Festival Pucciniano di Torre del Lago. La seconda recita avrà invece una direzione d’orchestra al femminile, rappresentata da una giovane musicista in grande ascesa, Beatrice Venezi, lucchese, cresciuta – come ha detto lei stessa – “a pane e Puccini”. Il regista è Lev Pugliese, nato in una famiglia legata al mondo dell’opera, reduce al successo della riapertura dello storico New York City Opera con una produzione di “Tosca”.

Interessante anche il cast, che nel ruolo di Manon impiega Rachele Stanisci, brindisina, affermata soprano che ha cantato nei più importanti teatri italiani e internazionali, e Donata D’Annunzio Lombardi che nella sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti come il “Les Victoires de la Musique Classique” al Théâtre du Chatelet di Parigi e il premio come “Migliore cantante dell’anno 2012” al Festival Donizetti per le sue interpretazioni di Antonina nel “Belisario” e di “Maria Stuarda”.

Il cast (doppio) è poi composto da Riccardo Tamura e Danilo Formaggia (il cavaliere Renato Des Grieux), Sergio Bologna e Leon Kim (Lescaut, sergente delle guardie del re), Carmine Monaco d’Ambrosia (Gerente di Ravoir), Giuseppe Raimondo (Edmondo, studente), Alessandro Ceccarini (l’oste – un comandante di Marina), Didier Pieri (il maestro di ballo – un lampionaio), Lorena Zaccaria (un musico), Alessandro Martinello (un sergente degli arcieri), e l’attore e mimo Fabio Vannozzi (un parrucchiere).

Il maestro Veronesi, intervenendo alla presentazione del nuovo allestimento dell’opera, ha sottolineato la bellezza acustica del Teatro Goldoni ed ha ricordato con forza la necessità di valorizzare sempre di più il verismo musicale di un territorio – Livorno, Pisa, Lucca, Torre del Lago – che ha visto all’opera Mascagni, Puccini, Catalani e altri. Proprio questa valorizzazione ha portato nel tempo a risultati importanti, ma è necessario andare avanti, perché bisogna arrivare ad una vera e propria tutela del verismo musicale e della poesia della musica.

“Destinata al convento, Manon ha anelito di vita, anelito alla libertà, e fugge. È la Sehnsucht romantica, l’anelito verso qualcosa di mai attinto, la ricerca di qualcosa di indefinito futuro, il desiderio ardente, la dipendenza dal desiderio, il costante anelito che porta l’essere umano a non accontentarsi di ciò che raggiunge o possiede, ma lo spinge sempre verso nuove mete. Il desiderio del desiderio, doloroso desiderio verso l’irraggiungibile, doloroso struggimento che si prova nel non poter raggiungere l’oggetto del desiderio. Quindi il vuoto, la mancanza totale: il deserto. Deserto nel suo significato etimologico di abbandono…”: così cominciano le note di regia di Lev Pugliese che, nel suo intervento, ha detto: “Spero di riuscire a far sognare un po’ il pubblico ed emozionarlo, come purtroppo avviene sempre di meno”.

Il ritorno della Manon di Giacomo Puccini al Teatro Goldoni  – il cui debutto risale al primo febbraio 1893 al Teatro Regio di Torino (l’opera è la terza del Maestro lucchese in ordine di composizione, dopo Le Villi e Edgar) – è legata alla ricognizione sulla produzione del compositore toscano, compagno di studi e amico-rivale di Pietro Mascagni, già da qualche anno intrapresa dal teatro labronico con le proposte nelle ultime stagioni di titoli come “Bohème”, “Tosca”, “Madama Butterfly”. In attesa, la prossima stagione, di “Iris” e “La Fanciulla del West”.

Il direttore Alberto Veronesi e la collega Beatrice Venezi dirigeranno l’Orchestra della Toscana, maestro del Coro è Marco Bargagna, il Coro è Ars Lyrica, i costumi (di Pugliese) sono stati realizzati nella sartoria del Teatro Goldoni da Carolina Micieli.

Alla conferenza stampa di presentazione hanno preso parte anche l’assessore alla cultura del Comune di Livorno Francesco Belais e il vice presidente della Fondazione Livorno Marcello Marziani. Il direttore artistico della stagione lirica Alberto Paloscia  ha introdotto l’opera ed ha presentato il cast. Il musicologo Fulvio Venturi ha poi fatto un breve ma documentatissimo excursus sulle rappresentazioni di “Manon Lescaut” (anche con la presenza di Puccini) nei teatri livornesi, che un tempo erano numerosi e vantavano sale importati come ad esempio il teatro degli Avvalorati. Un argomento, quello dei teatri livornesi, della loro storia e delle stagioni che vi si sono avvicendate con grandissimi artisti, che Venturi in questo periodo sta trattando con alcune interessanti conferenze ospitate proprio nella Sala Mascagni del Goldoni.